domenica 16 giugno 2024

[mai più senza] l'undicesimo (leggasi 11) anno di consigli di Aldo per le letture estive!

E così abbiamo passato con successo la decina, anzi, la diecina come dice il mio storico capo Paolo, ma siccome non siamo dieciliaristi (dieci e non più dieci!), eccoci qui, ancora una volta a celebrare questo fantastico rito, che segna ufficialmente l'ingresso dell'Universo nell'estate!

E così, per l'undicesima volta, sempre su richiesta dell'amica Antonella, eccomi a vincere la mia naturale ritrosia e il mio carattere schivo - soprattutto quando si tratta di pontificare - e a proporvi la mia lista delle letture per l'estate 2024. Ma prima, doverosamente, ecco l'elenco delle dieci puntate precedenti:

[2014] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2014/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html

[2015] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2015/06/mai-piu-senza-torna-lappuntamento-con-i.html

[2016] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2016/07/mai-piu-senza-terzo-appuntamento-con-i.html

[2017] http://aldotorrebruno.blogspot.com/2017/06/mai-piu-senza-quarto-appuntamento-con-i.html

[2018] http://aldotorrebruno.blogspot.com/2018/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html

[2019] https://aldotorrebruno.blogspot.com/2019/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html

[2020] https://aldotorrebruno.blogspot.com/2020/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html

[2021] http://aldotorrebruno.blogspot.com/2021/06/mai-piu-senza-lottavo-anno-dei-consigli.html

[2022] https://aldotorrebruno.blogspot.com/2022/06/mai-piu-senza-il-nono-anno-dei-consigli.html

[2023] https://aldotorrebruno.blogspot.com/2023/06/mai-piu-senza-e-sono-10-un-decennio-di.html


Ed eccoci allora pronti a partire!

Iniziamo con un libro difficile, un libro tosto, un libro che ho letto quando l'autrice era ancora tra noi, ma da lì a poco ci avrebbe lasciato: si tratta di Tre ciotole di Michela Murgia. A me MM manca, non solo per la sua presenza politica, ma soprattutto perché Michela Murgia era una scrittrice davvero brava e quello che mi secca più di ogni altra cosa è che non potremo più leggere niente di suo. Il che mi ricorda che il principale problema che ho con la (mia) morte è che sono terrorizzato di andarmene avendo ancora una lista di libri da leggere assolutamente bella piena...al netto di tutto ciò il libro è molto delicato: si piange e si ride al contempo, l’autrice padroneggia sia la lingua sia le micro storie che racconta, scavando dentro di se e dentro il lettore. Una che scrive cose come: "Non sapere dove andare è una buona premessa per arrivare dappertutto." come fa a non mancarmi?

Sempre per la serie libri non molto allegri, ma potenti, il secondo volume che vi consiglio è il Il treno dei bambini, di Viola Ardone. Autrice che non conoscevo e che ho conosciuto con grande gioia. Il libro narra una storia vera e che a me era totalmente ignota, ovvero quando nell'immediato dopoguerra in una Napoli in situazione disastrosa causa miseria, povertà e malattie, il Partito comunista si adoperò per pianificare e mettere in moto un’iniziativa atta ad aiutare le famiglie in difficoltà, ovvero l'invio tramite treni, di alcuni ragazzi verso l'Emilia Romagna, dove famiglie di comunisti emiliani accolgono questi bambini offrendo loro un'occasione di crescita in ambiente più sano e consono. La storia è anche in questo caso molto tosta, e la scrittura dell'autrice solida, asciutta, così come la storia (vera) che viene raccontata. 

Per concludere il trittico della depressione, impossibile non citare l'ultima fatica di un autore a cui sono estremamente legato, di cui ho letto praticamente tutto: sto parlando di Houellebecq e del suo Annientare. Si tratta di un libro generazionale, ma per una volta relativo proprio alla mia generazione. Un altro libro faticoso, ma al contempo che ho letteralmente divorato, leggendo il considerevole mattone in pochi giorni. L'autore di solito ha la capacità di irritarmi e provocarmi come pochi altri, ma al contempo è impossibile negare che goda di una solidità di scrittura come pochi al mondo. Insomma, sa scrivere e lo sa fare davvero bene. In questa ultima fatica si è in un certo senso addolcito, risulta meno provocatorio, più attento, meno violento negli atteggiamenti, pur conservando alcune sue ossessioni (il sesso, ovviamente, al primo posto). Ma soprattutto il suo nichilismo, già presente in nuce sin da Le particelle elementari, è qui espresso al suo massimo, è davvero impietoso e senza speranza. Di nessun tipo: la vita, sembra dirci, non ha davvero nessun senso e anche la redenzione, quando arriva, è tardiva, oppure troppo breve, in ogni caso amorale e destinata a finire in polvere. Non proprio una lettura che mette di buon umore, insomma, anzi, rischia di annientare, come da titolo. Però sicuramente carica di realtà e, come detto, scritta magnificamente: il dubbio se leggerlo o meno si risolve sempre, per me, grazie alla qualità straordinaria della scrittura di questo autore. Del resto, verso la fine, scrive: "Certi momenti accadono o non accadono, e la vita delle persone ne viene cambiata e a volte distrutta, e noi cosa possiamo dirne? Cosa possiamo farci? Niente, ovviamente."


Passiamo adesso a qualcosa di più divertente: Sanguina ancora di Paolo Nori è un libro stranissimo, una specie di biografia di Dovstoevskij che però è anche un romanzo, che però contiene anche tanta autobiografia dell'autore. L'effetto netto è che già dopo i primi due capitoli mi è venuta una gran voglia di rileggere il grande Fedor...l'autore scrive in una maniera tutta sua, molto gradevole, infarcita di storielle e fatterelli, ma in ogni caso ho imparato molto su un autore di cui sapevo molto poco - pur avendo letto praticamente tutto ciò che ha scritto. Alla fine del libro il desiderio di sanguinare ancora è più forte che mai!

Un libro che ho trovato davvero interessante è Banda Hood, di Wu Mong 4, uno dei componenti del collettivo di scrittura. Come sempre i Wu Ming, anche da soli, come in questo caso, sanno costruire storie che appoggiano in maniera affidabile e robusta sulla ricerca storica: qui viene narrata, più o meno al netto della leggenda, la vita di Robin Hood e della sua banda, che ha poi generato la leggenda di Sherwood. Il libro intreccia la storia personale del gruppo di fanciulli che diventerà la Banda Hood con quella delle crociate, con un periodo in cui non si poteva essere sicuri che ci si sarebbe svegliati quando si andava a dormire, permettendoci di riflettere sull'ingiustizia, sul medioevo, sul sistema feudale e sulle miserie umane. Si legge tutto d'un fiato e lascia molto soddisfatti!

L'ultimo libro, che cin introduce nella top 3 (ma si colloca appena sotto!) è un finalista del premio Campiello: Il fuoco che ti porti dentro, di Antonio Franchini. L'inizio del libro è folgorante: una invettiva spietata contro la madre dell'autore, la promessa di un libro che sembra voler fare fuoco e fiamme... ma poi le promesse sono mantenute solo in parte. A un certo punto il libro inizia a trascinarsi, ed è un peccato, perché dove l'autore si scatena riesce invece a farci ridere in maniera sonora, grazie alla sua analisi spietata della madre e delle logiche che governano la sua intera famiglia. Il rapporto tra nord e sud, tra Napoli e Milano, è tratteggiato con maestria, e aggiunge un elemento campanilistico alla storia, che si legge comunque molto volentieri. Un brano che non posso non citare, visto che parla di lettura: "Divorati nella notte da giovani come il corpo di un’amante, da vecchi i libri ci servono soprattutto a questo, a chiudere gli occhi."


Ed eccoci alla top 3 dell'anno: sul gradino più basso del podio troviamo (grazie Andrea!) La breve favolosa vita di Oscar Wao, di Junot Diaz. Un libro non recente, che però io ho scoperto quest'anno, che non sarà un capolavoro con la C maiuscola, ma resta comunque un libro divertente, scattante, paradossale, inevitabilmente politico. Una vera tragicommedia spalmata tra Repubblica Dominicana e USA, con personaggi davvero indimenticabili. Si ride, moltissimo, si pensa e si finisce con l'essere anche un po' tristi. Quando un libro lo divori letteralmente, c'è poco altro da aggiungere!

Al secondo posto troviamo Maniac, di Benjamin Labatut. Libro incredibile, che parla della vita di von Neumann e non solo...parla della follia umana, parla di quello che è capitato alla fine della seconda guerra mondiale, parla di impossibilità di fermare il progresso, di tutte queste cose contemporaneamente. A livello formale si tratta di un racconto lungo seguito da uno breve, apparentemente scollegati, scorrelati, insensati. E invece quando si arriva alla fine, si capisce dove stia il collegamento. Si esclama "eureka". Si è felici di averlo letto. Tra l'altro, in epoca di sviluppo vertiginoso dell'AI, andare alle sue radici è un'esperienza di lettura - e quindi di pensiero - che va fatta, che fa bene fare.


...and the winner is: il libro dell'anno è Il canto del profeta di Paul Lynch. Doloroso, molto doloroso, ma davvero vicino all’idea di capolavoro. Iniziamo con la scrittura, da un lato è quasi un flusso di coscienza, asciutto, coi dialoghi strettamente integrati nella narrazione, dall’altro però ha una ricercatezza, una scelta di ogni singolo termine, un’eleganza notevolissima. Peccato non essere in grado di leggerlo in lingua originale, ma bisogna fare i complimenti al traduttore per il lavoro che ha fatto. Poi c’è la storia: una distopia che di primo acchito può apparire fuori da ogni possibilità logica, ma se poi ci pensi bene non è così lontana da ciò che sta accadendo in questi ultimi anni. La democratica Repubblica d’Irlanda, nel cuore dell’Europa, che cade nella tentazione di un governo autoritario e antidemocratico? La fragilità delle istituzioni e dei meccanismi di protezione che dovrebbero evitare tale deriva? La possibilità di una guerra civile in Europa? La disumanizzazione che può portare con sé? C’è tutto, e ho trovato affascinante anche la totale mancanza di dettagli sulla svolta autoritaria, è un fatto che sta di sottofondo alla storia, concentrata su una famiglia normale, coi suoi problemi quotidiani. Il finale stringe molto forte il cuore, il libro in generale è assolutamente da leggere.


Ed eccoci così, per un altro anno, alla fine. Spero che Antonella sia soddisfatta dai miei suggerimenti e trovi pane per i suoi denti nelle letture che propongo...e non solo lei, ma anche tutti gli altri lettori che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a qui! Stay hungry, stay reader!!!


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