martedì 14 giugno 2022

[mai più senza] il nono anno dei consigli di Aldo per le letture estive!

Sono un po' emozionato! Per il nono anno consecutivo (Antonella, dobbiamo pensare a qualcosa di speciale per l'anno prossimo!!!) torna l'appuntamento con gli oramai celeberrimi consigli di lettura di Aldo per l'estate! Antonella imperterrita quando arriva l'estate solletica il mio ego (notoriamente schivo e timido) ed eccoci qui!

Come al solito specifico, per Antonella e gli altri pochi lettori che seguono il blog che si tratta di opinioni personalissime, che riflettono le mie letture dell'anno passato (da un'estate all'altra), senza alcuna pretesa di oggettività e obiettività: passioni personali e opinioni anche!

Ovviamente se è il primo anno che vi imbattete in questa rubrica a cadenza annuale, non potete non essere desiderosi di leggere i precedenti otto post, che trovate comodamente a questi link:

[2014] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2014/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html
[2015] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2015/06/mai-piu-senza-torna-lappuntamento-con-i.html
[2016] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2016/07/mai-piu-senza-terzo-appuntamento-con-i.html
[2017] http://aldotorrebruno.blogspot.com/2017/06/mai-piu-senza-quarto-appuntamento-con-i.html
[2018] http://aldotorrebruno.blogspot.com/2018/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html
[2019] https://aldotorrebruno.blogspot.com/2019/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html

Pronti, via!
Per iniziare un saggio difficilone, ma al contempo di grande fascino, che prosegue la mia passione per la lettura di divulgazione scientifica e in particolare di fisica contemporanea: Fino alla fine del tempo di Brian Greene, una sorta di storia dell'Universo che guarda sia al passato sia al futuro. Nel contempo l'autore pone questioni che interrogano il nostro essere più profondo, ciò che siamo e come lo siamo diventati e come - inevitabilmente - finiremo. Il libro, oltre a essere scritto in maniera mirabile, è sufficientemente approfondito da richiedere uno sforzo, ma al contempo molto preciso nello spiegare tutti i passaggi in maniera che siano accessibili anche al profano. Vera divulgazione, notevole!
Per alleggerire, una coppia di libri che sono invece tutt'altro che capolavori letterari, ma che mi hanno divertito parecchio. Li cito assieme, perché l'autrice li ha scritti in sequenza e meritano entrambi di essere letti. Si tratta di Gli insospettabili e Il testimone chiave scritti da Sarah Savioli. Autrice che arriva alla scrittura in età non tenerissima, non ha una scrittura incantevole, ma crea una serie di personaggi impossibili da non amare, in particolare una protagonista che parla con piante e animali. Detta così sembra una sciocchezza, in realtà i libri rendono questo particolare un punto di svolta, visto che di mestiere fa l'investigatrice privata...il che lascia immaginare chi possa essere il testimone chiave del secondo libro...perfetti sotto l'ombrellone.
Dopo due libri leggeri, un paio di esempi di grandissima letteratura. Klara e il sole del premio nobel Kazuo Ishiguro è un libro davvero particolare, una sorta di distopia elegiaca. Scritto come una favola, dal punto di vista dell’androide Klara, con le sue strane idee, i suoi sensi particolari, la sua visione della vita che l’uomo sembra non poter comprendere fino in fondo. È un libro molto delicato, che parla alla fine di noi e delle nostre aspirazioni, dei modi in cui cerchiamo di raggiungerle e dei rapporti che costruiamo. Ha un ritmo stranissimo, ma il dato di fatto è che l’ho letto alla velocità del fulmine, pur non avendo una trama che ti avvinghia...e questo sicuramente deve voler dire qualcosa! 
L'altro capolavoro che ho letto è Crossroads di Joe Franzen. L'autore è una delle mie passioni, si sa, ma come al solito non sbaglia un colpo. Il libro è insieme rovina, redenzione, dramma familiare, rapporto con la religione, l’amore, la difficoltà dello stare insieme, e molto altro. La scrittura è come sempre di una solidità granitica, si potrebbe leggere anche senza curarsi dell’intreccio, per il puro piacere del godere di come è scritto (bravissima anche la traduttrice). I personaggi emergono da buio come figure a tutto tondo, come persone complesse più che personaggi di un libro, come fossero vere, mai del tutto buone o cattive, mai manichee, sempre complesse, come siamo davvero. Insomma: mi sono goduto ognuna delle 600 pagine di questo grande romanzo, capendo che, come dice il libro stesso:
"Il sogno di un romanzo era più resistente di altri tipi di sogno. Si poteva interromperlo a metà di una frase e risaltarci dentro quando si voleva."
Tornando alla non-fiction un libro davvero sconcertante, che mi ha regalato il mio capo (grazie Antonio!) e che ti cambia la prospettiva: La tirannia del merito di Michael J. Sandel, filosofo morale statunitense che non conoscevo (e ho notato con piacere che dopo di me lo hanno letto in parecchi, se ne è parlato, il che è davvero un bene!). Si tratta di un saggio molto acuto, che spiega con la retorica del merito un po' dei paradossi che stiamo vivendo in questi tempi oscuri. Sebbene sia maggiormente concentrato su ciò che accade negli Stati Uniti e nelle università USA, non è impossibile (anzi...) leggere in filigrana i concetti universali che esprime. La preoccupazione che filtra è la preoccupazione che dovrebbe animare ciascuno di noi, così come dovrebbe portarci a riflettere. Una lettura che fa veramente bene, la filosofia come dovrebbe essere davvero oggi (e purtroppo è raramente), una voce che non ha paura di parlare e di prendere posizione, anche scomoda.
Torniamo alla fiction: Fiore di roccia di Ilaria Tuti è un libro di montagna e di storia assieme, che racconta, romanzandola, una pagina di storia che non conoscevo, relativa alla prima guerra mondiale. L'autrice si è fatta conoscere per la serie del commissario Teresa Battaglia, ma in questo caso esula dal poliziesco per raccontarci una storia di eroismo femminile, una storia incredibile, di fatica, dolore, amore, una di quelle micro storie pazzesche che costruiscono pezzettino per pezzettino la Storia con la S maiuscola.
Si tratta di un racconto tipicamente montano, che l'autrice narra in punta di fioretto, con un eloquio molto ricercato, al limite a tratti del barocco, quasi a contrastare la durezza della situazione che ci viene raccontata con frasi ricche e ben costruite. L'effetto complessivo è che il libro fa venire voglia di continuare a leggerlo, fino a quando non finisce...
Le vie dell'Eden è l'ultima fatica di un altro mio autore-feticcio, Eskhol Nevo. Romanzo tripartito (una passione di questo autore, evidentemente), con le trame che si sfiorano. La sensazione, come già altre volte mi è capitato con lui, è che l'autore parli proprio a me, che si rivolga proprio alla mia anima, andando a toccare le mie corte più intime, come la Gioconda che sembra sempre che ti guardi... Miracoli della grande letteratura! I tre racconti lunghi che costituiscono il libro vanno purtroppo in calando: il primo è semplicemente eccezionale, l'ho letteralmente divorato una notte, chiedendo in prestito il tempo al sonno. Il secondo è molto bello, a tratti anche qualcosa in più. Il terzo inizia bene e finisce in modo che lascia perplessi, ma come lamentarsi? Se non ci fossero i primi due, forse, sarebbe comunque convincente. Nevo è una delle voci a mio avviso più interessanti, intime, convincenti del nostro tempo. Non sbaglia un libro, ha uno stile al contempo asciutto ma mai banale, sa scovare sotto le storie il nostro modo di essere e di vivere. Forse è un autore generazionale per un tardo quarantenne ed è per questo che mi piace tanto??
Concludiamo con i due libri che ho amato di più quest'anno, uno di non-fiction e uno di fiction. 
Imperfezione di Telmo Pievani mi ha letteralmente conquistato. Ho conosciuto questo autore attraverso una sorta di azione a tenaglia: in contemporanea la zia Concetta ha regalato questo libro a mio nipote Leonardo (e io ho iniziato a leggerlo mentre cenavamo assieme!) e mi hanno parlato delle tre puntate andate in onda su Rai3 de La fabbrica del mondo, in cui Pievani faceva la coté filosofica a Marco Paolini, parlando di ciò che sta tragicamente accadendo al nostro mondo e di SDG. La trasmissione è bellissima (recuperatela su RaiPlay) e così ho deciso di affrontare anche il libro (e poi ne ho letti altri due suoi, proprio ora sto leggendo Serendipità, che accidentamente consiglio). Libro sconvolgente: un saggio che si muove a cavallo tra etologia e filosofia, una vigorosa spruzzata di evoluzionismo e molta razionalità. Aggiungiamoci una scrittura molto solida e accattivante e la capacità di far capire concetti complessi in maniera efficace. Davvero un bel libro, che contrasta con certo teleologicismo che circonda le teorie evoluzionistiche (anche in maniera ingenua) e sopratutto il nostro stesso sguardo su Homo sapiens. Me lo sono goduto in ogni singola riga. 
Le lacrime di Nietzsche di Irvin D. Yalom è un libro che ha tra i suoi personaggi il grande filosofo, il dottor Breuer, Lou Salomé e persino un giovanissimo Sigmund Freud (Sigi, per gli amici). Si tratta di un libro meraviglioso, che mi ha legato a sé in maniera indissolubile. Sarà la mia passione per Nietzsche e il mio affetto per Sigi, ma l'ho trovato davvero geniale.
Si tratta di un libro sulla solitudine, o per meglio dire sulle solitudini, al plurale. Senza fare spoiler: l’autore racconta la storia di un incontro temporalmente plausibile ma di cui non si hanno notizie storiche e che - leggiamo nella postfazione - non è mai realmente avvenuto. I due personaggi sono il dottor Josef Breuer, medico e studioso di alta levatura vissuto nella Vienna di metà 800, corresponsabile della nascita della psicanalisi anche grazie al suo ruolo di mentore di un giovanissimo Sigmund Freud e il filosofo più letterario che sia mai esistito, Friedrich Nietzsche.
Vengono analizzate in dettaglio proprio le solitudini, così differenti, di queste due incredibili figure storiche, che l’autore cala nei panni di personaggi del proprio libro, conservandone però - ove possibile - i tratti distintivi. In una certa misura il libro somiglia alle cosiddette “interviste impossibili”, in cui è possibile riconoscere la voce di un determinato autore ricostruita grazie ad una solida base di studio dello stile dello stesso: allo stesso modo le conversazioni tra i due, che costituiscono la spina dorsale del volume “riecheggiano” lo stile che li contraddistingue. Proprio bello!

E con Yalom si chiude il mai-più-senza di quest'anno! Spero che Antonella sia soddisfatta e di aver dato qualche suggerimento di lettura anche ad altri. Buona estate (sperando arrivi presto!) e buone letture!

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