lunedì 5 dicembre 2016

Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi - Vita di David Foster Wallace - D.T. Max

Sconcertante scoprire quanta vita di DFW c'è nei suoi libri

Faccio sempre fatica a leggere le biografie, così come i commenti, soprattutto quando si parla di autori che amo e venero come mi accade con David Foster Wallace. Credo sia dovuto alla forma mentis che (per fortuna) mi è rimasta dai miei studi filosofici: non voglio che la vita di un autore influisca sul mio giudizio teoretico su di lui, e in generale mi fido di più dell'interpretazione che posso fare andando direttamente ai testi che ai vari commentarii. In questo caso però, sono felice di aver letto questa biografia del più grande scrittore contemporaneo non vivente, dell'anima più inquieta della nostra epoca (e ringrazio Luca che me l'ha regalata). Perché leggendo il libro si capisce quanta parte del tormento che Wallace lasciava sulla carta fosse un reale riflesso della sua vita vissuta, il reale disagio di un'anima incredibilmente sensibile, lo straordinario lascito di una mente talmente veloce e "sempre accesa" da non lasciare scampo al corpo in cui era imprigionata.
E il disagio esistenziale di DFW si legge in ogni pagina di questo libro, dalle sue fobie alle sue manie, dal desiderio di emergere alla voglia di ordinarietà negata ad una mente che funzionava ad alcune marce in più come la sua (questa è la sensazione che più di ogni altra emerge leggendo il libro: l'impressione che lui fosse il ragazzo più intelligente in ogni stanza in cui entrasse, che si intuisce leggendo i suoi libri).
Tutti sappiamo come finisce il libro, ma ciononostante speri che non finisca così e quando leggi le ultime pagine senti il dolore dell'esistenza presentarsi anche dentro al tuo petto. Molto difficile, molto bello.
4 stelle

giovedì 17 novembre 2016

In diretta da una leadership school

Sto seguendo una leadership school su come le università stanno modificandosi o dovrebbero modificarsi per supportare le trasformazioni della società e della formazione digitale (D-TRANSFORM).
Sta parlando un Associate Dean (Vijay Kumar) del MIT e capisci perché sono l'Università più cool del mondo...

Ha appena raccontato che loro avevano alcuni problemi di occupazione aule e hanno risolto con la flipped classroom: usando video da guardare online con auto-grading alla fine hanno liberato aule per una quantità impensabile di ore (tipo il 50%!)

Hanno poi scoperto che fare lezioni più brevi previene lo spegnimento del cervello (mind wandering) Guardate questa slide, con le motivazioni biologico-neurali della cosa (impressionante: si basano non su una sensazione ma su studi sul cervello! Hanno un gruppo di studi interdisciplinare che studia le reazioni fisico-biologico-neurali...)



Infine hanno scoperto che la cosa più efficace è fare lezioni brevi con minitest in classe (tipo kahoot) e poi discussione in classe, per migliorare e di molto il mantenimento delle informazioni nella testa.

Credo sia importante ragionare, all'università, ma anche nelle scuole, su tutto ciò...

martedì 25 ottobre 2016

Tennis, TV, trigonometria, tornado - David Foster Wallace (DFW per gli amici)

David, perché lo hai fatto?

Mentre godevo leggendo ogni singola parola di questi saggi, dai più cervellotici ai più eclettici, mi chiedevo continuamente come abbia potuto il più incredibilmente geniale e dotato scrittore della sua generazione e non solo decidere di privarci del piacere assoluto e purissimo che sapeva donarci. Capisco che la grandezza è un peso tremendo, ma non avrebbe dovuto farlo. Il pensiero che prima o poi esaurirò la sua produzione e che non ci sia nulla da fare mi angoscia.
I saggi che compongono la raccolta spaziano su vari argomenti: dalla TV alla fiera statale dell'Illinois, dagli open Canadesi di tennis fino a un "dietro le quinte" di un film di David Lynch (che Wallace venera - e su cui mi ha fatto molto riflettere, in particolare sul rapporto Lynch-Tarantino, che invece DFW detesta cordialmente). In ogni caso tutti i saggi sono scritti come Wallace sapeva scrivere, con quell'abilità fuori dal comune di essere insieme tremendamente difficile e estremamente colloquiale, sempre sul limite tra il suo essere un'intellettuale a tutto tondo, un po' "vecchia maniera" e il suo essere necessariamente postmoderno e scanzonato. La sua prosa andrebbe studiata a scuola, così come le sue acute osservazioni. Certo, è un libro che presenta anche pagine complicatissime e che richiede molta collaborazione da parte del lettore, ma sa ripagare di ogni attimo di fatica che ci richiede. E con gli interessi!
5 stelle, manco a dirlo!

sabato 15 ottobre 2016

Aldocook - 36 - Pasta risottata alla zucca



 Pasta risottata alla zucca

Tempo occorrente per la preparazione: 15 minuti, cottura: 40 minuti
Livello: facile
Ingredienti per due persone:
200 gr di pasta tipo tubetti o mezzi rigatoni
1/2 zucca
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco secco
1 litro di brodo
1 cucchiaio di olio evo
sale, pepe, erbe aromatiche qb

Dopo una lunga sosta torna Aldocook con un primo piatto molto particolare e dietetico (ahinoi ci siamo rimessi a dieta e stavolta si fa sul serio!). La pasta risottata è pasta che viene fatta cuocere nel suo condimento, anziché essere cotta in acqua, scolata e condita. Si chiama così, perché si prepara come un risotto!
Si tratta di una ricetta molto gustosa, mio adattamento da una delle ricette che sono arrivate con la verdura di Cortilia, ovviamente se non si è a dieta è possibile usare un po' più di olio. A me mancava il rosmarino, ho sopperito con un mix di erbe, ma nella ricetta originale ne era previsto un rametto.
Ah nota di colore: può diventare un piatto vegano (a patto che, contrariamente a ciò che ho fatto io...si usi il brodo di carne!)

lunedì 3 ottobre 2016

Letture di settembre: Murakami, Eco, un po' di noir e Niven

In attesa che io mi degni di finire per voi l'imperdibile post sulle vacanze croate (ho iniziato, ma sono pigro e lento. E mi fanno lavorare troppo), ecco le quattro letture che hanno allietato il mio settembre della tristezza, dovuta al rientro al lavoro, raggruppate in un solo post!

Murakami Haruki - Uomini senza donne
Pur non condividendo appieno l'improvvisa passione per il Giappone che impazza presso molte delle persone che conosco, non posso non rimanere entusiasta ogni volta che mi imbatto in Murakami, un autore che è oramai entrato prepotentemente nel mio personalissimo Gotha.
Questi racconti brevi non fanno eccezione: notevolissimi, soprattutto il primo, che mi ha lasciato letteralmente basito. In generale il leitmovit (mica tanto leit, peraltro) è l'assenza di una figura femminile di riferimento, per i molti uomini di cui Murakami ci offre un breve ritratto, attraverso un momento più o meno lungo della loro vita. Inutile dire che smarrimento è la prima sensazione che si prova. Consueta maestria, anche se il racconto breve non ha la potenza del romanzo, in cui Murakami eccelle. Ciò detto, lettura interessante e di indubbio spessore!
4 stelle

Joe R. Lansdale, Francesco Guccini, Marcello Fois, Jo Nesbø, Loriano Machiavelli - Stesso sangue
Racconti brevi noir da 4 autori interessanti. Personalmente ho goduto, come sempre, con il racconto di Lansdale (anche perchè, occhio, SPOILER rispetto a Honky Tonk samurai) Hap sta bene e lotta insieme a noi! Soliti dialoghi folgoranti, la gag sul nome del cane esilarante (complimenti a chi ha tradotto), i soliti Hap e Leonard. Non male anche il racconto di Machiavelli e Guccini, lascia molto amaro in bocca. Non avevo mai letto Nesbø ed ho affrontato con piacere anche il suo racconto. Marcello Fois scrive mostruosamente bene, non lo scopriamo ora, è ricercato e ogni parola sembra essere stata pensata per ore per andare esattamente nel posto giusto. Però fatica sempre ad emozionarmi, in questo caso invece il suo racconto risulta il più interessante dei quattro. Ottima lettura estiva, con poche pretese (ma il libro si lascia leggere a gran velocità!)
3 stelle

John Niven - Le solite sospette
Terza fatica per Niven, dopo i primi due folgoranti libri. Questo Le solite sospette parte da un'idea già più volte affrontata nel cinema e nella letteratura (le innocue vecchiette insospettabili che organizzano la rapina del secolo) ma viene trattato da Niven col suo stile asciutto, comico, esilarante, irripetibile. Il risultato complessivo è una vera e propria bomba a orologeria, perfettamente scandita nei tempi e nei dialoghi, con personaggi che è impossibile non amare e con una serie di immagini che ti si formano nella mente mentre lo leggi (se un domani decidessero di trarne un film, il libro è già il copione pronto).
Il ragazzo è bravo, maledettamente bravo. Conosce i tempi della scrittura e della storia. Seppure il libro non raggiunga le vette di Maschio bianco etero (per me il suo capolavoro) è comunque esilarante. Vale assolutamente la pena!
4 stelle

Umberto Eco - Pape Satàn Aleppe
Impossibile per me fare una recensione a mente fredda. Quando Eco è morto, io ho pianto, perché se ne andava colui che tanto aveva contribuito a darmi il coraggio di certe scelte (non ultima, attraverso la lettura del Nome della rosa, ho deciso che valesse la pena studiare Filosofia all'università...), quindi è difficile offrire una valutazione indipendente dall'ammirazione che ho per tutti i suoi libri e per la sua sterminata cultura e la sua capacità di utilizzarla.
Detto questo, il libro è una raccolta di Bustine di Minerva, raggruppate per grossi temi. E Eco, te ne rendi conto, ha davvero fatto cultura, affrontando su un settimanale temi variegati, passando dalla quisquilia al senso della vita, senza timore di costringere il lettore a fare un po' di fatica per seguire qualche ragionamento, ma offrendogli in cambio puro ed enorme godimento. Ecco, godimento è ciò che alcune di queste bustine mi hanno offerto. Anche il godimento di dover cercare sul dizionario alcuni termini: in epoca di sempre maggiore appiattimento della lingua, anche scritta, Eco non si faceva alcun problema ad utilizzare - sull'Espresso, non su una rivista accademica, lemmi inusuali e ricercati. In maniera mai spocchiosa, ma sempre restando se stesso. Come al solito mi ha ispirato, aiutato, reso più chiare alcune cose, spiegato concetti, instillato curiosità di lettura. Non ho alcun dubbio che Eco resterà nella cultura non solo italiana, ma mondiale come un grandissimo, di cui ci ricorderemo per molti, molti anni. Grazie, Umberto, davvero. Ci manchi.
4 stelle

martedì 26 luglio 2016

La via del male - Robert Galbraith


Un ottimo passatempo (ma comunque il meno convincente dei libri di Galbraith) - attenzione che c'è un po' di spoiler!

Come sempre Robert Galbraith, notoriamente pseudonimo di JK Rowling, si legge super volentieri: Strike e Robin sono davvero una notevole coppia letteraria, ben assortita e sempre divertente. Però purtroppo in questo ultimo libro c'è qualcosa che manca, forse proprio a causa dell'irrisolto rapporto personale tra i due. Da un lato è vero che Galbraith sembra cadere nella tentazione di farne una coppia tout court (la crisi con l'odioso Mattew, fidanzato di Robin, tra i personaggi più insopportabili della letteratura contemporanea sembra preludere a quello), ma dall'altro proprio questo stare sul filo del rasoio nel rapporto tra i due fa quasi passare in secondo piano l'indagine, che è invece in sé piuttosto inquietante e affascinante. Peccato, forse se il nostro Robert si fosse concentrato di più sulla storia, ne sarebbe uscito un libro migliore. Ciò detto, l'ho letteralmente divorato, come sempre: che il nostro RG aka la nostra JKR sappiano costruire storie che ti incatenano alla pagina, è direi fuori di dubbio. Quindi alla fine, merita la lettura...e l'attesa per il prossimo capitolo della saga!

PS ovviamente immagino qualcuno si sia già accaparrato i diritti cinematografici? I tre libri di RG si presterebbero molto, a mio avviso...

venerdì 1 luglio 2016

[mai più senza] Terzo appuntamento con i consigli di lettura di Aldo per l'estate

Già da due anni la mia amica Antonella mi chiede, grazie alla mia nomea di lettore compulsivo, di consigliarle qualche libro da leggere durante la stagione estiva. Essendo per natura timido e schivo, non solo accetto di buon grado ma le rispondo pubblicamente, come se fosse una lettera aperta su un giornale, affinché tutti i miei 25 lettori possano godere delle mie opinioni.
Per completezza informativa, i post relativi alle due precedenti edizioni sono online qui:
[2014] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2014/06/mai-piu-senza-i-consigli-di-lettura-di.html
[2015] http://aldotorrebruno.blogspot.it/2015/06/mai-piu-senza-torna-lappuntamento-con-i.html

Ed ecco quindi, puntuali come le tasse, ma infinitamente più piacevoli, i consigli per un'estate di letture felici dal vostro Aldino preferito, andando a pescare tra i libri che ho letto in questi 12 mesi!

Partiamo da uno dei libri più sconvolgenti che io abbia letto quest'anno (e non solo): si tratta di Cortesie per gli ospiti di Ian McEwan, uno dei miei autori preferiti. Inquietante e disturbande, ma imperdibile. E per rimanere sul tema inquietudine proseguiamo con Lacci, di Domenico Starnone. Un autore capace di tanta verve nei suoi libri sulla scuola che qui però ci propopone una sorta di retrospettiva sul fallimento.
Per evitare di diventare troppo tristi, suggerisco di stemperare con un po' di Malvaldi: i vecchietti del Bar Lume sono troppo simpatici e i libri della serie meritano davvero. Io li ho letti tutti separatamente scopro ora che esistono anche in un unico volume dal titolo Trilogia del Bar Lume. Trame ben costruite, impossibile non amare i vecchietti!
[Questo non vale, perché Antonella lo ha già letto lo so] Un altro libro per me sconvolgente è stato Molto forte, incredibilmente vicino di Safran Foer. Devastante, mi ha letteralmente prostrato e al contempo mi è piaciuto tantissimo.
Uno dei libri che più mi ha colpito dell'anno è stato Anna di Niccolò Ammaniti che è un altro dei miei autori preferiti e che qui ha avuto un'idea di fondo talmente eccezionale che anche quando hai finito di leggerlo continua a ronzarti in testa. Bello bello.
Capolavoro surreale dell'anno è stato La schiuma dei giorni di Boris Vian. Non conoscevo questo autore geniale: strambo e straniante. Se non ci si spaventa della non-logica che lo guida, vale la pena!
Tra i tanti autori che amo uno ha un posto particolare nel mio cuoricino ed è Joe R. Lansdale, il re dell'hard boiled. Honky Tonk Samurai segna il grande ritorno di Hap e Leonard. Deve piacere il genere, ci sono un sacco di parolacce e molto sangue. Ma se piace, è un ritorno coi controfiocchi. Anzi, coi controcazzi, come direbbero Hap e Leonard!
Capitolo a parte merita Michele Mari, autore supercolto e citazionista, con puzza sotto il naso e prosa forbitissima, nonché fine filologo. Me lo ha fatto scoprire la mia collega Marina (che ringrazio) che mi ha prestato i due suoi libri che ho letto Filologia dell'anfibio e 100 poesie d'amore a Ladyhawke. Alla fine è talmente spocchioso che credo generi o odio profondo o semivenerazione. Io ricado nel secondo caso.
Per concludere, un'altra nuova scoperta e un grandissimo ritorno: la nuova scoperta (mia, perché è forse l'autore più mainstream del momento) è Franzen, di cui ho letto in successione Purity e Le correzioni. Dovendone scegliere uno, sceglierei il primo: il secondo per chi oscilla tra i 40 e i 50 (ed è il mio caso) è troppo doloroso perché mostra ciò che ci sta per accadere. Meglio Purity che mostra la complessità del mondo in cui viviamo...
Il grande ritorno è invece (ed è l'ultimo libro che ho letto) quello di Jonathan Coe, che con Numero 11 torna ai fasti che lo caratterizzavano, dopo un paio di libri non proprio al suo livello. Grande libro, divertente, mai banale, sarcastico, adorabile.   

Buona estate e buone letture a tutti! E se leggendo questi consigli vi è venuto in mente di contraccambiare...siete i benvenuti: ditemi cosa posso leggere quest'estate!

Tutte le recensioni di questi libri (e di molti altri) sono sul mio profilo anobii: http://www.anobii.com/aldotorrebruno/books

lunedì 20 giugno 2016

Aldocook - 35 - Gnocchi alla borraggine



 Gnocchi alla borragine

Tempo occorrente per la preparazione: 20 minuti, cottura: 3 minuti
Livello: facile
Ingredienti: Ingredienti per 2 persone: 1/2 kg di borraggine, una decina di pomodorini, 1/2 cipolla, una manciata di pinoli, 2 foglie di salvia, 300 gr di gnocchi di patate, olio evo, sale qb

Dopo una lunga sosta torna Aldocook con un primo piatto molto particolare: da quando abbiamo fatto l'abbonamento a Cortilia (www.cortilia.it) abbiamo imparato ad apprezzare un po' di verdure che non conoscevamo o che non sono così usuali (come ad esempio la barba dei frati, il cavolo nero, oppure, per l'appunto la borragine). Qui l'ho preparata come condimento per degli gnocchi (purtroppo comprati, ma di ottima qualità), assieme a pomodorini freschi e pinoli, un accostamento che a noi è piaciuto moltissimo! In alternativa le grandi foglie di borragine si possono passare in pastella e friggere (come si fa con la salvia) e sono deliziose, oppure possono essere utilizzate come classico ripieno dei pansoti liguri. In ogni caso è una verdura poco nota ma davvero saporita!
Ah nota di colore: si tratta di un piatto vegetariano!

martedì 24 maggio 2016

Webinar sul MiniMapathon tenuto per la Denver University e Geo for All

Con i colleghi di GEOLab abbiamo tenuto un webinar per Geo for All e per l'università di Denver. Abbiamo parlato del MiniMapathon, di come lo abbiamo realizzato, dei risultati didattici conseguiti e della validazione. Il tutto è diviso in due parti (io sono al minuto 20 della prima parte):




lunedì 9 maggio 2016

Purity - Jonathan Franzen

Il mio primo incontro con Franzen. Eccellente!


Sapevo da alcuni amici lettori (e dal fatto che non vivo in una bolla estranea allo spazio-tempo) che Franzen è una sorta di re Mida, in grado di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Non immaginavo però che fosse così bravo: Purity è un grande romanzo familiare, un po' bildungsroman (con inevitabile scioglimento finale), un po' dickensiano, sicuramente molto contemporaneo e con un paio di personaggi davvero ben tratteggiati. Su tutti svetta la protagonista, Pip, ma anche Andreas Wolf è molto interessante e così anche i vari personaggi di contorno.
La scrittura scorre rapida e piacevole ma ciò che più colpisce è la sicurezza di sé che traspare da ogni pagina, da ogni paragrafo, da ogni frase: l'autore non è tracotante ma ben consapevole dei suoi mezzi e ne fa sfoggio senza mai esitare. L'effetto è di grande piacevolezza nella lettura, di urgenza quasi nell'andare avanti nella storia, anche se Franzen ci mette del suo alternando flashback e flash-forward spostando il piano dell'azione in luoghi e momenti diversi, costringendo il lettore a prestare attenzione e a collegare da solo i pezzi del puzzle che piano piano si compongono.
Sicuramente freudiano, il libro oscilla davvero tra amore e morte, tra sanità e follia, tra rapporti con le figure genitoriali che devono essere in qualche modo superati, cui occorre giocoforza andare oltre.
Se questo è stato il mio primo Franzen... so per certo che non sarà l'ultimo!
5 stelle. Consigliatissimo.

giovedì 21 aprile 2016

Lavorare col tablet è impossibile (nonostante cloud e tastiera)

Scrivo questo post sul frecciarossa, di ritorno (viaggio lungo!) da Udine dove sono stato a Didamatica a presentare un meraviglioso paper su un progetto in cui credo molto, mappatura umanitaria collaborativa fatta su OpenStreetMap con bambini di 10 anni.
Ma ciò di cui voglio raccontarvi, cari i miei 25 lettori appassionati di nuove tecnologie è altro: ho deciso, visto che stavo via solo due giorni, di portarmi solo il tablet, risparmiandomi il peso del portatile. Scrivo quindi queste righe sul mio iPad mini, corredato (deo gratia) di tastiera Bluetooth,
Ebbene, in questi giorni volevo fare un po' di lavoro, essenzialmente mailing (per questa attività il tablet con tastiera si è rivelato perfetto) e modifica di documenti. Tutti i documenti su cui dovevo lavorare sono sul cloud: un po' di Google drive, un po' di Dropbox. Ho la app di Pages connessa con iCloud e ho pure la app di Word, versione a pagamento che permette di fare tutto. Ebbene, non ci sono santi: per la scrittura "seria" il tablet non è sufficiente. La mancanza di reale multitasking (quando "salti" da una app all'altra ci sono tempi di attesa insopportabili e ti sembra sempre che il processore debba ricalcolare tutto da capo, hai sempre la sensazione che qualcosa si sia perso), la mancanza di un filesystem vero e proprio (surrogato dalle cartelle di Dropbox o di Drive), la fatica nel fare copia-incolla, la difficoltà micidiale di inserire attacchment in una mail, farebbero perdere la pazienza anche al Mahatma Gandhi, che mi piace immaginare in preda a una crisi luddista, lanciare il tablet nel Gange, bestemmiando Brahma).
Quindi, in definitiva: w il tablet per navigare e per le mail, ottimo per prendere appunti alla conferenza (a patto di avere la tastiera Bluetooth) ma assolutamente pollice verso per lavorare seriamente. Scuole che volete dotare i docenti o gli studenti di tecnologia... Pensate bene allo scopo che avete in mente, prima di prendere cantonate tremende seguendo la moda!

sabato 12 marzo 2016

Cento poesie d'amore a Ladyhawke - Michele Mari

Un genio
Seconda opera di Mari che leggo, sempre grazie a un prestito della mia amica Marina, che lo venera. Ed è impossibile darle torto: se in Filologia dell'anfibio c'è ironia, gusto dell'assurdo, calembour, in questa raccolta di poesie c'è amore folle e disperato, conquista, separazione, strazio e dolore. Insomma, tutti gli elementi che ci si aspetta da una raccolta di poesie!
Confesso a tal proposito che io trovo solitamente orripilante la poesia contemporanea. È un mio limite, lo so, ma quando leggo poesie contemporanee mi si accappona la pelle, mi vengono i sudori freddi, divento nervoso e (di solito) vorrei strozzare il poeta o presunto tale. Ebbene, in questo mirabile caso non è andata così: Mari riesce a recuperare una forma poetica non solo accettabile ma decisamente affascinante. Riesce a collegarsi in qualche modo alla tradizione poetico-cavalleresca, senza risultare falso, anacronistico o stucchevole. Questo per me è segno di indubitabile grandezza. E vi assicuro che mi sono accostato a queste cento poesie d'amore carico di una buona dose di scetticismo. Ma mi dichiaro vinto, felicemente vinto!
5 stelle

Ah, dimenticavo: ecco la poesia che ho preferito:

Come un serial killer
faccio pagare alle altre donne
la colpa
di non essere te



lunedì 29 febbraio 2016

Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano - Andrea Camilleri

Il giovane Salvo

Un bel libro: 8 racconti brevi, 8 indagini di un commissario Montalbano in pieni anni 80, più giovane, meno meditativo, più irruente e coraggioso, con la presenza di Livia molto più costante rispetto alle indagini che verranno (in realtà che già abbiamo letto, la magia del tempo della finzione rispetto al tempo in cui siamo immersi...)
Accanto a Salvo tutti i personaggi cui siamo abituati, con qualche anno in meno: Augello più che mai attivo come playboy, Fazio sempre intelligente e ancora più d'azione del solito, Catarella meno cauto e sempre comico (basti questa frase geniale: "Trattasi di un catafero di sesso fimminino di donna attrovato dintra nel portoni di via Pintacucuda arrecante il nummaro civilico 18")
Le storie sono appassionanti, anche se secondo me Camilleri da il meglio del suo genio nel romanzo lungo più che nel racconto breve, in cui può chiedere al lettore di seguirlo per percorsi più complessi e concatenati, mentre qui a volte le soluzioni possono apparire troppo semplicistiche.
Però come al solito, tutti i pregi di questo prolifico, incredibile autore: dalla lingua che si è inventato, alla capacità di costruire la trama, ai personaggi mai banali con le loro particolarità e idiosincrasie. Una curiosità per maniaci: il giovane Montalbano mangia da Calogero e non da Enzo!
4 stelle

venerdì 26 febbraio 2016

L'apprendistato di Duddy Kravitz - Morechai Richler

Richler, un fuoriclasse

Non ringrazierò mai abbastanza la mia ex collega Silvia B. per avermi fatto conoscere Mordechai Richler, un autore davvero notevolissimo, un vero e proprio fuoriclasse, capace di raccontarti le storie ebraiche di Montreal - rendendole di fatto universali - con una capacità di narrazione fuori dal comune. Certo, Duddy non è Barney, il personaggio impareggiabile del suo capolavoro (La versione di Barney, che vi consiglio con tutto il cuore), ma è comunque un personaggio che è impossibile non seguire nelle sue avventure. L'ansia da prestazione che si accumula sulle sue spalle, le costrizioni famigliari e dell'ambiente ebraico franco-canadese che sembrano sempre sul punto di schiacciarlo, i suoi travagliati affari, le sue storie sentimentali, tutto concorre a costruire un affresco che si legge davvero tutto d'un fiato. Come del resto sembra esplicitamente volere anche l'autore: la scrittura è caotica, veloce, nervosa, quasi frettolosa, come se lo stesso Richler non riuscisse a resistere al desiderio di raccontarci tutta la storia, quasi che le cose da dirci gli si affastellino una sull'altra e lui volesse finire di raccontarcele. E noi non vediamo l'ora di ascoltarle!
Scopro a lettura ultimata che questo è un romanzo giovanile dell'autore... beh che dire? Chapeau!
4 stelle

venerdì 19 febbraio 2016

Lo sguardo capovolto - convegno sulla Flipped classroom

Lo sguardo capovolto
Secondo convegno nazionale sulla classe capovolta
Roma, 19 febbraio 2016 - Biblioteca Nazionale Centrale
Guarda (e scarica) la mia presentazione "Oltre la flipped classroom"

Segui qui lo streaming del convegno:

martedì 16 febbraio 2016

Cari mostri - Stefano Benni

Il primo racconto vale l'intero libro

Stefano Benni non è più quello di una volta, è diventato noioso, vecchio, paludato, bla bla bla... ebbene, amici, mi spiace (anzi, non mi spiace per nulla!) ma non sono d'accordo! Questo Cari mostri pur non essendo di livello omogeneo (come sempre capita coi racconti) contiene alcune perle meravigliose e degne di questo grandissimo autore. In particolare il primo racconto secondo me vale l'intero libro, ma non è l'unico. In generale, sono racconti amari; non proprio spaventosi, piuttosto inquietanti, una sorta di Buzzati però più scanzonato (come in stile di Benni). Insomma, sarà che sono un fan, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio, ma a me Cari mostri è piaciuto ed è piaciuto un bel po'. Del resto quando divori un libro in due giorni, nonostante il frullare della vita attorno a te, vorrà pur dire qualcosa, no?!
4 stelle

sabato 13 febbraio 2016

Filologia dell'anfibio - Michele Mari

Insopportabile, snob, geniale!

E' la prima volta che affronto un libro di Mari, dietro prestito della preziosa amica Marina che lo idolatra e ha voluto condividere con me la sua adorazione. Ebbene, missione compiuta: all'inizio il libro è semplicemente insopportabile, con lo stile aulico, l'utilizzo di termini e allocuzioni coltissime, uno stile spocchioso e snob all'inverosimile. Poi però ti rendi conto della grandezza dell'operazione, emerge potentemente, in maniera straniante, da questo linguaggio così grandioso tutta l'assurdità della vita militare. Chi, come me, ha avuto la fortuna di evitare tale tortura riscopre in queste pagine la vittoria del non senso che informa di sé la vita militare e la rende così aliena, riascolta i racconti di chi dovette subire tale tortura (a me bastarono i famosi tre giorni, proprio al distretto di Como di cui parla l'autore, per assaggiare la follia e l'assurdità di quella vita). Ebbene, questa operazione viene arricchita dalla forma in cui viene narrata, al punto che la sensazione di repulsione suscitata all'inizio si tramuta ben presto in adorazione pura: aspetti che Mari ti racconti, a suo modo, un nuovo episodio che ha mandato in corto circuito il suo cervello, abituato a ben altre altezze...
Insomma, credo di poter dire che un libro come questo possa polarizzare i lettori: o un odio viscerale o un amore incondizionato...come nel mio caso!
5 stelle...e grazie Marin!

E l'uomo incontrò il cane - Konrad Lorenz

Un libro un po' agé ma Lorenz sapeva il fatto suo!

Per uno che è cresciuto divorando (più volte) l'Anello di Re Salomone, leggere a 40 anni questo libro è stata un'esperienza nell'esperienza: ritrovare un vecchio professore saggio, che mi ha saputo affascinare tanti anni fa e risentire la sua voce, sempre accattivante. Ciò detto, il libro risente dei suoi anni: parla di un mondo che non esiste più, molte delle nostre conoscenze sul comportamento canino sono decisamente progredite e in alcuni aspetti l'approccio di Lorenz suona anacronistico. Nonostante ciò, il libro è godibilissimo e affascinante: personalmente ho trovato molto piacevole la prima parte, quando l'etologo ricostruisce la domesticazione dei primi cani e ho trovato meravigliose le parole (durissime) che Lorenz dice quando parla di chi ama i cani più delle persone: davvero solo comprendendo la differenza di tipo di intelligenza possiamo apprezzare appieno l'alterità, e poche cose abbruttiscono l'uomo come l'umanizzare comportamenti del cane (lo dico convivendo felicemente con un bestione nero Uran, da 6 anni a questa parte). Dobbiamo imparare ad apprezzare il cane per quello che è, non perché interpretiamo in maniera umana i suoi comportamenti, altrimenti rischiamo di appiattire il nostro rapporto con lui!
In definitiva: fatta la tara al tempo che è passato, un libro che ogni amante dei cani dovrebbe leggere!
4 stelle

lunedì 8 febbraio 2016

Honky Tonk Samurai - Joe R. Lansdale

Il ritorno di Hap e Leonard

Qualcuno ha detto che le avventure di Hap e Leonard attraversavano un periodo di stanca? Qualcuno ha detto che Lansdale aveva spremuto tutto lo spremibile da questi due eccezionali personaggi (e dai loro amici di contorno)? Beh, qualcuno si sbagliava. Il nuovo capitolo della loro saga si legge godendo ogni singola riga, assaporando ogni folgorante dialogo, in attesa del prossimo colpo di scena.
Colpo di scena (estremo!) che si ha nell'ultima pagina...che voglio sperare sia solo un passaggio verso il prossimo libro che li vedrà protagonisti. Non facciamo scherzi, neh, big Joe?

E per finire la frase più in stile 100% Lansdale del libro, una fantastica riflessione da riciclare il giorno di San Valentino:
"È cosí che funziona l’amore. Finché va bene, è una magia continua. Ma quando le cose si mettono male, diventa peggio che se ti pisciassero nella minestra."

Serve aggiungere altro?
5 stelle, poche storie!

sabato 30 gennaio 2016

Aldocook - 34 - Pasta broccoli e ceci brodosa



 Pasta broccoli e ceci brodosa

Tempo occorrente per la preparazione: 10 minuti, cottura: 25 minuti (a seconda del tempo di cottura della pasta)
Livello: facile
Ingredienti: Ingredienti per 4 persone: due broccoli, una scatola di ceci lessati, mezza cipolla piccola, acqua circa 1,5 l, 250 grammi di pasta corta tipo tubetti o mezze penne, sale, pepe, olio evo, qb

Ho assaggiato questo piatto dalla mia collega Patty, la quale mi ha svelato la ricetta e mi ha dato il permesso di girare il video. Io ne vado pazzo, è un brodo perfetto per le sere invernali! Grazie Patty!

Godetevi la corsa - Irvine Welsh

Oh soci, un libro davvero bello. Al limone!



Godetevi la corsa è un libro di Welsh al 100%, con tutte le caratteristiche di questo autore: una scrittura sgrammaticata e piena di slang, parolacce, gente che muore, gente che tromba in ogni dove...con un personaggio che non si può non amare, il taxista tuttofare grande amatore Gas Terry. La storia si svolge per le strade di Edimburgo ed essendo stato in Scozia quest'estate, il libro mi è risultato ancora più godibile, visto che ad Edimbra e all'orrendo clima scozzese ho lasciato un bel pezzo di cuore. Si ride, ci si scandalizza, si immaginano scene incredibili. Insomma, puro Welsh, davvero. Vale la pena, soci. Al limone!
4 stelle

venerdì 22 gennaio 2016

Tutti i tweet possibili del mondo

Stamattina mi sono svegliato con una domanda che mi ronzava in testa: quanti sono i tweet possibili che esistono? Una domanda che chiunque conosca un po' di matematica avrebbe risolto in un nanosecondo, e che invece io non ero in grado di risolvere. Per fortuna però lavoro al Politecnico di Milano e ho fior di ingegneri a cui chiedere.
Ho così scoperto che prendendo le 26 lettere dell'alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, lo spazio (fondamentale!), le 5 lettere accentate gravi (saltiamo le acute per praticità), i seguenti segni di interpunzione: , . ; : ? ! - ovviamente il cancelletto per fare gli #hashtag e pensando che maiuscole e minuscole non facciano differenza, il numero totale di tweet possibili è:

7.174648e+237

Non è pazzesco pensare che in quel numero ci siano un sacco di frasi incomprensibili, pochissime dotate di senso, rispetto al numero, ma tra queste tutte le poesie che stanno in 140 caratteri, l'inizio dei Promessi sposi e di qualunque altro libro, pezzi di terzine dantesche, i peggiori insulti, le più belle frasi d'amore, insomma davvero tutto?
Mi da le vertigini...

(il mio collega a cui l'ho raccontato dice che devo smetterla di bere l'orzo la mattina perché è sicuramente tagliato con qualcosa di strano)

sabato 16 gennaio 2016

Risvegli - Oliver Sacks

Un grande medico, un grande scrittore, un grande uomo

Oliver Sacks, di cui avevo già letto "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" è stato uno dei medici e ricercatori nel campo della neurologia forse più influenti del XX secolo. Nel 2015 è morto di tumore e leggere i suoi ultimi pensieri, che il NYT ha pubblicato nei mesi della malattia, dà la dimensione della grandezza di questo uomo (si trovano facilmente su Internet, vale la pena di cercarli!). E' però proprio in questo libro, in Risvegli, secondo me, che emerge massimamente la dimensione di Sacks: neurologo di importanza mondiale, straordinario divulgatore, scrittore colto e piacevole da leggere. Ciò che più mi ha colpito è quanto io abbia al contempo dovuto faticare per leggere il libro (non sono un medico, quindi i termini tecnici sono ostici!) e al contempo quanto piacere mi abbia dato questa lettura. Piacere di imparare, piacere di scoprire cose che non sapevo, e che Sacks, straordinario professore, mi ha spiegato con pazienza pagina per pagina, dandomi l'esatta dimensione di quanto stava accadendo, in maniera straordinaria ai suoi pazienti.
La medicina auspicata in questo libro è molto vicina alla medicina degli antichi, alla sapienza ippocratea: viene presentata una visione olistica del ben-essere, con frequenti incursioni nella metafisica (Sacks confessa di aver trovato la sua stella polare filosofica nell'opera di Leibniz, ma si vede che conosce molto bene anche Kant e Nietzsche). I suoi pazienti, dopo 40 anni di sonno, vengono risvegliati da una nuova medicina, la L-dopa, e tornano alla vita, in maniera burrascosa, rocambolesca, affascinante, il loro medico ci narra di tali risvegli analizzando il complesso di ogni paziente in ogni sua sfaccettatura, in maniera mai banalizzata, senza mai trattarlo come un numero, piuttosto che i meri sintomi e i fenomeni che accadono. Spiace vedere al giorno d'oggi che invece la medicina è sempre più frequentemente l'opposto, la ricerca della titolazione, del meccanicismo dose del farmaco - effetto, senza alcuna cura a tutto ciò che ci sta intorno, ovvero alle persone che sono i pazienti, i medici, gli infermieri.
Lettura notevolissima, che mi ha insegnato molte cose affascinanti. 
4 stelle!

martedì 5 gennaio 2016

La schiuma dei giorni - Boris Vian


C'è un solo modo per descrivere questo libro di Boris Vian: capolavoro. Mi spiace solo esserci arrivato così tardi, a 41 anni suonati (anzi, proprio di regalo di 41mo compleanno si tratta), ma per fortuna ci sono arrivato!
La scrittura di Vian è davvero incredibile, poetica, surreale, piena di calembour e giochi di parole (a proposito: complimenti al traduttore, deve essere un incubo avere a che fare con un libro così). Si respira, in ogni riga del libro, l'ansia di vita che deve aver contraddistinto il suo autore, si provano sentimenti di enorme pienezza, si intravede un amore che tracima...e si finisce per piangere disperati alla fine, quando si scopre che l'assurdo e l'ineluttabile hanno la meglio sulle nostre vite. Vian gioca con le parole, con la lingua, con la storia è coi suoi incredibili personaggi. Il lettore lo segue affascinato, trovando perfettamente plausibili tutte le sue stramberie e godendone. Un grande libro, in definitiva. Certo, bisogna cambiare registro e accettare situazioni surreali...
5 stelle e grazie a Dani per questo regalo stupendo!
Nota di colore: era da tantissimo che non leggevo un libro di carta... è incredibile come la mia forma mentis sia cambiata, dopo anni e anni di onorato servizio da lettore cartaceo, mi faceva strano non avere la possibilità di evidenziare alcuni brani, o di accedere in un clic al dizionario. Sensazione particolare.