Richler, un fuoriclasse
Non ringrazierò mai abbastanza la mia ex collega Silvia B. per avermi fatto conoscere Mordechai Richler, un autore davvero notevolissimo, un vero e proprio fuoriclasse, capace di raccontarti le storie ebraiche di Montreal - rendendole di fatto universali - con una capacità di narrazione fuori dal comune. Certo, Duddy non è Barney, il personaggio impareggiabile del suo capolavoro (La versione di Barney, che vi consiglio con tutto il cuore), ma è comunque un personaggio che è impossibile non seguire nelle sue avventure. L'ansia da prestazione che si accumula sulle sue spalle, le costrizioni famigliari e dell'ambiente ebraico franco-canadese che sembrano sempre sul punto di schiacciarlo, i suoi travagliati affari, le sue storie sentimentali, tutto concorre a costruire un affresco che si legge davvero tutto d'un fiato. Come del resto sembra esplicitamente volere anche l'autore: la scrittura è caotica, veloce, nervosa, quasi frettolosa, come se lo stesso Richler non riuscisse a resistere al desiderio di raccontarci tutta la storia, quasi che le cose da dirci gli si affastellino una sull'altra e lui volesse finire di raccontarcele. E noi non vediamo l'ora di ascoltarle!
Scopro a lettura ultimata che questo è un romanzo giovanile dell'autore... beh che dire? Chapeau!
4 stelle
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