martedì 21 gennaio 2014

Ancora su Solar - Ian McEwan

A seguire il mio post di ieri con la recensione del libro, ecco qualche frase che mi ha particolarmente colpito, precedute da una minuscola nota a margine. Ribadisco: un libro notevole. Ah dimenticavo: su Anobii gli ho assegnato 4 stelle su 5. Per capirci: Beard è il protagonista del libro, premio Nobel per la fisica grazie alla Conflazione Beard-Einstein e scienziato di fama mondiale.

A volte la realtà non è all'altezza della fantasia...
questo non perché, o non solo perché, Beard fosse un bugiardo, ma anche perché sapeva istintivamente quanto sia sbagliato non rendere onore a una bella storia. 

Beh, sì, direi che non gli si possa negare questa possibilità!
Come uomo di una certa età, senza figli, al capolinea del quinto matrimonio, era in grado di concedersi un pizzico di nichilismo. 

Sempre a proposito della fantasia, e della concretezza
Il poetico, lo scientifico, l'erotico: perché mai la fantasia avrebbe dovuto votarsi al servizio di un unico padrone ? 

Un'altra delle cose che mi ha affascinato del libro è che rispecchia bene sia la criminale misconoscenza della scienza da parte degli umanisti, sia la supposta superiorità degli scienziati, o meglio l'illusione scientista che esista una verità e un modo di descriverla che sia oggettivo (al protagonista avrebbero fatte bene copiose iniezioni nietzscheane)
A Beard era giunta voce che nelle facoltà umanistiche circolassero idee strane. Si diceva che agli studenti di tali discipline venisse abitualmente insegnato che la scienza era solo un sistema di credenze come altri, attendibile quanto la religione e l'astrologia, né più né meno. 

Quelli che continuavano a menarla sulla narrazione di solito avevano una visione ubriaca della realtà, ed erano convinti che qualunque versione se ne desse potesse vantare lo stesso valore. 

Questa mi fa impazzire:
L'imperfezione umana era sconfinata. 

Anche questa non scherza (cito Jannacci: "Quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro, oh yeah"):
Le diagnosi sono come degli anatemi moderni. Se non andassimo a farci vedere, non ci potremmo beccare quello che i dottori non vedono l'ora di affibbiarci. 

lunedì 20 gennaio 2014

Solar - Ian McEwan

Ian McEwan rientra nella cerchia dei miei autori preferiti, da quando mi folgorò con Espiazione.
Ha una facilità di scrittura che è davvero invidiabile e capacità di tenerti legato alla storia anche quando questa è oggettivamente debole, ma soggettivamente forte, come in Chesil Beach. 
In questo caso racconta una storia oggettivamente e soggettivamente coinvolgente e lo fa con rara maestria e notevole talento. L'idea stessa di scrivere un libro che abbia per protagonista un premio nobel per la fisica secondo me è geniale: è evidente infatti che un premio di rilevanza planetaria vada a modificare - e pesantemente - la percezione di sé di uno scienziato, e la percezione che gli altri hanno di lui, che alteri gli equilibri accademici e non. Seguirlo attraverso questo processo, costruendo una trama davvero interessante attorno è un vero colpo di genio.
Ma la storia è anche ricchissima di verità: bazzicando da quasi 20 anni, prima come studente poi come lavoratore della conoscenza in ambiente universitario, devo dire che ho trovato estremamente aderenti al vero le parti in cui viene descritto come il protagonista riesca a campare per grandi tratti della sua vita su un'unica idea geniale sviluppata in gioventù, e come questa gli garantisca una sorta di "credito illimitato", che lui poi con pochissima fatica riesce a trascinare con sé in tutte le sue imprese intellettuali. Quando si auto-osserva senza indulgere all'autocompiacimento e descrive questo suo vivere di rendita, quando si accorge del fatto che mentre lui invecchia, anche intellettualmente, i suoi post-doc facciano discorsi per lui ormai incomprensibili, ma ciononostante si sempre lui a godere di un vantaggio di posizione schiacciante, mi è sembrato di leggere una storia che mi capita di osservare dal vivo piuttosto spesso...

giovedì 16 gennaio 2014

Il re muore - Egokid

Ragazzi, state pronti! Il 4 febbraio esce Troppa gente su questo pianeta, il nuovo disco degli Egokid! Dovete sapere che Pier, uno dei componenti di questo gruppo è nell'ordine:
- un collega di scuola Anna
- un nostro vicino di casa con cui condividiamo appassionate cene in cui io e lui beviamo sempre troppo (mentre i nostri partner sono più morigerati :))
ma soprattutto...
- un grandissimo fan di Uran!

Fatta questa doverosa premessa, gli Egokid sono veramente bravi e meritano di essere attentamente ascoltati. Per prepararvi degnamente all'uscita del disco, un paio di suggerimenti per voi: in primo luogo godetevi il video del nuovo singolo, che sarà contenuto nell'album e che hanno scritto assieme a Samuele Bersani. A me piace tantissimo, sia il video (con le foto dei Marvellini, geniali) sia la canzone che trovo musicalmente molto attuale. Ecco il video, uscito ieri su Wired.it:

E se poi volete approfondire, ascoltateli su Spotify o (meglio ancora) rendete felice Pier acquistando il loro precedente disco Ecce Homo su iTunes!




martedì 14 gennaio 2014

I lavori in casa

Partiamo dalla premessa che non posso lamentarmi troppo. Dopotutto col fatto che grazie all'allergia alla polvere mi basta smuovere due o tre libri - e di libri in casa ne abbiamo alcune centinaia - per stare malissimo e trasformarmi in Darth Vader, quella santa donna sta facendo tutto lei, risparmiandomi la crisi di asma e un sacco di fatica.
Ciò detto, che c'è di peggio dei lavori in casa? Intendo dire: ancora devono iniziare, manca una settimana, più o meno, ed è da 10 giorni che i lavori preparatori fervono. E svuota la libreria, e butta le tonnellate di oggetti clamorosamente inutili che si accumulano in casa, e telefona all'impresa, e convinci l'idraulico, e fai arrivare le piastrelle, e dormi da un'altra parte (senza la wireless, ma vi rendete conto del sacrificio inumano?)...
A proposito di buttare oggetti misteriosi: è incredibile quante sorprese possa riservare una casa decisamente piccola come la nostra. Un esempio: circa 5 anni fa acquistammo presso una multinazionale svedese del mobile per la quale la famiglia TorrEpis nutre un ambivalente sentimento di odi(Aldo)-et-amo(Anna) un vasetto dalla forma particolare, stretto e alto. Bene, questo ameno cilindretto votato a contenere fiori o altre meraviglie della natura si è perso circa 5 minuti dopo aver varcato la soglia di casa. A più riprese è stato cercato, financo con cartelli "Wanted dead or alive" modello film Western, ma pareva essersi volatilizzato, prima ancora di fare il suo esordio come orpello casalingo. Rassegnati all'idea che gli alieni lo avessero rubato col raggio trasportatore, incuriositi da tale manufatto e da come sia possibile che si possa votare per 20 anni SilvioB salvo poi passare da un comico all'altro, è stato ritrovato, come in una capsula del tempo, da Anna in un recesso lontano di un armadio. Miracolo! Questo è solo un piccolo esempio (e abitiamo in 65 mq, non oso immaginare cosa possa popolare per esempio casa dei miei, o quella dei miei suoceri...) ma rende l'idea.
Ma il vero dolore al povero Aldino viene inflitto dalle imprese che i lavori li devono fare, questi oggetti mitologici metà uomini e metà inadempienza. Trovarli al telefono è un'impresa. Farsi fare un preventivo, un miracolo. Gli chiedi la data in cui prevedono di iniziare i lavori e sembra di interrogare l'oracolo di Delfi: devi interpretare la risposta grazie alle tue abilità di esegeta, leggere le foglie di te e leggere i segni della loro venuta non già nelle comete ma nelle crepe sul muro (abbattendo, of course). Per non parlare della loro frase favorita: "adesso non lo so, ma domani la chiamo e le do una risposta". Il domani cui si riferiscono è un giorno generico collocato in un futuro a medio termine. Per ora il giorno successivo a quello in cui giunge tale promessa non si è mai rivelato adatto a tale definizione. Vi terrò aggiornati, dovessi sopravvivere all'impresa...
 

domenica 5 gennaio 2014

Aldocook - 28 - Sèpe in tocio (Seppie in umido)



 Sèpe in Tocio (Seppie in umido)

Tempo occorrente per la preparazione: 20 minuti, cottura: 120-150 minuti
Livello: medio
Ingredienti per 4 persone: 1 kg di seppie, 2 spicchi d'aglio, una piccola cipolla bianca, un bicchiere di vino bianco secco, un barattolo di polpa finissima di pomodoro, acqua, olio extravergine d'oliva qb. Per il riso di accompagnamento: 200 gr di riso, 1/2 litro d'acqua, dado granulare, mezzo spicchio d'aglio, olio extravergine d'oliva qb oppure otto fette di polenta grigliate

Una ricetta tradizionale veneta il cui segreto è far cuocere le seppie per tantissimo tempo a fuoco basso, in maniera che divengano morbidissime. Come sempre per le ricette di pesce, è stata girata a Chioggia, dopo rifornimento al mercato del pesce dal pescivendolo dagli occhi di ghiaccio, Stefano.

venerdì 3 gennaio 2014

La foresta di Joe R. Lansdale

La fine del 2013 ha portato con sé il nuovo libro di uno dei miei autori preferiti, lo scrittore texano (Texas del sud, sia chiaro!) Joe R. Lansdale. Il libro si intitola La foresta, ed è secondo me uno dei suoi libri meglio riusciti, quindi se non conoscete questo autore, non vi dispiace il turpiloquio e non vi fa paura un po' di violenza gratuita e parecchi morti da arma da fuoco, e volete leggere qualche metafora assolutamente geniale, potrebbe essere un eccellente modo di iniziare il 2014!

Riporto qui la mia recensione su anobii e il link alla fumett-recensione di Zerocalcare.
E auguro a tutti che il nuovo anno sia pieno di buone letture!

>> La mia rece su anobii:


Il re è tornato



Credo che Joe R. Lansdale sia in assoluto il re del suo genere. Nessuno è capace di scrivere romanzi hard boiled come i suoi. Nessuno è capace di intessere trame sempre simili a sé stesse eppure sempre appassionanti. Nessuno sa tirare fuori dal cilindro metafore esilaranti come le sue. A nessuno scrittore verrebbe mai in mente di scrivere un romanzo di ricerca che veda come protagonisti un ragazzino rosso di capelli, un enorme uomo di colore, un nano, una prostituta, uno sceriffo ex cacciatore di taglie, un ex schiavo e un maiale selvatico.

Nessuno sa scrivere dialoghi come i suoi: alcuni scambi in particolare tra Shorty e Eustace ricordano molto da vicino (sono un prequel?) quelli cui siamo abituati tra Hap e Leonard.

Giusto per rendere l'idea, ecco tre brevissimi passaggi:

"faceva già caldo e tra poco sarebbe stato appiccicoso come un cucchiaio di melassa spalmato sotto un’ascella."

"Il vicesceriffo, appena è iniziata la sparatoria e un proiettile gli è sfrecciato accanto, è fuggito via come un coniglio. Se avesse corso piú veloce si sarebbe perso i vestiti."

"Quando parlava era come se stesse cercando di fare i gargarismi con la bocca piena di puntine da disegno."

Poi è chiaro, la trama è sempre la solita, non succede nulla di particolare, ci sono un mucchio di parolacce e di violenza gratuita ed assurda.

Ebbene sì, se me lo state chiedendo, la risposta è sì. La foresta è assolutamente a livello dei suoi migliori libri.


>> La rece a fumetti di Zerocalcare (la faccenda delle puntine da disegno ha affascinato entrambi, noto): http://www.zerocalcare.it/2013/12/23/recensioni-la-foresta-di-lansdale/