Il libro più doloroso di MH
Houellebecq è un autore che frequento da lunghissimo tempo, credo di aver letto praticamente tutto ciò che ha scritto. Ha sempre avuto una capacità di irritarmi e provocarmi come pochi altri, ma al contempo è impossibile negare che sia un autore con una solidità di scrittura come pochi al mondo. Insomma, sa scrivere e lo sa fare davvero bene. In questa ultima fatica si è in un certo senso addolcito, risulta meno provocatorio, più attento, meno violento negli atteggiamenti, pur conservando alcune sue ossessioni (il sesso, ovviamente, al primo posto). Ma soprattutto il suo nichilismo, già presente in nuce sin da Le particelle elementari, è qui espresso al suo massimo, è davvero impietoso e senza speranza. Di nessun tipo: la vita, sembra dirci, non ha davvero nessun senso e anche la redenzione, quando arriva, è tardiva, oppure troppo breve, in ogni caso amorale e destinata a finire in polvere. Non proprio una lettura che mette di buon umore, insomma, anzi, che rischia di annientare, come da titolo. Però sicuramente carica di realtà e, come detto, scritta magnificamente.
4,5 stelle
Nessun commento:
Posta un commento