Stiamo facendo i lavori in casa, so di averlo già raccontato e di essere noioso, ma la faccenda è una vera tortura, quindi in pratica non parlo d'altro in questo periodo. La nota positiva è che piano piano si inizia a vedere la fine dell'incubo (nel frattempo la casa si è trasformata nella casa di Eliot quando le mettono in quarantena nel film ET, tutta coperta di teli di plastica) e il nuovo bagno sembra che stia venendo uno spettacolo assoluto.
Ma ciò che vi volevo raccontare è la situazione di connettività medievale nella cui miseria siamo immersi da 20 giorni. Fortunatamente (grazie a una pianificazione strategica di inaudita complessità), dovendo abbandonare la casa per i lavori, abbiamo potuto trasferirci nel monolocale in cui abbiamo abitato fino a 7 anni fa, senza dover andare a fare i parassiti dai genitori. La casetta è meravigliosa: 25 mq di un rigore e una compattezza esagerata, affascinanti e meravigliosamente organizzati. Poi è la casa in cui siamo venuti ad abitare all'inizio della nostra storia e dove abbiamo vissuto per due anni... insomma, è bellissimo esserci tornati, anche se ovviamente non avendo portato molti oggetti siamo sempre un po' baraccati.
Ma il dramma vero ha uno e un solo nome: connettività medioevale. La casa infatti, è cablata sì con fibra ottica, ma ovviamente non abbiamo attivato un contratto per 20 giorni. E così ce la caviamo con il tethering della connessione 3G del telefono e con una pennetta sempre 3G gentilmente prestataci da mio suocero (sempre sia lodato). L'UMTS ci prova, sia chiaro, ma prende poco e male perché i muri sono spessi e siamo all'interno di un cortile (è una casa di ringhiera). Ecco, voi non avete idea, cari i miei 25 lettori, di quanto io mi senta Troisi e Benigni (vista la mia mole tutti e due insieme) in Non ci resta che piangere: pieno medioevo! Arridatece i 10 megabit, viva la fibra (che dio la benedibra) e abbasso il digital divide!
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