domenica 10 dicembre 2023

#iviaggidivanesio vol. 20: Cascate di Riva di Tures e lago di Braies

Era da tantissimo che desideravo vedere il lago di Braies. Non che io sia originale, praticamente tutti vogliono vedere il lago di Braies: uno dei laghi più instagrammati del mondo, non senza ragione. Il ponte del mio compleAldo si è rivelata l’occasione giusta!

Causa stanchezza che si è accumulata nei mesi precedenti, non riusciamo a partire come avremmo voluto né il 6 sera né il 7 mattina (a Milano il 7 è festa, perché è santambroeus). Partiamo quindi il 7 pomeriggio, un po’ impreparati, ovvero senza aver studiato un itinerario, ma decisamente carichi a molla. Mentre ci dirigiamo in zona, cercando un campeggino o un’area sosta dove dormire, leggiamo di un’area denominata “cascate”, a Riva di Tures, imbocco della valle Aurina. Siamo stanchi, è tardi, ma un’occhiata alle foto su google ci convince: le cascate saranno la nostra prima tappa. Dormiamo in libera in un ottimo spiazzo, al mattino scopro che a circa 50 metri sorge un campeggio super nuovo e super fico: il camping såndgøld, una quarantina di piazzole disposte a mezzaluna al cui centro troneggiano degli chalet dall’aspetto austero e con vetrate a tutta parete libidinose. 

Decidiamo di passare qui la notte successiva (anche se purtroppo gli chalet, che avremmo affittato volentieri per una notte, sono tutti occupati, meglio così, Vanesio si sarebbe offeso!) e partiamo subito a piedi per l’escursione alle cascate, che sono ben tre. Ci si addentra nel bosco e si sale un comodo sentiero fino alla prima cascata, un meraviglioso salto di circa 10 metri. 

Nel piccolo spiazzo è allestito un mercatino dell’Avvento: a Tures hanno deciso quest’anno di fare il mercatino nel bosco, molto affascinante! Si continua a salire, lunga una scala di pietroni, col sentiero che per larghi tratti è sovrapposto al cosiddetto sentiero francescano, con sculture che richiamano il santo di Assisi e si arriva alla seconda cascata, un salto mozzafiato, alta quasi il doppio della prima! 

 

L’appetito vien mangiando e sembra dai vari siti visitati che il meglio debba ancora venire: in un altro quarto d’ora arriviamo a uno degli spettacoli naturali più incredibili che io abbia mai visto (e per mia fortuna, ne ho visti…): 40 metri di salto, ma soprattutto gli schizzi di acqua che si generano dal salto della cascata si sono solidificati per il freddo, creando, a specchio con la cascata, una concrezione glaciale di rara bellezza. Le due cascate, d’acqua e di ghiaccio, si guardano e si fronteggiano, le goccioline d’acqua hanno creato su alberi e piante circostanti dei ricami delicati e incantevoli. 

Restiamo abbagliati da questa bellezza e anche un po’ surgelati… decidiamo di proseguire nel bosco, fino ad arrivare dopo un’ora circa al castello di Tures (purtroppo chiuso al pubblico, due visite guidate al giorno, ma erano oramai avvenute). Da lì torniamo verso il campeggio per chiudere l’anello e tutti e tre, stanchi ma a molto felici, ci abbandoniamo a una doccia bollente (Iron questa se la evita) e a un pranzo/cena (diciamo una merenda, ma con la pastasciutta…) luculliano.

La mattina seguente ci svegliamo con una colazione strepitosa, che è possibile ordinare la sera prima in campeggio, servita in una cassettina di legno colma di paglia, uno spettacolo!, e ci dirigiamo verso il lago di Braies.

Arrivando notiamo che uno dei nostri timori sembra avverarsi: un serpentone di auto si snoda sulla strada. Ma abbiamo un asso nella manica: anziché fare i turisti della domenica, parcheggiamo a Ferrara (non in Emilia, a Ferrara frazione di Braies!) e iniziamo una simpatica rampegata lungo il sentiero Viktor Wolf Edler von Glanvell, pioniere dell’alpinismo della zona. 

 

Il sentiero è bellissimo e tutto sommato agevole, se non fosse per la spazzolata di neve caduta da poco, che ha fatto in tempo a solidificarsi divenendo in alcuni tratti un lastrone di ghiaccio assassino. In circa un’ora e mezzo arriviamo, e lì vediamo gli orripilanti parcheggi stracolmi di automobili. Il lago è ghiacciato e coperto di neve, ha un fascino senza paragoni, incastonato tra le cime che lo circondano, ma purtroppo ci sono due problemi: l’enorme quantità di turisti, che sembrano essere tutti sbucati dalla pagina Facebook “Gente che va in montagna due volte l’anno”, con tutto il campionario di scarpe da ginnastica e pellicce, e la copiosa quantità di ghiaccio sul sentiero che fa il periplo del lago. 

Dopo una simpatica caduta sul ghiaccio da parte mia, decidiamo di desistere dal giro completo, e torniamo a valle, seguendo un altro sentiero, indicato come sentiero invernale 2, più ripido ma incredibilmente meno scivoloso. Arriviamo a Ferrara dopo quasi 4 ore complessive, ben innevati, ma con ancora le energie (qualcuno…) per fare delle corse matte sulla neve, prima di svenire sul van tutto copertinato! 

La tappa successiva è San Candido, dove non eravamo mai stati, ma prima una sosta obbligata alla latteria delle tre cime, all’imbocco di Dobbiaco: formaggi, salamini, marmellate, speck… insomma, prodotti altoatesini a go-go! San Candido da un lato sembra bellissima - anche se purtroppo è tardi e non si vedono più le montagne che la circondano, ma anche un posto un po’ “sciuretto”, con negozi chic e un’orsa di sciatori che prendono d’assalto il mercatino dell’Avvento. La coda e il freddo ci scoraggiano e optiamo per cercare un campeggio e cenare lì. Ma tutto sommato, perché cercare una via nuova, quando la vecchia si è rivelata così meravigliosa? Optiamo per tornare al campeggio såndgøld, dove mentre ceniamo nel van il cielo ci fa una sorpresa: inizia una copiosa nevicata, che rende la serata semplicemente magica, tutta ovattata e meravigliosa. 

 

In questo scenario da favola ci svegliamo e optiamo per bissare anche la mega-colazione nella cassettina, prima di tornare verso casa: prima però sosta obbligata al nostro mercatino preferito, a Bressanone per concludere degnamente il weekend…

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