Ed eccoci qui, cari i miei 25 lettori, con la seconda puntata di Aldo goes to Vegas!
Ieri sono finalmente arrivato: una volta sceso dall'aereo al gelo newyorkese si è sostituito il caldo del deserto: 15-20 gradi, gente in giro in infradito (qui chiamate flip-flops), l'impatto micidiale con l'aeroporto di Las Vegas, colmo di slot machines. Tra l'altro l'aeroporto è praticamente in città, quindi arrivando si vede già tutta la follia di questo posto, si vede tutto il piattume della pianura e i mega alberghi che si succedono sulla strip. Dall'aereo la piramide nera del Luxor emerge in tutta la sua stranezza...
Prendo uno shuttle bus e arrivo in albergo. Il Rio è un po' un nobile decaduto: un albergo che ha 25 anni a Las Vegas è una rarità, però fa ancora la sua porca figura. Purtroppo non è sulla strip (che sarebbe la strada di Las Vegas su cui affacciano tutti gli hotel famosi e folli: il Palazzo con le sue gondole e ricostruzioni delle calli di Venezia, il Bellagio e la sua Fontana, il Cesar Palace tutto in stile antico romano, eccetera), ma un po' separato. Fortunatamente c'è uno shuttle che ti porta alla strip. Ciononostante, è difficile prendersi una pausa e fare un po' di turismo, perché i ritmi della conferenza sono serrati e fanno di tutto per tenerti fisso in albergo. Speriamo nell'ultimo giorno!
L'albergo ha due torri (Ipanema e Masquerade) ed è di dimensioni bibliche. Per andare da una torre all'altra c'è una camminata di 10 minuti nel casinò che fa da piano terra, tra vecchine impazzite attaccate alle slot, ragazze seminude che servono ai tavoli, una corvette vera parcheggiata vicino a una slot (la si può vincere, pare), gente che urla perché ha vinto qualcosa ...
Io sono al 25mo piano (su 50) e la vista che ho dalla finestra è notevole (vedi foto), così come lo è la dimensione della mia camera, sensibilmente vicina a quella di casa mia (forse anche più grande...)
Mangio qualcosa, o meglio mangio un colossale hamburger in uno dei 20 - non sto esagerando, lo giuro - ristoranti dell'hotel e mi butto sulla conferenza. Mentre cerco di raggiungerla trovo questo cartello esilarante
davvero un viaggio! Al momento ci sono 3 conferenze nell'hotel e vi assicuro ce ne potrebbero stare altre due!
Incontro un po' di amici (momento divertente: incontro Punya Mishra, che è la superstar della conferenza e che io conosco perché è stato nostro ospite alla cerimonia DOL dello scorso anno. Lui mi abbraccia molto affettuoso, e io prendo millemila punti rispetto a tutti i presenti che osservano la scena), ascolto un po' di cose interessanti. La conferenza è molto americana e molto teacher-centered, ti fa capire che nonostante qui siano avanti anni luce (con investimenti dalle autorità locali sull'educazione che noi ci sogniamo di notte) molti dei problemi sono comuni. Ieri si è molto parlato di come introdurre la creatività a scuola rispettando però gli standard, che sono l'analogo del nostro programma ministeriale. Davvero tutto il mondo è paese! Vedrò di approfondire per voi il concetto!
A sera, infine, sono arrivati i boss. Stravolti più di me: hanno perso la coincidenza a Londra causa vento e sono stati ricollocati su un volo il giorno successivo per Los Angeles e poi Las Vegas. Un viaggio della speranza! Nonostante questo siamo andati in un ristorante meraviglioso (McCormick & Schmick's) dove ho mangiato una bisteccona di rara bontà. Sulla carnazza ci sanno fare da queste parti, questo non si può negare!
A ninna prestissimo e ora è il giorno della nostra presentazione! Preparo il completo, faccio la doccia e mi butto nella conferenza. Alla prossima!
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