venerdì 6 giugno 2014

La scopa del sistema - David Foster Wallace colpisce ancora

Avviso: modalità venerazione totale ON (così lo sapete da subito)

Più riguardo a La scopa del sistemaDopo aver letto Infinite Jest mi sono detto: "beh, esco da questa esperienza totalizzante soddisfatto ma anche stravolto, prima che io mi getti su un altro DFW ci vorrà un bel po'". E invece, complice anche la recensione di Cristina (http://apinaperniciosa.wordpress.com/2014/05/10/la-scopa-del-sistema/) non ho saputo resistere e mi sono lanciato come un tonno che entra nella tonnara in La scopa del sistema.

Che dire? Inutile che cerchiate di convincermi del contrario: DFW era un genio. Anzi, permettetemi di essere volgare: era un cazzutissimo genio.
Intanto questo libro è stato scritto quando aveva 25 anni. 25 anni, ma ci pensate? Meglio non pensarci, è umiliante. Pensare che qualcuno abbia tenuto insieme una serie di storie che si intrecciano come quello presenti in questo libro, che le abbia impreziosite di nozioni filosofiche di altissimo profilo (scusate, faccio pesare la laurea in filosofia), che poi sia riuscito a scrivere un libro che - pur essendo una considerevole mattonata - è capace in certi momenti di farti ridere di gusto, beh...giù il cappello.
Ecco alcune perle che mi sono segnato, coi miei inutili commenti a seguire nelle parentesi:
"Fuori, nel croccante prato marzolino, alonata dai fasci di luce che spiovono dai lampioni, tra capannelli di ragazzi in blazer blu che risalgono il vialetto rifinendosi l’alito a colpi di mentine, assapora una breve epistassi." (così finisce il primo capitolo, tra l'altro molto poco poetico anzi piuttosto prosaico. Capite, con questa frase. Che cazzutissimo genio)

"una delle componenti cruciali del vero amore è la facoltà di discriminare e decidere chi e sulla base di quali criteri amare" (e io amo quest'uomo e la sua scrittura, sappiatelo)

"E comunque, – sollevò lo sguardo, – le buone vecchie cellule grigie sono in gran fermento, perché devo prepararmi a spiegare la Aufhebung hegeliana a Nervous Roy, il che sarà duro, visto che Nervous Roy è troppo nervoso per riuscire ad assimilare qualunque tipo di informazione non gli venga limpidamente esposta. E Hegel non è l’ideale per una esposizione limpida." (chi si è rotto la testa su Hegel, credetemi, sa di cosa parla LaVache, il personaggio che pronuncia questa frase)

"Certe parole vanno esplicitamente pronunciate, Lenore. È solo effettivamente pronunciando certe parole che uno fa quello che dice. «Amo» è una delle suddette parole, parole produttive. Ci sono parole che letteralmente realizzano le cose." (ok, hai vinto, fratello)

"Basta guardare molto da vicino. Se si guarda molto da vicino ci si accorge che l’acqua del cesso non è ferma: tra le spesse pareti di porcellana della tazza, l’acqua del cesso pulsa, e, sia pure quasi impercettibilmente, essa si alza e si abbassa, influenzata dalla potenza or del risucchio or della spinta di maree sotterranee immaginabili solo dal piú devoto dei pellegrini mattutini." (devo commentare?)

E poi... ma come si fa a descrivere un personaggio che a un certo punto prende a panciate (sì, avete letto bene, a panciate) un palazzo, restando perfettamente seri?
Ora il dramma è: io ho 39 anni, e adesso ho letto non solum IJ ma anche La scopa del sistema, quindi a rigor di logica ho finito i romanzi compiuti da DFW. Mi rimane il Re Pallido, ma temo molto i libri incompiuti, mi sembrano sempre una mancanza di rispetto verso l'autore. E ho quasi spazzolato anche tutta la saggistica del nostro. Certo, posso rileggerli (soprattuto IJ, mi sa che quando lo rileggerò - non ho scritto se, ma quando - scoprirò uno sfracello di cose che non avevo notato), ma improvvisamente il mondo mi pare un po' più angusto.

2 commenti:

  1. Non mi è arrivata la notifica del tuo commento, ho visto solo ora! E' sempre consolante scoprire che un DFW fa lo stesso effetto a qualcun altro, io vado sempre in crisi quando sento criticarlo, mi sento toccata personalmente, reazione non sana che purtroppo non riesco a sopire! Ci è rimasto solo il romanzo incompiuto. Verrà il momento anche per lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Verrà il momento anche per lui, sicuro! Ma al momento, vista la mia scarsa propensione all'incompiuto, confido molto di più nella rilettura :)

      Elimina