Estate troppo breve, come sempre. Cose belle, a tratti bellissime. Abruzzo terra del mio cuore, rivedere vecchi amici e trovarsi a discutere con loro dopo un anno come se si fosse smesso il giorno prima (vero, Ines?), tornare ai luoghi conosciuti e amati...e poi la selvaggia Croazia, paradiso del fotografo subacqueo dilettante e del cane nuotatore: vi racconterò tutto in un post apposito non appena avrò finito di sistemare le foto (per ora, se volete, godetevi la selezione di Anna: http://www.microbo.net/annaepis/fotoalbum/2011croazia/).
Ma tutte le cose belle finiscono, e così siamo tornati al lavoro, anzi...ai lavori, con le loro gioie (?) e le loro tristezze.
Un punto luminoso ulteriore, rispetto all'estate 2011, riguarda però la lettura: dopo un anno di vuoto totale (causa studio universitario: il senso di colpa, avendo un po' di tempo libero, se leggo e non studio è troppo grande! Fortunatamente sono riuscito a finire gli esami che volevo dare senza usare la sessione di settembre, e quindi estate di relax!), sono riuscito a tornare a leggere un po' quest'estate. A tal proposito eccovi una frase tratta da "Il gabbiano" di Sandor Marai, che mi ha talmente sconvolto mentre la leggevo, che mi sono messo certosinamente a copiarla sull'ipod per salvarla digitalmente (il libro cartaceo è di mammà):
Tacciono, e il silenzio incide ancora più a fondo il ricordo di questo bacio. Il bacio c'è stato, e potrebbe essere uno di quei baci che nella magia dell'attimo uomini e donne si sono scambiati già miliardi e miliardi di volte: un bacio, perché in fondo alla vita c'è il bacio; un bacio, perché solo così i corpi riescono a esprimere quel che cercano per tutta l'esistenza; un bacio, perché tra uomo e donna qualsiasi parola è superflua. Il bacio c'è stato, perché era giunto il momento, l'improrogabile momento del bacio, nel quale perde ogni senso tutto ciò che è accaduto e può accadere senza il bacio - un gesto indifeso e assetato, l'incontro di due epidermidi riarse, al di sopra delle abitudini, delle inclinazioni e dei riti, un morso ammansito, un comportamento da predatore ormai addomesticato che l'uomo custodisce nei nervi e nelle labbra, come il ricordo di qualcosa che all'inizio dei tempi e della vita umana era spaventoso, cruento e mortale...
Si sono baciati perché non potevano fare altro. E ora tacciono.
Personalmente ci sento la vita che scorre dentro, coi suoi ritmi reali, con tutti i sovrasignificati che noi uomini mettiamo alle cose che accadono, con tutto il lavoro di interpretazione che accade nei nostri cervelli in ogni singolo momento. E quel ciò che deve accadere, accade che mi ha sempre affascinato.
Buon settembre a tutti!
PS: altre recensioni di quanto ho letto sono nella mia libreria di anobi: http://www.anobii.com/aldotorrebruno/books
fantastico! ho visto le foto di anna, stupende!
RispondiEliminapassate al pub una sera, vi prego, ci mettiamo davanti al pc e mi parlate di tutti questi posti meravigliosi, io prendo appunti per filo e per segno del giro che avete fatto e l'anno prossimo lo replico :-)