martedì 19 ottobre 2010

Elisir d'amore alla Scala

Sabato sera, grazie al poli che mette in palio in una riffa tra i dipendenti che lo desiderano biglietti a prezzo superagevolato, siamo andati alla Scala a vedere l'Elisir d'amore, con la direzione di un mio cugino di secondo o terzo grado (vai a capire queste cose), il maestro Donato Renzetti.
Serata magnifica, eravamo in un palco del quarto ordine supercentrale posti 1 e 2 ovvero i migliori. Non ero mai stato in un posto così vip nella mia lunga carriera scaligera!
Opera molto bella, non mi aspettavo mi piacesse così tanto, ho scoperto poi sul web la storia del tenore che interpreta Nemorino, astro nascente della lirica di ritorno sulle scene dopo un'operazione alle corde vocali che ha rischiato di comprometterne la carriera. Non sono sufficientemente esperto per dare un giudizio tecnico (e ho letto su vari blog anche pesanti critiche), ma devo dire che dal basso della mia ignoranza ho gradito moltissimo sia la messa in scena in chiave moderna sia l'esecuzione dei cantanti (molto istrioni, molto attori) sia quella dell'orchestra molto compatta e in perfetto accordo. Peccato, riflettevamo mentre ce ne andavamo felici e canticchianti a casa, che andare alla scala - senza il barbatrucco politecnico - sia praticamente proibitivo...

Anche io non voglio ricevere il libro autocelebrativo (ma con che coraggio?) di questo vergognoso governo


Ecco ciò che ho appena scritto, a questo indirizzo: http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp che non desidero ricevere l'auto-agiografia di questo governo. Invito tutti coloro i quali, come me, non vogliono riceverlo, a fare altrettanto!

lunedì 18 ottobre 2010

Una cosa che ho capito grazie a twitter

Avete presente le battute folgoranti che viaggiano viralmente sui social network a firma della crew di spinoza.it?? Ce ne sono alcune davvero incredibili, che ti spiazzano per la loro bellezza. Mi ero sempre detto: cavolo, che bravi, come fanno ad inventarsene sempre di così efficaci? Ho risolto il dubbio seguendo spinozait su twitter. Praticamente il trucco sta nella quantità. Per ogni battuta folgorante che si legge sui social network, ce ne sono una trentina da piangere. Come quei personaggi mitologici che ci provano con qualunque donna. Chiaramente ogni tanto riescono a portarsi a letto Belen, ma molto più spesso la Sora Lella. Può valere come spiegazione della long tail??

sabato 16 ottobre 2010

Sulla resistenza al cambiamento e su una raffinatezza filosofica sprecata

***Avvertenza! Siccome narro una storia vera, alcuni nomi sono stati abilmente taroccati per non essere riconoscibili***

Come è noto lavoro presso il Moltearti di Milano, una delle più prestigiose università tecnologiche d'Italia. Fiore all'occhiello e vanto del Moltearti, ovviamente, è l'innovazione, il cambiamento, la capacità di sfruttare al meglio le possibilità che la tecnologia offre. Un cosa che nessuno si aspetterebbe è che - sotto certi aspetti - si tratta del luogo con maggiore resistenza al cambiamento che io conosca. Lavorando io per la Dirigentescolasticenza, ho a che fare coi docenti per tutto ciò che riguarda la didattica (per chi non lo sapesse, nell'Università italiana ciò che riguarda la didattica riguarda la Dirigentescolasticenza mentre ciò che riguarda la ricerca il Dippiediemanimento).
Antefatto: quando sono arrivato a questo lavoro, circa due anni fa, uno dei compiti più mostruosi che la mia compagna di sventura, Vandala, doveva accollarsi era la costruzione del calendario degli appelli. Infatti in un mese (il periodo dedicato agli appelli d'esame) doveva squeezare tutti gli insegnamenti che prevedono uno o due appelli, con una serie di vincoli indescrivibili. Ovviamente un buon numero di docenti, interpellati su quali fossero i loro desiderata, raramente dicevano "non posso il 3 e il 4 settembre", ma tipicamente dicevano "non posso mai tranne il 4 settembre (in un mese!) dalle 8,15 alle 8,24 [nota: non generalizziamo però. Ci sono anche i santi uomini che sono sempre disponibili. Sempre sian lodati].
Vandala segnava tutto su un file excel sterminato (tipicamente, per capirci, per ogni sessione ci sono un centinaio di insegnamenti, e non devono essere sovrapposti, per lo meno quelli dello stesso anno di corso...), si ritirava in ascesi sul monte Athos, ovvero si portava a casa il file durante un paio di weekend, ed arrivava con l'oracolo, ovvero le date giuste. Le proponeva ai docenti, i quali ovviamente nel frattempo avevano mutato opinione, e si procedeva alle modifiche ("eeeeh non posso più il 4 settembre ma il 32 di giuglio"... sangue amaro a tutto andare). Come se non bastasse, a questo punto iniziavano a telefonare gli studenti, anche loro sottoponendoci le loro disgrazie ("mi avete messo Human computer interaction al 6 ottobre, ma proprio quel giorno ho l'operazione al legamento crepuscolare del piede, si può spostare?").
Insomma, due mesi di passione.
Poi è giunta una novità: un bel giorno il professor Rapido, che è il coordinatore (...) della faccenda appelli, ci gira una mail di una giovane azienda di Udine, che ha sviluppato un software per agevolare tale gestione. Meritano pubblicità: si chiamano Easystaff. Ragazzi giovani, svegli, disponibilissimi, bravi. Fanno una presentazione del loro software presso la Dirigentescolasticenza, e ci convincono: proviamo! [nota: l'ho fatta brevissima. La decisione di provare è durata circa 6 mesi con infinite resistenze da più parti].
Il sistema, tra le altre cose, permette ai docenti di accedere ad un'area riservata e inserire autonomamente i propri desiderata e le proprie indisponibilità. Ovviamente in numero limitato, quindi si costringono i docenti a non poter più dire "posso solo il..." ma a dover segnalare i 10 giorni in cui proprio non possono. Poi la macchina frulla il tutto, e restituisce la soluzione migliore possibile (mi ha spiegato il Capo che è un informatico di quelli seri, che il problema in questione è NP-completo), già impaginata in un calendario HTML pronto ad essere sparato sul web. La fase di frullatura dura al massimo 10 minuti!
Bello no? Il carico di lavoro sulla povera Vandala (e sul sottoscritto) passa da circa 20 giorno-uomo a 2 (calcolo fatto a spanne da me), tempo necessario per predisporre i file da dare in pasto al sistema. Giorni-uomo tra l'altro non ricavati nei weekend di Vandala, ma durante l'orario lavorativo!
Ed eccoci alla resistenza: davanti alla prospettiva di doversi inserire da soli le proprie indisponibilità e soprattutto di non poter più stressare a morte noi due, ma di dover scendere a patti con un calendario su cui devi segnalare con un click la tua indisponibilità, siamo stati sommersi da mail di protesta. Alcune anche totalmente assurde, del tipo "un docente deve poter dire quando vuole fare l'esame, non quando è impegnato" (ma scusa, se tu non lo sapessi, sei pagato per fare gli esami, capisci? è tuo DOVERE, mica un piacere! Altre Dirigentescolasticenze, sempre qui al Moltearti, accettano che tu sia indisponibile in quel mese solo se sei in missione e presenti le prove, capisci??).
Ovviamente io mi sono molto arrabbiato, e mi ha fatto molto ridere (diciamo ridere) il fatto che nella Facoltà più informatizzata d'Italia, dove insegniamo agli studenti a sviluppare oggetti come Easy, ci fosse una resistenza così forte ed ottusa.
Ovviamente, scambi di mail a profusione per spiegare i motivi di questa scelta...e qui ecco la raffinatezza filosofica sprecata!
Dovevo scrivere ad uno dei docenti che più si era distinto per mail da barone universitario e per rara spocchia, che anche quando il sistema avesse partorito le date, queste erano modificabili a mano, in caso di necessità. Avrei potuto scrivere "l'output non equivale alle tavole della legge" o "il sistema non è la Sibilla Cumana", invece gli ho scritto "il sistema non è l'oracolo di Ammon, di cui, secondo l'ammonimento di Platone, bisogna fidarsi".
Nel Fedro Platone cita l'oracolo di Ammon, che mette in guardia i sapienti contro la scrittura ed il suo utilizzo. Siamo in un'epoca di transizione, e dalla cultura dell'oralità si sta lentamente e attraverso molte resistenze passando alla cultura della scrittura (e Platone, primo filosofo che scrive, è ovviamente una figura chiave di questo passaggio).
Ovviamente il riferimento non è stato colto da nessuno... non c'è gusto in Italia - diceva Freak Antoni, leader degli Skiantos - ad essere intelligenti!

mercoledì 13 ottobre 2010

Para-pensionati

Bella ed amara la riflessione di Massimo Gramellini sulla Stampa del 7 ottobre, a proposito delle (non) pensioni per i lavoratori precari, para-precari, cococo, copro, e compagnia cantante (la mia situazione fino a due anni fa). Faccio notare che la famigerata gestione separata ha fatto si, negli scorsi 8 anni di vita lavorativa, che io versassi, per ogni schifoso contrattino che facevo, una percentuale attorno al 40% all'inps. Ora mi vengono a dire che la mia pensione - calcolandola su quegli anni - sarà inferiore alla minima??

Capisco che abbiano paura di una rivolta dei precari (che peraltro non accadrà, mamma TV adesso ci convincerà, con un editoriale congiunto emiliofede-minzolini, del fatto che andare in pensione è da sfigati vecchi bavosi, ed è molto meglio lavorare fino a che morte non ci separi - del resto Lui alla veneranda età che ha, non solo lavora per il nostro bene, ma viaggia in giro per il mondo, si tromba diciottenni a non finire, gli sono ricresciuti i capelli, è tecnicamente eterno, etc etc etc) che dovrebbero spaccare tutto. Invece se si andasse a votare oggi, non cambierebbe nulla. Disgustorama.

>> Parapensionati - di Massimo Gramellini

venerdì 8 ottobre 2010

Io non capisco (riflessione a due ruote)

Premessa: non sono un evangelizzatore, e detesto cordialmente gli evangelizzatori di qualsiasi genere (linuxisti, appleisti, biciclettari, amanti-del-tram, preti, appassionati-di-birra, rugbysti... e via dicendo) che cercano di convincerti che l'unica soluzione al mondo per risolvere tutti i problemi sia (di volta in volta) usare linux, o solo la bicicletta, outlook express (aka quello blu) e non outlook (aka quello giallo), andare a vedere il basket e non il calcio, eccetera.
Però devo dire che non riesco a capire, visto che tutti noi (suppongo) aspiriamo di arrivare al lavoro in meno tempo possibile, come mai tanta gente si ostini a prendere la macchina per gironzolare (ore) per Milano. Oggi sono venuto al lavoro con la bici elettrica - per gentile concessione di Anna, che ha il giorno libero - percorrendo una circonvallazione abbastanza interna e quindi molto utilizzata da chi si muove da Milano a Milano.
Tutti in una sola persona, nella macchina, in una coda infinita praticamente ferma. Forse sentono la radio e gli piace starsene in pace ad ascoltarla? Io mi innervosirei....

Ciò detto, sono certo che ci metterebbero molto meno coi mezzi o ancora meno con le due ruoto siano esse motorizzate, a forza umana o miste. Non li voglio convincere, faccio solo una constatazione, perché mi chiedo, ma non si accorgono di quanto è micidiale stare li seduti fermi in code incomprensibili e kilometriche? Mistero. A completamento di questa nota, per la nota rubrica "e chi se ne frega" ecco la classifica, stilata in un'unica settimana e quindi dal valore statistico di una cicca e un peperone, di percorrenza del tragitto casa-lavoro, fatta sempre controllando il tempo da porta di casa a porta dell'ufficio!

- Metro: 45 minuti
- Tram: 52 minuti
- Moto: 31 minuti
- Bici elettrica: 27 minuti (questa non me l'aspettavo, meno della moto, non l'avrei mai detto. Ma la spiegazione è semplice: mentre in moto qualche po' di codice della strada tocca rispettarlo, in e-bici vale davvero tutto)

Che dire? Peccato solo che la e-bici me la fanno usare solo al venerdì :) e tra l'altro ha anche il pregio assoluto di essere - tra i mezzi citati - il meno caro e il più green!