domenica 28 aprile 2019

#iviaggidivanesio vol. 6: Pasqua in Sardegna

Le vacanze di Pasqua 2019 si presentano ricche di giorni e di opportunità: da mesi sulla nostra porta di casa campeggiava un elenco di possibili destinazioni, con tanto di km da percorrere...poi, un'offerta di nave più o meno last minute interessante e il desiderio di goderci al massimo ogni secondo con Uran ci ha portato a propendere per la Sardegna. Nessuno di noi c'era mai stato e da più parti (special thanks al mio ex capo, grande viaggiatore e super esperto di Sardegna, prodigo di preziosi consigli) ci veniva segnalata la bellezza dell'isola...soprattutto fuori stagione, quindi senza le orde barbariche del turismo cafonal. Per contro, sapevamo che saremmo andati a vedere spiagge da sogno...senza poter entrare in acqua causa freddino, ma il gioco valeva la candela. E così, Vanesio ha scaldato i motori e ci siamo tuffati nell'avventura sarda!
Un paio di note per me fondamentali, che ho imparato:
- la Sardegna nel pieno rigoglio della primavera è fantastica: colori, profumi, fiori, prati, cieli blu, mare trasparente...uno spettacolo!
- la (misteriosa) civiltà nuragica è affascinante. Pur avendo visto un numero davvero cospicuo di nuraghe et similia (villaggi nuragici, tombe di giganti, ecc) non mi sarei mai fermato di vederne.
Fondamentale in tal senso la guida Sardegna archeologica. I siti più importanti dal Neolitico all'Età Romana (https://www.amazon.it/Sardegna-archeologica-importanti-Neolitico-allEt%C3%A0/dp/8889545453), molto ricca, agile e ben fatta. Abbiamo trovato ovunque guide appassionate e preparatissime, desiderose di spiegarti e farti capire. Un plauso particolare al ragazzo cui per mio scellerato errore non ho chiesto il nome, che ci ha fatto da guida a Su Nuraxi di Barumini: si vedeva che conosceva approfonditamente la materia (approfonditamente per me vuol dire da tesi di dottorato) e che ci metteva passione.
- i sardi sono uno spettacolo. Ti parlano tantissimo, sono incredibilmente ospitali e molto attenti. Non abbiamo trovato nessuna persona scortese, anzi in più occasioni le persone ci hanno fermato con motivi banali solo per fare due chiacchiere. I pastori, in particolare, erano attirati come mosche da Uran, che hanno coccolato in ogni modo (e lui, porcone, si è fatto coccolare)
- pane carasau, pane guttiau e dolci sardi in generale = patrimonio dell'umanità
- la Sardegna è pulitissima, ordinata, c'è attenzione pazzesca all'ambiente e alla raccolta differenziata (anche nel campeggio più scaccione ci è stato raccomandato di separare tutto per benino). Un passo avanti (ahimè) rispetto al resto del centro-sud che ho avuto modo di visitare, e lo dico con dolore e rabbia
- in definitiva la Sardegna a uno mezzo abruzzese non può non piacere: è ultra-agricola, i sardi hanno paura del mare e si rifugiano in montagna, è piena di pecore, ha mare e montagna e i sardi pensano solo a magnà. Praticamente è un Abruzzo che si è separato dai vicini cafoni e a cui hanno aggiunto i nuraghe! (si vabbè, il mare è un po' più bello, ma non stiamo a guardare i dettagli)

Ciò detto, ecco una specie di resoconto non esaustivo di cosa abbiamo visto e visitato in questi 10 giorni a spasso con Vanesio su e giù per la Sardegna!
Periodo: dal 17/4 al 26/4. Partenza da Civitavecchia (traghetto per Olbia) e ritorno da Porto Torres (traghetto per Genova).

17/4
Si parte da Milano non appena Anna finisce di lavorare, ovvero alle ore 12, con una certa pressa: alle 22 dobbiamo essere a Civitavecchia per prendere il traghetto. Il tempo c'è, ma col traffico non si sa mai: guidiamo concentrati e per le 19, in largo anticipo, siamo al porto. Abbiamo preso la nave da Civitavecchia e non da Genova per il semplice motivo...che da Genova non c'erano più posti a prezzi accettabili. Come già sperimentato in altre occasioni, la cabina canina che è presente sulle navi Tirrenia è ottima: Uran è decisamente a suo agio, occupa militarmente il letto di Anna, cena senza fiatare mentre la nave è in partenza e tutti e tre dormiamo come angioletti.

18/4
Arriviamo a Olbia all'alba e iniziamo da un giretto nella zona della costa Smeralda. Sicuramente molto bello, ma anche un po' finto, con questi enormi complessi turistici tutti troppo perfettini. Decidiamo di andare a Palau e prendere un traghetto per l'Isola de La Maddalena, scelta azzeccatissima, perché ci troviamo in una specie di paradiso terrestre.

Arriviamo al camping Abbatoggia, dove piazziamo Vanesio a 5 metri (giuro!) da un mare come mai ne ho visti in vita... e di mare bello ne ho visto! Il campeggio è ancora in lavorazione, il proprietario quasi si scusa, perché i bagni non sono ancora perfetti, e si vede che i lavori fervono per l'inizio della stagione. Scopriamo subito che Pasqua in Sardegna è considerata assolutamente stagione poco turistica: ci sono solo alcuni tedeschi e francesi, ma in generale pochissime persone, il che rende il luogo ancora più magico. Una passeggiata per le spiagge dell'isola (una più incantevole dell'altra) e molti bagni canini per Uran, che dimentica di essere in uno dei suoi giorni "no" (povero cane, ha fatto la chemio il giorno prima...) e se la gode alla grande.

Anche Aldo non sta benissimo, ahilui, forse per l'aria condizionata della nave, forse per lo scarico della tensione. Ma la giornata è incantevole e fa passare tutto in secondo piano! Cena in camper con vista mare, indimenticabile!

19/4
Ci svegliamo con molta calma e decidiamo di proseguire il tour, anche se il richiamo de La Maddalena è forte. Facciamo un veloce giro a Caprera e alla cittadina de La Maddalena, poi prendiamo il traghetto per Palau e ci dirigiamo verso i primi due siti archeologici dei molti che visiteremo: nella zona di Arzachena vediamo la stupenda tomba di Giganti "Coddu 'Ecchju" e il villaggio nuragico de "La prisgiona". La civiltà nuragica, con tutti i suoi misteri inizia subito a fare breccia nei nostri cuori e iniziamo a segnare sulla guida i siti che consideriamo imperdibili. Da questo momento inizia il tour dei sassi (plòc, in bergamasco), con il richiamo dell'età del ferro che fa sentire la sua voce!

Prima di cercare un campeggio visitiamo anche un'altra tomba di giganti, "S'Ena e Thomes", che ha la particolarità di essere ad accesso libero. Si entra da un cancellino, si cammina nella natura tra greggi di pecore e si seguono alcune frecce segnate con pietre sul terreno per arrivare, all'ora del tramonto, a questa tomba meravigliosa. Proseguiamo per Dorgali e troviamo un campeggio a Cala Gonone, in una bella pineta di pini marittimi. Io sono ancora malaticcio e questo mi da l'occasione di vincere un grande capriccio: per non impestare Anna riesco a convincerla che posso andare a dormire nel letto rialzato di Vanesio... ed è stupendo dormire al secondo piano! Ovviamente Uran decide di occupare militarmente il mio posto nel letto, che non riavrò mai più...

20/4
Partiamo verso Serra Orios, il primo dei villaggi nuragici complessi che visiteremo. La struttura del villaggio è bellissima e il mistero che circonda questi luoghi è magico. Le capacità costruttive di una civiltà così antica, il fatto che i luoghi sacri dove hanno trovato fonti d'acqua siano in molti casi ancora fonti d'acqua lascia senza fiato.

A tal proposito per visitare una fonte sacra attraversiamo le montagne per arrivare a Orune e in particolare a Su Tempiesu. La fonte sacra si raggiunge attraverso una bella camminata (in discesa... all'andata!) di una mezz'ora. Il premio che ci aspetta alla fine è notevole: la fonte sacra è un capolavoro di ingegneria idraulica e il luogo colpisce per la sua magia. Non è difficile capire perché ancora oggi una considerevole schiera di bolliti si rechi a queste fonti sacre per celebrare l'acqua: c'è qualcosa di ancestrale in questi luoghi.

Risaliamo (con una certa fatica) e ci lanciamo verso sud: in serata arriviamo a Cagliari, dove l'unica soluzione plausibile per dormire e visitare la città è l'area camper. Approfittiamo del negozio ikea di Cagliari per acquistare una nuova piastra portatile a induzione (consigliatissima: https://www.ikea.com/it/it/catalog/products/00331627/): l'idea di portarla avanti e indietro da casa non ha funzionato...infatti è rimasta a casa, così decidiamo di acquistarne una da lasciare sempre su Vanesio.
Per ciò che concerne l'area camper... diciamo che la sua vicinanza alla città è il suo unico pregio, per il resto... sorvoliamo! Ci consola una cena della vigilia a base di asparagi e ovetto, cotta sulla nuova piastra!

21/4
In mattinata visita della città di Cagliari, con un vento che soffia vigoroso. Vediamo il Bastione Remy, la Torre dell'Elefante, la Cattedrale... ma soprattutto il Museo Archeologico Nazionale, dove il pezzo forte (ma davvero forte!) sono i Giganti (o Eroi, come preferiscono vengano chiamati ora) di Monte Prama.
 

Questi sono un mistero nel mistero della civiltà nuragica: si tratta di statue di eroi che sono state ritrovate in una necropoli, fatte a pezzi (oltre 5000 pezzi...) e poi seppellite. Il lavoro di ricomposizione (degno di un appassionato di puzzle) ci ha restituito delle statue di atleti (pugilatori, arcieri, guerrieri) e dei modelli di nuraghe. Si affiancano alle statue dei bronzetti che - in piccolo - le riproducono. Sul tema c'è in Internet letteratura ampia e variegata, con diversi gradi di follia (punta massima: si tratta di alieni), di certo infittiscono il mistero sulla civiltà nuragica e riempiono gli occhi con la loro bellezza.

Abbandoniamo entro le 12 (onde evitare sovrapprezzi) l'area camper e andiamo allo stagno di Cagliari, dove ha appena avuto inizio l'invasione dei fenicotteri, che vengono qui a nidificare. Il numero è impressionante e c'è una bella passeggiata tra le saline che consente di ammirarli, anche grazie a capanni di osservazione piazzati strategicamente. Uno spettacolo incredibile! Peccato il vento che soffia impetuoso e abbastanza gelido...ma nulla in confronto a ciò che ci aspetterà nella notte!

Il piatto forte di giornata è Su Nuraxi, uno dei villaggi nuragici più belli e imponenti della Sardegna, nella zona di Barumini. Si può visitare solo con la guida (alcuni passaggi sono complicati) ed è una fortuna: come ho scritto in apertura del post, troviamo un ragazzo super competente e appassionato, capace di restituirci la complessità del luogo in tutto il suo fascino, con i dubbi del caso (sistema difensivo o residenza regale? Controllo del territorio? Chi lo sa...) di certo anche in questo caso la capacità di un popolo coevo della civiltà micenea di costruire strutture come i nuraghi è impressionante, così come il numero di queste strutture presenti sull'isola (ne sono stati censiti più di settemila...). Con gli occhi pieni di bellezza, ci dirigiamo verso Piscinas, sperando che il vento ci dia tregua. Parcheggiamo al campeggio Sciopadroxiu, sotto un bosco di eucalipti. Appena arrivati, però, si mette male: il vento aumenta d'intensità e gli eucalipti vacillano. Vado ad attaccare l'elettricità al van, e immediatamente dopo uno degli alberi sotto cui sono passato viene sradicato e cade: terrore puro! Ci spostiamo verso il ristorante, lontano dagli alberi e ci facciamo proteggere dai suoi solidi muri: nella notte cadranno circa 5 alberi e molti dei lampioni del campeggio verranno divelti. L'elettricità è interrotta (ma il campeggio ha un potente generatore) e in generale la situazione è da panico (nel mio caso peggiorata da un ramo che mi prende su un dito e da un altro - spinoso - che mi si conficca nel piede, rendendomi zoppo per un paio di giorni...).
Per fortuna la mattina va meglio, ovviamente i gentilissimi gestori del campeggio sono prostrati: li aspettano una serie di lavori per ripristinare la situazione davvero micidiali. Per scusarsi (come se fosse colpa loro?!) non ci fanno pagare per la notte... accettiamo, ma facciamo incetta di dolci, miele e pane carasau che vendono (deliziosi, peraltro!)

22/4
La gita del giorno è naturalistica: le dune di Piscinas rappresentano uno dei luoghi per me più affascinanti che abbiamo visitato. Si tratta di un luogo unico al mondo, con dune di sabbia alte oltre 10 metri, modellate dal vento (impetuoso!) con una spiaggia enorme che termina in un mare di rara bellezza.

Sulla spiaggia campeggia anche una scultura di Cascella, bellissima e straniante nel contesto, soprattutto in una giornata dove la sabbia ti vortica attorno e ti si infila nei capelli, negli occhi, tra i vestiti... ciononostante Uran, incurante del vento, ha uno dei suoi spettacolari momenti di follia e inizia a correre all'impazzata sulla spiaggia, inseguendo bastoni e rischiando di finire in acqua (con noi che urliamo "noooo, nooooo!" terrorizzati dall'impanatura susseguente). Per fortuna resiste alla tentazione (fermato anche da onde abbastanza impressionanti) e torniamo su Vanesio ben pieni di sabbia ma felici.

Tornando ci fermiamo a visitare la Laveria Brassey e il pozzo Gal, miniere ormai in rovina, con un fascino di architettura industriale incredibile. Si tratta di luoghi in cui il minerale (la blenda) veniva "lavato", ovvero purificato e diviso. Ora giacciono abbandonate... in attesa che vengano valorizzate turisticamente (speriamo).


La gita naturale prosegue con la Giara di Gesturi, un altopiano su cui vivono dei cavallini allo stato brado. Passeggiamo a lungo, ma non ne vediamo, probabilmente a causa dell'elevato numero di visitatori e del gran vento. La gita è comunque spettacolare, la Giara è un luogo di natura magica, con stagni, fiori, sentieri da percorrere e ovviamente un nuraghe! La giornata termina con un po' di cultura: casa Zapata a Barumini, costruita sopra a un nuraghe che si vede dai pavimenti trasparenti della casa sovrastante (si entra gratis col biglietto di Su Nuraxi) e un altro sito fruibile liberamente: la Domu e s’orcu, nuova tomba di giganti, un posto magico. Per dormire troviamo grazie a Google maps un'area camper nel paese più piccolo della Sardegna, Baradili. Si tratta di un'area automatizzata: con 2 euro si attiva la colonnina che ti da 6 ore di corrente elettrica (fornita dai pannelli solari, che meraviglia), c'è un bagno ad uso gratuito, e anche il carico/scarico con monetina. Un luogo bellissimo, di grande pace.

 

Il giorno prima in una macelleria avevo comprato le costolette di pecora...e così festeggio la Pasqua in ritardo, divorandole in compagnia di un festante e carnivoro Uran!

23/4
Prima di ripartire, notiamo un oleificio e approfittiamo, visto che abbiamo quasi finito la nostra scorta. A Ussaramanna c'è infatti l'oleificio Podda, gestito da una simpatica giovane mamma con cui scambiamo quattro chiacchiere e che ci rifornisce di un olio profumato e fruttato!
Partiamo quindi per un altro giorno di sassi: si inizia col nuraghe Genna Maria (che vuol dire porta del mare...), dove un altro custode del sito competente e appassionato ci accompagna in una visita guidata...per noi soli!


Poi si prosegue per la fonte sacra di Santa Vittoria, un santuario nuragico di grande bellezza e fascino, dove si evidenzia come una fonte sacra fosse anche l'occasione per creare un polo culturale e commerciale: c'è il recinto delle feste, un'area commerciale con le sue brave botteghe, un esteso villaggio, che ha il proprio cuore nella fonte sacra. in questo caso la fonte è prosciugata... quindi si può scendere fin dentro al pozzo! Concludiamo con Nuraghe Arrubiu, ovvero il nuraghe rosso in lingua sarda, così chiamato perché il basalto, ricco di ferro, ossidando ha conferito alla struttura un incredibile colore rossastro. Anche qui la guida è appassionata e esperta, capace di farci comprendere appieno il luogo.

Nonostante oramai abbiamo visto parecchi nuraghi, il fascino resta immutato.
Ovviamente una gita come questa non può prescindere da acquisti gastronomici: a Nurri c'è un mulino che macina a pietra il grano duro, di cui si dice un gran bene...come può il panificatore amatoriale che c'è in me resistere? Così facciamo incetta di un bel 15 kg di farine varie da "La pietra e il grano"... prima di cercare un campeggio vicino a Oristano: troviamo un'area camper in una pineta a Torregrande, molto confortevole. Siamo stanchissimi, ma a 20 metri dall'area camper si spande un delizioso profumo di pizza: come resistere a una pizza da asporto mangiata nel van? Carciofi e bottarga: uno spettacolo!

24/4 e 25/4
Partiamo verso Cabras, per visitare il Civico Museo Archeologico che conserva 4 dei Giganti (o Eroi?) di Monte Prama, che si aggiungono a quelli che abbiamo visto a Cagliari. Si trovano qui, perché questa è l'area in cui li hanno ritrovati. Il museo da fuori sembra dimesso, in realtà all'interno è ben organizzato e spettacolare, con anche i resti di una nave romana carica di lingotti di piombo e varie statuette nuragiche.



Proseguiamo per l'area archeologica di Tharros, dove Uran corre a perdifiato sulle dune di sabbia, prima di dirigerci verso Forum Traiani, dove sorgono delle terme romane, da cui ancora oggi sgorga acqua calda! Per completare il tour dell'acqua, visitiamo quella che è considerata la fonte sacra di epoca nuragica più affascinante di Sardegna: Santa Cristina.


Si tratta di un villaggio nuragico e dell'area sacra che è sorta di fianco, un luogo in cui, ancora una volta, è forte il legame con l'acqua, ancora presente nella fonte. Un certo numero di personaggi originali vagano per l'area archeologica a piedi nudi e con atteggiamento ieratico... devo dire che anche questo contribuisce al fascino della fonte! Non osiamo immaginare cosa capiti ogni 18,6 anni, quando, in periodo di lunistizio maggiore, la luce della luna raggiunge lo specchio d’acqua...
Per la notte scegliamo un bellissimo campeggio: Is Arenas, una pineta stupenda che finisce sull'omonima spiaggia.


Ci piace talmente tanto che decidiamo di passare qui tutta la giornata successiva, tra bagni canini spettacolari in un mare bellissimo, ma con onde e correnti impressionanti... che non spaventano però Uran, tornato in forze e in forma smagliante... e che fa il suo show nelle onde! Ci rilassiamo alla grande nel bel campeggio e ci godiamo una giornata di relax totale!

26/4

Il giorno del rientro è giorno di enorme tristezza...per consolarci, solo la bellezza può salvarci: le ultime due tappe di questo giro meraviglioso sono il nuraghe di Santu Antine a Torralba, caratterizzato da un intricato sistema di corridoi a tholos che uniscono le 4 torri e che percorriamo estasiati e la spiaggia di Argentiera, che è ai piedi di una miniera d'argento in disuso e della sua laveria.

L'aspetto affascinante è che quando il sole illumina la spiaggia, i materiali di cui è intrisa fanno sì che risplenda di riflessi per l'appunto argentati. Lascia senza parole, un luogo davvero magico. Prima di ripartire facciamo scorta di bontà locali gastronomiche (salami, dolci, pane carasau e guttiau) e alcooliche: birra ichnusa cruda e una gita alle cantine Sella e Mosca per fare incetta di Cannonau, Torbato e Caregano del Sulcis. Purtroppo arriviamo in un momento in cui non si può degustare... così riusciamo a dirigerci verso Porto Torres, dove ci attende la nave, ancora sobri!
Prendiamo possesso della nostra cabina canina e salpiamo per il continente... con negli occhi la bellezza di queste giornate e nel cuore l'amore per questa terra meravigliosa, dove sicuramente torneremo!

Come al solito Anna ha fatto delle foto bellissime...si trovano qui!





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