Ieri il mio ultimo nonno, il nonno Giovanni, se ne è andato. È una cosa molto triste: nel caso specifico era molto molto malato da cinque mesi, quindi non possiamo certo dire che la notizia sia giunta inattesa, ma mi spiace, per i nonni le regole dello spazio-tempo e di causa-effetto non valgono. I nonni sono fuori dalla giurisdizione della ragione, sono esseri di puro sentimento, che ci hanno cresciuto e ci hanno aiutato ad essere ciò che siamo.
Io sono fortunato: ho avuto 4 nonni eccezionali, presenti, affettuosi, sempre pronti a riversare su di noi il loro affetto, e alla bella età di 38 anni ho ancora una nonna, la mitica nonna Santina, che adesso con difficoltà dovrà riuscire a sopportare la perdita del nonno che le è stato accanto per più di 50 anni. Non ci posso pensare.
Il nonno Giovanni era il più burbero tra i miei nonni: veneto emigrato in Lombardia, passato attraverso gli anni della guerra, clinicamente fabbro. Un uomo con una forza inimmaginabile (ma davvero, anche in età avanzata credo che avrebbe fatto polpette di me e del 95% delle persone che conosco a braccio di ferro - se qualcuno fosse stato così incauto da sfidarlo). Un carattere spesso non facile (avete presente i rusteghi di Goldoni? Ecco, il nonno era uno così) ma capace di slanci di affetto fuori dal comune: nessuno al mondo, credo, possa dire di non essere stato accolto a casa Bado senza una fetta di salame e un bicchiere di vino. Nessuno.
Io sono il suo primo nipote, cui ne sono seguiti una sfilza impressionante, e poi i bisnipoti. Vi assicuro che i pranzi di santo Stefano - appuntamento immancabile dai nonni - somigliavano a dei veri e propri happening, con tutto il corollario di chiacchiere, bevute, mangiate, litigi e riconciliazioni. Un momento bello, coi nonni se ne vanno anche questi ricordi e la nostra giovinezza...
Inutile dire che per alcuni aspetti io e il nonno eravamo davvero diversi ed a volte era difficile capirsi. Un uomo pratico con un nipote che si laurea in filosofia, e che quando ha cercato di andare a dare una mano nella sua officina di fabbro, diciamo che ha avuto conferma del fatto che non era proprio la sua strada...però ricordo un aneddoto molto divertente, piuttosto recente. Il nonno era molto fiero del fatto che, dopo la laurea, io avessi subito iniziato a lavorare, e che nei primi anni viaggiassi molto. Mandavo sempre una cartolina e so che lui ne era molto felice. Non capiva bene cosa facessi, ma aveva la percezione che evidentemente le cose girassero non male, visto che viaggiavo. Ma la conferma, il momento davvero divertente è stato quando ho comprato la Guzzi. Il nonno andava pazzo della Guzzi, mi raccontava sempre che la aveva avuta anche lui, e se avesse avuto 10 anni in meno la avrebbe voluta provare, ne sono sicuro. La prima volta che l'ha vista, mi si avvicina tutto contento, mi da un paio di suggerimenti di manutenzione (mai rispettati, perdona nonno...) e mi fa: "eh ma allora guadagni bene, perché questa qui è una moto che costa!"
Sarà un aneddoto banale, però per me è stato importante, mi si è fissato davvero nella memoria. Unatestimonianza di affetto ed un momento di orgoglio per entrambi.
Ciao nonno, spero ci sia un galletto ovunque tu sia ora...
Bellissimo prof. anche i miei nonni erano un po' come nonno Giovanni. Ho 54 anni e gli insegnamenti ricevuti dai miei nonni sono stati e sono ancora per me una risorsa incredibile. Auguro a tutti, soprattutto ai nostri studenti e alunni la nostra stessa fortuna.
RispondiEliminaCondoglianze
Stefania
Bellissimo prof. anche i miei nonni erano un po' come nonno Giovanni. Ho 54 anni e gli insegnamenti ricevuti dai miei nonni sono stati e sono ancora per me una risorsa incredibile. Auguro a tutti, soprattutto ai nostri studenti e alunni la nostra stessa fortuna.
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Stefania