Nei giorni scorsi avrete sicuramente avuto modo di vedere le vignette che prendono in giro un noto politico di centrodestra che si candida in un partito ad personam, per fare leggi ad personam, ma nel caso vinca non sarà premier, il quale ha promesso (in caso di vittoria) che restituirà l'IMU agli italiani, versandolo direttamente sul loro conto corrente. Per intenderci, lo stesso che non ha mai detto che un certo giocatore di calcio (soprannominato peraltro da suo fratello "il negretto di famiglia", Django esci dallo schermo, ti prego e fai giustizia per noi...) è una mela marcia (evidentemente i video che si vedono in rete li hanno prodotti gli alieni). Sì, proprio lui. Beh lasciamolo per un attimo stare ed analizziamo l'interessante fenomeno che le sue
cazz parole hanno suscitato in rete: fotomontaggi con la sua immagine e la promessa di restituire le cose più improbabili. Gioco divertente ed ingegnoso, buon esempio di una sorta di umorismo crowsourcing (alcune più divertenti, altre meno).
Non staremo qui a disquisire sul tema se tali vignette facciano o meno il gioco del losco figuro in questione, argomento che si sta dibattendo parecchio, quanto piuttosto ad analizzare un altro triste fenomeno.
Chi ha avuto l'idea
per primo di fare questo giochetto? Boh! Ma è così importante? Secondo me, no. Secondo altri sì: su una pagina Facebook sorta alla velocità della luce sul tema, ci tocca leggere un tristissimo appello a "segnalare a Facebook le pagine copiate".
Ma come? La forza di questi fenomeni è proprio l'effetto virale, la condivisione delle idee, il fatto che ognuno aggiunge il suo pezzettino! E ci mettiamo a fare i micragnosi sul tema "io l'ho detto per primo, mamma mamma mi stanno copiando"? Non ci siamo proprio, ragazzi, ma per nulla...giochiamo alla Rete, ma quando le sue regole non ci piacciono ci appelliamo ad idee in decomposizione?
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