Non ero mai stato in Germania se non di passaggio e avevo aspettative molto elevate rispetto a questa gita.
Devo dire che sono state rispettate al 100%: Berlino è una città incredibile, dove ad ogni passo incontri un edificio stupefacente. Sotto il profilo architettonico è quasi come passeggiare per un immenso museo di architettura contemporanea, ci sono palazzi griffati dalle più famose archistar di tutto il mondo e sono bellissimi (soprattutto per chi come me ama vetro e acciaio!).
Inoltre c'è un rapporto profondissimo tra città e verde, con parchi cittadini smisurati, i prati...insomma, bello. Gli spazi in generale sorprendono per le loro dimensioni, per chi è abituato agli asfittici spazi milanesi (ma non solo: le città italiane soffrono molto spesso di questo problema) è notevole vedere l'abbondanza di spazi vuoti che la città offre (ad esempio, arrivando alla stazione centrale - costruzione mirabile tutta di vetro, in cui si vedono i treni entrare, incrociarsi su piani diversi ed uscire - si deve attraversare un prato che sembra immenso).
Aggiungiamo a questo quadro idilliaco la presenza (massiccia e abbondante) dei mercatini di Natale, luminosi, divertenti, opulenti e il sentimento di amore profondo in me suscitato dall'esistenza di gluwein (vin brulé) e bratwurst da mezzo metro...insomma, una vacanzina indimenticabile!
La presenza/assenza del muro è fonte di continua emozione visitando Berlino, tutto sembra richiamare i tempi in cui non si poteva attraversare la cortina che feriva mortalmente al cuore questa città. Il tracciato originale è segnato da mattonelle, alcuni settori sono ancora esistenti (il pezzo di muro più lungo esistente è oggi una galleria d'arte all'aria aperta - la east side gallery) ed in generale ove possibile viene sottolineata l'assenza di questa ingombrante barriera.
Un'altra presenza ingombrante, che si percepisce quasi fisicamente attraverso la ricostruzione della città è ovviamente quella del nazismo. Ed in particolare dell'olocausto. Berlino sembra essere riuscita a elaborare il lutto, anche attraverso l'architettura: il museo ebraico di Libeskind è un edificio che non puoi non notare, ed è estremamente simbolico anche ad un'osservazione superficiale.
Detto questo, c'è un monumento che più di tutti mi ha colpito ed impressionato in città, è il monumento all'olocausto, dell'architetto americano Peter Eisenmann, inaugurato nel 2004, a due passi dalla Porta di Brandeburgo, quindi nel cuore simbolico della città.
Si è detto che questo monumento è per i tedeschi, e non per gli ebrei: lo credo anche io. Ma dico di più, non è solo per i tedeschi, è per chiunque: chiunque ci entri deve pensare a quanto accadde allora e riflettere su quanto è facile per l'uomo cadere nei drammatici errori di cui la nostra storia è costellata.
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