Come già scritto in precedenza sul blog, dopo molta resistenza, all'inizio di settembre sono caduto nella rete di stieg larsson. Dopo aver letto "Uomini che odiano le donne" (sacrificando molte ore di sonno :-)) ho avuto la fortuna di ricevere in prestito dalla mia compagna di sventura in ufficio nonché mia seconda mamma barbara-stachanov il secondo ed il terzo capitolo della saga (grazie!).
Altre ore di sonno perse, l'effetto lobotomy assicurato (scena: io sul divano che leggo, anna che mi parla, io che rispondo a monosillabi senza in realtà capire nulla, lei che si arrabbia molto), e insomma in due settimane i due mattoni sono stati digeriti.
Che dire? Impossibile non confermare l'impressione data leggendo il primo libro: scrittura pessima (come se mancasse la revisione finale) ma atmosfere notevoli e soprattutto impossibilità concreta di staccarsi dal libro. Mi ritengo un lettore abbastanza raffinato ma davvero non riesco a resistere a libri che mi incollano alle loro pagine come una mosca al miele!
Il limite di "La ragazza che giocava col fuoco", e in misura ancora maggiore de "La regina dei cartelli di carta" è forse data dal contesto, che risulta eccessivamente complottista (nel mio immaginario mi riesce difficile sovrapporre l'immagine da cia del nord che l'autore attribuisce alla Säpo all'immagine della Svezia paradiso della democrazia, della legalità e dei diritti). Inoltre nel capitolo finale della saga si ha l'impressione che Lisbeth modifichi all'improvviso e quasi in maniera deludente (e difficilmente giustificabile) il suo modo di essere più profondo, affidandosi all'improvviso con fiducia a tutto ciò che fino a poco prima rinnegava, temeva e allontanava da sé.
In conclusione tre considerazioni:
1. Mi spiace per lui, ma è una vera fortuna che l'autore non possa dare seguito alla trilogia: suonerebbe davvero triste leggere di una Lisbeth "normalizzata"...
2. La trilogia merita di essere letta, ha davvero il potere di incatenarti alla sua trama e al racconto. E secondo me è una buona idea leggerla pensandola come un libro unico, complessivo.
3. Personalmente ritengo che 100-200 pagine in meno per ogni volume avrebbero giovato al tutto. In tutti e 3 i libri ci sono episodi che vengono descritti con un livello di dettaglio quasi irritante!
4. (addendum) nel frattempo ho visto il primo film della serie. Carino, nulla di più. Credo che non vorrò vedere il secondo...
Scusa, però, faccio il riassunto: è scritto male, non è stato rivisto, si basa sulla teoria del complotto (che è la via da sempre ritenuta più facile per costruire un giallo), ha un personaggio che senza motivazione apparente cambia all'improvviso (leggi: larsson non riusciva a concludere mantenendo intatte le caratteristiche della protagonista, per cui le ha cambiate in corsa senza una valida motivazione narrativa),ha, in totale, dalle 300 alle 600 (!!!) pagine di troppo. In pratica, hai descritto il peggior libro della storia della letteratura! Non ti sembra una contraddizione? Dico per capire, eh...
RispondiEliminaCaro Andrea, hai ragione!
RispondiEliminaDiciamo che ho descritto il fatto che sono contorto e contraddittorio e che non sempre ciò che ci piace rappresenta il nostro gusto ideale: "...mi si dirà che anche questa è un'interpretazione. Ebbene, tanto meglio" (Nietzche)
Detto questo, è vero, sono libri pieni di difetti. Ma il dato di fatto incontrovertibile è che mi hanno legato le pupille alle pagine, in maniera davvero vigorosa. Del resto mi succede anche con Harry Potter, e anche in quel caso ne vedo i limiti. Secondo me è il bello non solo della lettura, ma dell'estetica in generale. Che ne pensi?
beh, penso che tu abbia ragione, anche se a me, parlando in termini generali, tutto questo ha sempre messo una certa tristezza di fondo. a me è capitato di leggere questo tipo di libri, e mi annoiano a morte per deformazione professionale: occupandomi di teoria della letteratura "per lavoro", becco all'istante tutti gli escamotage atti a catturare il lettore, e mi sento preso per il culo. Mi chiedo poi - senza fare riferimento al caso specifico, dato che comunque, in un modo o nell'altro, tutti si cazzeggia - come mai quello che tu definisci il "bello della lettura" venga fuori solo quando si leggono i libri di massa, e mai con i mattonazzi... non voglio essere polemico, è che sulla letteratura sono un integralista, e più invecchio più le cose diventan peggio! siccome ti considero un ottimo lettore (per certi versi più onnivoro del sottoscritto), mi interessa capire il tuo punto di vista.
RispondiEliminaIn realtà per dirti tutta la verità, da buon lettore onnivoro, a me capita anche coi matonazzi: quando lo scorso anno ho letto Anna Karenina mi è capitato più di una volta di dormire poche ore per notte perché stavo immerso nel libro...
RispondiEliminaCiò detto è indubbio che oggi il bestseller sia diventato quasi un genere letterario (ho letto una bella intervista in tal senso sull'ultimo Venerdì di Repubblica), con regole codificate e molto chiare. Anche a me spesso capita - da profano - di cogliere alcuni stratagemmi acchiappa-lettori, ma mi fanno sorridere e basta. Poi all'atto pratico, ci casco :)