E' da 8 anni che mi occupo di nuove tecnologie per la didattica. In questi anni, passati a cavallo tra università e mondo della scuola, ho conosciuto una quantità notevole di docenti, dalla scuola dell'infanzia fino alle superiori (ora secondarie di secondo grado...) tutti accomunati dalla passione, passione per i ragazzi, per la tecnologia, per l'insegnamento. Passione che li fa andare oltre lo stipendio da fame, i litigi collegiali, i colleghi che cercano di mettere i bastoni tra le ruote, perché credono che sia un dovere della scuola recuperare, anche nel campo delle ICT un ruolo di guida per i ragazzi. Nel mio lavoro ho cercato di supportare e offrire le mie conoscenze e l'istituzione per cui opero come punto di riferimento, convinto che un miglioramento del sistema-scuola, un adeguamento dello stesso alla realtà portasse beneficio, in ultima analisi, al paese.
Poi leggo questo articolo, e in particolare la frase "Ci auguriamo che anche il laboratorio di informatica possa trovare spazio tra le attività, anche se vorrà convenire che esso non costituisce, soprattutto nella scuola primaria, un insegnamento prioritario" scritta sul sito del MIUR...e mi prende lo sconforto! Ma allora anni e anni di fatiche dei "miei" docenti che fine faranno? Buttate al vento...per non dire nel cesso! Grazie Mariastella...
>> Da Repubblica.it: "A scuola Internet non è una priorità"
La cosa bella delle presunte "riforme" della Gernini è che non scaturiscono da una differente visione pedagogica, ma solo e semplicemente dalla volontà di tagliare.
RispondiEliminaL'unica "visione pedagogica" della Gelmini è il convincimento che la cultura e la scuola - specie se pubbliche - rappresentano semplicemente un costo da eliminare e non un investimento in termini economici e soprattutto civili. Tutto qua.
Il resto, quel vagheggiamento da "scuola dei bei tempi andati", con il grembiule, la maestra unica e i voti, servono solo a prendere per i fondelli l'opinione pubblica. Che puntualmente abbocca.