sabato 13 settembre 2014

L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio - Haruki Murakami

Capolavoro

Più riguardo a L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggioHo iniziato a leggerlo di sera, e ne ho lette parecchie pagine. Poi il giorno dopo sono dovuto andare al lavoro, ovviamente: ebbene, non riuscivo quasi a combinare nulla perché volevo tornare a casa e rimettermi a leggere. Pensavo, mentre compivo il mio dovere in ufficio: "cosa ci faccio qui, mentre dovrei sapere come procede la vicenda di Tazaki Tsukuru? Cosa mi frega delle mie occupazioni quotidiane, come posso sopportarle?" Miracolo delizioso della letteratura, maledizione al fatto che io non abbia un mecenate che mi mantenga e sia costretto a lavorare...
Ciò detto, questo libro gode di una situazione davvero particolare, a mio avviso: è esatto. Intendo dire che ogni parola (ogni ideogramma? Peccato sia impossibile per me leggerlo in lingua originale, ma mi sento di fare un ringraziamento a chi lo ha tradotto, perché parte del fascino è anche dovuto alla traduzione, senza dubbio) che lo compone è al suo posto, giusta, senza che ce ne sia una di troppo o una che manca. Tutto è dove deve essere, tutto si incastra, tutto mi ha affascinato in queste pagine.
Il protagonista, l'incolore Tazaki è un personaggio davvero particolare che alterna enormi certezze sulle cose (da buon ingegnere costruttore di stazioni) ad altrettanto smisurate incertezze su sé stesso, il che permette a chiunque di noi non abbia un'opinione di sé monolitica di identificarsi in certe sue timidezze, in un certo suo sminuirsi.

Il libro è ricco di frasi meravigliose: me ne sono segnate un po', particolarmente affascinanti:

Spesso Tazaki Tsukuru si ripeteva che sarebbe stato molto meglio morire allora, evitando cosí di esistere nel presente. Era un pensiero allettante, perché in tal caso tutto ciò che ora considerava realtà, avrebbe smesso di essere reale. E come lui non sarebbe piú esistito per il mondo, il mondo non sarebbe piú esistito per lui. (frase molto adatta per un periodo in cui la colonna sonora che accompagnava la mia lettura è stata "Fantasma" dei Baustelle, un concept album sulla morte)
Cercare di conoscere il proprio valore è come pesare qualcosa privi di un’unità di misura. L’ago della bilancia non riesce a fermarsi con uno scatto netto in un punto preciso. (che frase pazzesca sulla conoscenza di sé)
Le persone cui viene tolta la libertà, finiscono sempre per odiare qualcuno.
– Lei non ha paura? Di morire intendo. – Della morte in sé no. Dico sul serio. Ho visto morire tanti di quegli incapaci, tanti di quegli imbecilli! Se ci sono riusciti loro, non c’è motivo perché non ci riesca anch’io. (La riflessione sul tema informa parecchie parti del libro, a volte anche con questa sottile ironia)
Il talento è come un recipiente: per quanto uno si sforzi, non riuscirà a cambiarne le dimensioni. Per quanto tu ti possa sforzare non ci farai mai entrare piú acqua di quanta ne possa contenere. (Questa frase mi ricorda una delle mie citazioni di Schopenhauer preferite, che fa la stessa metafora del recipiente e dell'acqua parlando del cervello di certa gente. Come sempre il vecchio Arthur è molto più scorbutico di chiunque, ma non ci stupisce!)
Ci sono cose al mondo che solo la figura di una donna può trasmettere.(Questa mi fa impazzire. W le donne, sale della terra, croce e delizia, delizia al cor!)
Il silenzio che era sceso nella stanza era soffocante, pieno di una profonda tristezza. I loro pensieri inespressi erano pesanti e solitari come un antico ghiacciaio che scava la terra per creare un lago profondo. (Murakami sa scrivere. E se la cava con le metafore, sì)
Nessuno dei due parlava. Le parole non avevano forza sufficiente. Come danzatori fermi in una posa, si tenevano abbracciati abbandonandosi allo scorrere del tempo. (Vedi sopra)
La vita è come uno spartito complesso, pensò Tsukuru. Piena di semicrome e biscrome, di segni strani, di annotazioni dal significato oscuro. Decifrarla è un’impresa ardua, e anche a saperla leggere correttamente, anche a saperla trasformare nella musica piú bella, non è detto che poi la gente la capisca e l’apprezzi nel suo giusto valore. (La musica ha una parte importante in questo libro!)

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