giovedì 27 settembre 2012

Minculpop @ moltearti

Ieri sono andato a presentare le iniziative per le scuole che la Presidenza per la quale lavoro e il laboratorio col quale collaboro al moltearti di Milano offrono alle scuole. Non è la prima volta che vado a questo genere di iniziative: un po' di docenti di scuola superiore interessati alle iniziative universitarie, solitamente super volenterosi e molto attivi vengono a sentire cosa abbiamo loro da proporre. Bello.
Peccato che io abbia deciso, anziché partire a raffica con "facciamo questa iniziativa, questa e quest'altra" di introdurre il tema col perché le facciamo, ovvero parlando del problema non solo italiano del rapporto tra giovani e scienze e di quello tutto italiano della classe docente che -in molti casi- non è senza colpe se i giovani hanno una percezione erronea della scienza e delle tecnologie.
È ovvio che i docenti che erano li, che sono tipicamente degli avanguardisti, sono le splendide eccezioni, ma è ahimè altrettanto ovvio che ognuno di loro (lo so per esperienza diretta, perché nelle scuole ci vado in prima persona!) deve lottare ogni giorno con colleghi che tirano indietro e cercano di disfare molti dei loro sforzi. Io lo so che c'è la possiamo fare (altrimenti non lavorerei da 12 anni coi docenti, per aiutarli a fermarsi e migliorare, per esempio col nostro master DOL - www.dol.polimi.it), ma non amo nascondere le cose come stanno.
Ebbene, mentre sto facendo il mio discorso, che a tratti, mi rendo conto, poteva anche apparire duro, la professoressa del moltearti che organizzava la giornata, mi guarda a muso duro e mi dice: "presenta le iniziative e basta!". Mentre sto parlando, davanti alla platea. Fortunatamente sono bravo a reagire agli imprevisti, sorrido e vado avanti come nulla fosse, anche se dentro di me si accende un fuoco. Estintore, please, e procediamo. Però però però...
Le ipotesi sono tre:
1. Io sono un povero piccolo tecnico amministrativo e lei una docente. Non ho il diritto di pensare Di saper pensare, non ho il diritto di parlare e dire la mia. Dodici anni di lavoro come ricercatore sul campo e una laurea e tre quarti non valgono nulla di fronte ai ruoli che mi sono permesso di provare a ignorare
2. Avevo la t-shirt col logo del moltearti e non la giacca. Improbabile che sia così, fortunatamente al moltearti non sono così formali.
3. È tornato il ministero della cultura popolare. Provare a dire qualcosa di non pre approvato e pre digerito non è molto apprezzato al moltearti. Purtroppo è un po' di tempo che ho questa sensazione...
È come direbbe Linus Van Pelt, se sembro amaro, è perché lo sono...

1 commento:

  1. Quando si scende troppo in basso non si vede più la vetta, nemmeno mentre si inizia a risalire.
    Non è perchè sei un piccolo tecnico amministrativo, è perchè non dobbiamo perderci in futili ragionamenti sui significati, meglio andare al sodo e senza far perdere troppo tempo: il fatto avulso dal significato, il fatto qui e ora, senza progettare il futuro.
    Chissà se la tua generazione riuscirà a intravedere la vetta... [anna]

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