mercoledì 17 dicembre 2008

Le braci - Sandor Marai

Su suggerimento del Matteo, cui va il mio pubblico grazie, ho letto il mio primo (credo di una lunga serie) Sandor Marai, ovvero Le braci.
Che dire? Un libro incredibile, che parla di amicizia, di amore (non in senso sessuale), di attesa, di pazienza, e sviscera come mai avevo letto il rapporto - non rapporto tra due persone.
Non sto a raccontare la trama per mille motivi, dai più banali (è meglio leggerlo) ai meno ovvi (la trama è semplice, troppo semplice...è l'analisi di fondo e la scrittura a risultare meravigliosa).
Ci sono frasi di quelle da appuntarsi nel cervello per richiamarle alla memoria nei momenti di difficoltà, ci sono appunti che chiunque abbia un amico vero non può che sentire come sue, c'è una dose di pessimismo fuori dal comune e una forza narrativa sconcertante. C'è il momento di passaggio tra un mondo che non è più e un nuovo modo di concepire il mondo, e in generale è un libro che si muove sempre in una zona liminale (tra epoche, tra guerre, tra i sentimenti)... da buon laureato in filosofia teoretica direi che si muove sempre nello zwischen, nel frammezzo...
Insomma, un libro da consigliare vivamente! Io l'ho letto in una sera, e l'ho terminato a letto. Al termine della lettura ero a tal punto segnato emotivamente da apparire quasi malato...e adesso vado in caccia di altri suoi libri: qualcuno ha buoni consigli per me?
...
Gli uomini non sanno nulla di se stessi. Parlano sempre dei loro desideri e camuffano ostinatamente i loro pensieri più segreti. Se impari a riconoscere le menzogne degli uomini, noterai che essi dicono sempre cose diverse da ciò che pensano e vogliono davvero

martedì 2 dicembre 2008

Innovascuola a Bitonto

Sono stato tre giorni a Bitonto alla scuola Sylos a tenere un crash course intensivo nell'ambito del progetto Innovascuola.
Due sono le cose che mi hanno stupito e dato felicità:
1. la grande bravura e disponibilità dell'aula. I miei corsisti avevano una grande voglia di imparare ed è stato bellissimo. Siamo arrivati a fare lavori stupendi, ed ho visto interesse e voglia davvero grande. Bravissimi!
2. L'ospitalità bitontina è stata magnifica. Mi hanno davvero viziato. Ed ho assaggiato cibi di una bontà sconvolgente! Mamma mia!
Grazie a tutti i miei corsisti, alla Preside, e a tutti coloro i quali lavorano nella scuola Sylos...

Quanche foto di Bitonto

lunedì 24 novembre 2008

Ancora Las Vegas + ritorno a casa...

Il nostro turismo da albergo ha portato i suoi frutti: credo che siamo gli unici al mondo ad aver affrontato tutta la strip a piedi dall'inizio alla fine.
Una cosa impressionante è stato il viaggio (sempre a piedi, Paolo è davvero un camminatore di primo livello) fino a downtown, un tempo centro della città, dove sono sorti i primi casinò, oggi decisamente in decadenza. Per recuperare da questa decadenza, è stata costruita la Freemont experience, una delle cose più impressionanti che abbiamo visto in questo viaggio completamente impressionante. Hanno infatti coperto una intera via (Freemont Street) e sotto alla copertura hanno installato un enorme schermo curvo che corre lungo l'intera galleria. Quando lo accendono è un'esperienza inimmaginabile. Noi abbiamo visto un video musicale (American Pie, di Madonna), realizzato ovviamente su misura, appositamente. Quando è partito, tutte le luci circostanti si sono spente all'unisono. La gente ha iniziato a guardare tutta al cielo. La musica e le luci erano totalmente immersive. Sembrava di essere in una scena di Blade Runner!
Da qui (dopo una doverosa sosta al ristorande messicano Dona Maria - voto altissimo!) siamo tornati stravolti fino al Riviera. Il cibo messicano, però, mi aveva messo una grande sete...e così mi sono svegliato alle 2 e sono sceso a comprare l'acqua. Mentre tornavo in camera, coi miei 2 dollari di resto, mi sono accorto che alle slot c'era tantissima gente che giocava...e così non ho resistito e ho impiegato i miei 2 dollari nella macchinetta del BlackJack...e ho vinto 20 dollari!! Resistendo al demone, che mi chiamava a giocare ancora, sono andato a letto.
Il giorno dopo abbiamo avuto la nostra presentazione: Paolo è stato grandioso (soprattutto nel calcolo dei tempi) e la salaera davvero piena. Tom Reeves, un guru assoluto nel campo, ci ha presentati e anche lui è stato davvero bravo. Insomma, grande successo di pubblico e critica, festeggiato la sera andando al Mandalay Bay, incuriositi da un DJ bar ipertecnologico in cui gli utenti possono decidere, tramite dei tavolini touch-screen, di cambiare la musica. Purtroppo veniva attivato alle 23, mentre noi eravamo già stravolti alle 19,30...lo abbiamo immaginato acceso, e ci siamo fiondati a un ristorante di burger, dove abbiamo avuto la grande gioia di assaggiare il bufalo (meraviglia delle meraviglie!)
Il ritorno a casa è stato davvero durissimo,le 20 ore di aereo sono pesantissime (ho visto 3 volte Wall-E che oramai so a memoria in italiano ed in inglese), e il fuso orario di 9 ore davvero allucinante da assorbire. Ma ci riusciremo!

In definitiva Las Vegas non è una città, ma un posto, anzi, un insieme di posti. Mette in luce molte delle contraddizioni USA, è un luogo dove non vorrei tornare, ma sono felice di esserci stato (sensazione che provai già con Orlando, Florida). E-Learn invece si è rivelata una conferenza davvero interessante e gravida di cose buone, speriamo diano ora i frutti sperati. Una delle cose più piacevoli, personalmente è che Tom Reeves ha accordato il permesso affinché io e Luisa traduciamo il suo libro e lo pubblichiamo in italiano: sarebbe davvero stupendo se questa cosa andasse in porto!
Come sempre ho pubblicato le ultime foto...qui!

martedì 18 novembre 2008

Ultime da Las Vegas

Ieri è iniziata la conferenza, coi tutorial e i workshop pre-conference. Primo aspetto divertente, la gran capa della conferenza, Tracy, mi incontra e mi saluta con grande entusiasmo. Poi, dopo i convenevoli, mi chiede a che ora farò il volontario! Infatti è da almeno 4-5 edizioni di ED-Media (conferenza organizzata dalla stessa organizzazione) che io e Luisa facciamo i volontari: noi non paghiamo la conferenza e lavoriamo per loro 8 ore. Purtroppo però io quest'anno non mi sono iscritto come volontario (non c'era tempo, ci siamo iscritti l'ultimo giorno)...e così l'ottima Tracy è rimasta molto molto delusa: si ritrova con tutte le volontariette cinesi/giapponesi che non capiscono nulla!

Detto questo ho seguito due workshop, uno al mattino sul tema "come coinvolgere i nativi digitali utilizzando i video" e uno al pomeriggio, che avrebbe dovuto trattare un po' di tecnologie Web2.0.
Mentre quello della mattina - per quanto noioso - mi ha fatto scoprire un softwarino interessante che non conoscevo e che potremo riciclare nel DOL, al pomeriggio è stato uno SCANDALO. La docente che lo ha tenuto non sapeva parlare in pubblico, non sapeva cosa dire e per di più non lo ha detto. La gente se ne andava mano a mano che questa parlava!!
Questo mi ha fatto pensare che noi dobbiamo assolutamente proporre il nostro tutorial di 1001Storia per ED-Media: potremmo mettere a rumore l'universo!

A sera (cioè, alle 17,30...) abbiamo fatto una lunghissima passeggiata lungo la Strip, ed abbiamo ammirato il Bellagio by night (la fontana di notte è eccezionale!), e siamo arrivati fino al famoso MGM. In questa zona della strip c'era un fiume umano di persone. Impressionante.
L'MGM è il più grande albergo di Vegas, con 5500 stanze a disposizione degli ospiti. Purtroppo (gravissima caduta di stile) ospita anche una stanza di vetro (una gabbia di vetro) con due poveri leoni. Dopo averli visti nel loro ambiente reale al Kruger quest'estate ho sofferto nell'osservare quelle due povere bestie disperate. Molto brutto. Abbiamo mangiato in un ristorante dell'MGM (pesce buonissimo, io ho preso un salmone con sopra le cipolle fritte che cantava!) e abbiamo ammirato i matti che giocano alle slot fino a rovinarsi. A tal proposito, un tipo umano molto interessante è la vecchina che ha la card del casino (anziché avere le monete, carica i soldi su una tessera) legata con un filo tortile a sé stessa. L'effetto è quello di vedere queste vecchine attaccate alle slot dal cavo - sembra che sia un macchinario medico che le tiene in vita. E non sembrano assolutamente divertirsi! Sembra che lo facciano per obbligo. Mah...
Aggiungo le poche foto fatte ieri al solito indirizzo (da apprezzare la bruttezza dell'albergo New York New York con un mini Empire State Building e un mini Chrysler Building...): http://picasaweb.google.com/aldotorrebruno/LasVegas

lunedì 17 novembre 2008

Primo giorno: turisti per alberghi!

Eccoci quindi al nostro primo giorno in Vegas! Io ho dormito (nonostante il fuso) il sonno dei giusti, mentre Paolo (il mio capo, compagno di questa avventura americana) si è svegliato alle 3...per fortuna prima di telefonarmi è andato in palestra e ha lavorato. In ogni caso alle 8 mi ha telefonato (io dormivo, ma ho signorilmente fatto finta di essere sveglio).
Dopo una colazione americana (wow) in albergo, siamo partiti per il tour della città. Se così si può chiamare. In realtà si va avanti e indietro per la Strip, lo stradone su cui sorgono, sui due lati,tutti gli alberghi.
Come sempre nelle città USA (NY su tutte, ma anche qui non si scherza) il nostro immaginario Holliwoodiano ci da sempre la sensazione di esserci già stati, ma a Vegas questo accade in tono minore. Perché? Perché nessun film riesce a rendere appieno la grandiosità, il kitsch ostinato, il rilucere di marmi e specchi, e la quantità di electronic-wall che campeggiano ovunque. Notava giustamente Paolo che per vedersi come si vedono in pieno giorno, questi schermoni (size matters, qui più che mai) devonoavere una luminosità incredibile. Anche perché, come scrivevo ieri, qui siamo nel deserto. Dio giorno te ne accorgi: oggi, 17 novembre, faceva un caldo indicibile, a un certo punto cercavamo - disperatamente - di entrare da qualche parte per respirare.
La gita turistica (se così si può chiamare) prevede che si entri negli hotel e si vaghi: tutti hanno gallerie per lo shopping sterminate, attrazioni di vario genere, bar, ristoranti di ogni parte del mondo, piscine, fontane...
Abbiamo visitato: Winn, il top del lusso secondo me, bellissimo. Anche dall'esterno, grattacielo che tende al rosso-rame, dalla forma slanciata, come piace a me. Al suo fianco sta sorgendo il gemello, Encore (per ora chiuso). All'uscita c'è una grandissima cascata e pare di essere in montagna (anche l'aria viene raffreddata dai getti d'acqua, e ti senti a Bormio...ma sei in mezzo al deserto!
Proseguendo, le architetture italiane di Palazzo apparivano sminuite da quanto visto prima. C'è voluto Venetian per recuperare: una laguna riprodotta, con gondole e gondolieri, vestiti come a Venezia. La facciata di Palazzo Ducale. Un campanile di San Marco in scala 1:4 (a occhio). Ponte di Rialto, dotato però di scala mobile! E all'interno...il canale continua. Ebbene si, il canale scorre DENTRO l'albergo, sempre coi gondolieri che lo solcano...e un cielo luminosissimo, dove occhieggiano nuvole a pecorelle. Non abbiamo capito come sia fatto, ma appare reale (a parte che fuori, qui, di nuvole non se ne vede neppure l'ombra!). Uscendo ci siamo imbattuti nella torre Eiffel e nel profilo dell'Hotel de Ville, ed eccoci proiettati in atmosfera parigina. Basta però attraversare la strada per tornare in Italia, ovvero al Bellagio, l'Hotel di Ocean's eleven! Tutto ciò che si favoleggia su questo albergo è vero. Le dimensioni del lago prospiciente la facciata sono quelle di un vero lago, non di una fontana. Ogni mezz'ora parte uno spettacolo sonoro-visivo di getti d'acqua incredibile. Tutto qui è sovradimensionato, anche a livello emozionale, si fa a gara a strappare al turista l'oohh di meraviglia più clamoroso.
Siamo poi passati al Cesar's Palace, che è forse il più esteso di tutti. Ci si perde nelle gallerie interne, tra un colosseo a grandezza quasi naturale e una fontana di Trevi supertrash. C'è anche un apple store, dove ho un dialogo surreale con un commesso/bodyguard. Lui come sempre accade qui mi chiede "what are you doing?" e io gli rispondo "I just take a look". Lui replica: "You must have a look. It's free!...and if you see something...you can swipe your card here!". Una versione dal vivo di "per tutto il resto c'è mastercard" molto divertente.
Passiamo al Mirage, ad ammirare dietro alla reception una vasca di pesci tropicali di dimensioni oceaniche (la vasca, non i pesci!), ma scopriamo che ahinoi, il finto vulcano che erutta è in riparazione. Torniamo quindi, stravolti al nostro Riviera che - come sagacemente nota Paolo - è davvero l'albergo più sfigato di Las Vegas, con le sue 4 slot machine (saranno un migliaio, ma al Bellagio ce ne devono essere 15 volte tanto!) e la sua tappezzeria retro.
Confermo che siamonel deserto, perché dalle 14 alle 16 ho sguazzato come un'anguilla in piscina (all'aperto!) facendomi un po' di vasche per tenermi allenato, e poi ho preso il sole! Credo che d'estate sia pressoché insopportabile, per l'inverno: clima ideale!!!
Una cosa sconvolgente riguarda invece il gioco: la gente gioca in continuazione, anche alle 8 di mattina le slot sono piene e al Bellagio alle 10 abbiamo visto i tavoli da Blackjack stracolmi di persone. Sconcertante. Ho provato anche a giocare alle slot (perdendo 2 dollari), non mi sono molto divertito. Voglio invece, prima di ripartire, provare o la roulette o il blackjack...ma domani inizia la conferenza e si deve lavurà!
Pubblico le foto all'indirizzo: http://picasaweb.google.com/aldotorrebruno/LasVegas

Prime impressioni da Las Vegas

In primo luogo Las Vegas è...lontana! Il viaggio per arrivare, ieri, è stato lunghissimo! Arrivati a Newark pensavo fosse ormai fatta e invece...un dramma! Ancora 6 ore di volo. In definitiva sono circa 20 ore, facendo un solo stop (per fortuna non abbiamo preso il volo con 2 stop!)

La seconda impressione è che Las Vegas,come tutti sanno, è nel deserto! Appena atterrato me ne sono prepotentemente accorto, ovviamente ero vestito come Totò quando arriva a Milano, e qui faceva caldo e soprattutto un caldo secchissimo, non c'è una goccia di umidità.
Vista la stanchezza,non siamo andati a spasso, ma direttamente a dormire. Stiamo al Riviera,secondo la guida un hotel che ha conosciuto giorni migliori. Sicuramente sarà così, per ora - ho fatoo solo un giro di 10 minuti quando sono sceso a prendere l'acqua - non sembra proprio in disgrazia. Ci sono forseun migliaio di slot machines con tantissima gente che gioca! E da solo il nostro albergo credo consumi in energia elettrica quanto una cittadina italiana! Ed in effetti sembra tra i più sobri, di fronte campeggia il Circus circus (che contiene 2 piste da circo permanenti!) e che è decisamente più pacchiano. Il programma di giornata prevede turismo tra gli hotel...vedremo!

mercoledì 12 novembre 2008

I costi della politica (dal blog di Berto)

Quoto un post riportato da Berto nel suo blog che è veramente imbarazzante. Anzi, fa davvero arrabbiare. Cavolo. Io di solito quando leggo questo genere di cose dico "eh si, ma dai che senso ha attaccarsi a discorsi simili". Però poi se lo si legge bene una notizia così ti fa davvero imbufalire. E ti fa capire perché e come i palazzi della politica italiana si stanno sempre più scollando dalla ggente...

Nelle bellissime agende da tavolo e agendine da tasca del Senato, appositamente disegnate per il 2009 dalla fashion house Nazareno Gabrielli, tra i 365 giorni elegantemente annotati ne manca uno. Il giorno con il promemoria: «Tagli ai costi della politica». A partire, appunto, dal costo delle agendine: 260.000 euro. Mezzo miliardo di lire. Per dei taccuini personalizzati.

>> ...continua, sul blog di Berto: i costi della politica

martedì 4 novembre 2008

A proposito di diversità...articolo molto interessante

Leggo su Nazione Indiana un post davvero interessante su una mostra, dal titolo Against Nature? che si svolge a Genova nel contesto del Festival della Scienza, e che sembra suggerirci uno spunto sulla presunta "diversità" omosessuale. A me fa rabbrividire che sia necessario immaginare una mostra così (nel senso che mi sembra orribile che sia necessario fare una mostra per convincere non-so-chi che ognuno è libero di vivere la sua sessualità come e con chi crede e che non esista una sessualità "naturale" ed una "contronaturale"), ma dalle reazioni che ha suscitato credo ne servirebbero 10, 100, 1000 di mostre come queste...visto il clima attuale, poi...

>> Da Nazione Indiana

giovedì 30 ottobre 2008

Manifestazione a Milano!


Questa è una foto di scarsissima qualità fatta col mio cellulare sfigato. Ma il colpo d'occhio era davvero impressionante. Adesso diranno che c'erano 4 gatti, che la sinistra (ma quale??) ha fomentato e imbrogliato (ehehhh??) i ragazzi...ma che era lì sa quanta gente c'era e chi erano: studenti, genitori, docenti delle scuole di ogni ordine e grado, universitari...è stato bello, pacifico e incazzato al punto giusto.

mercoledì 29 ottobre 2008

Altro aspetto preoccupante...

Secondo me c'è una strategia in atto per farci spaventare, mi sembra chiarissimo. Non voglio essere complottista a tutti i costi, ma la storia puzza di bruciato e somiglia a un film già visto...

>> da Repubblica, il racconto di Curzio Maltese a proposito degli "infiltrati" violenti nelle manifestazioni di oggi

mercoledì 22 ottobre 2008

A me questo preoccupa...

>> Berlusconi: "Polizia nelle università" (da Repubblica)

Ma si può ancora pensarla in modo diverso in questo paese? O dobbiamo omologarci tutti? E davanti alla protesta, si può - in un paese che pensiamo democratico - reagire con questa violenza?

martedì 21 ottobre 2008

Una firma per Saviano

Sulla scia di quanto ho pubblicato negli ultimi tempi nel blog ben 6 premi Nobel si sono mobilitati. Scherzi a parte, come ho già scritto in queste pagine, se Saviano dovesse andarsene dall'Italia sarà una sconfitta per tutti noi.

>> Firma l'appello (da Repubblica)

Riporto qui il testo dell'appello - firmato da sei diversi vincitori del premio Nobel, ed invito i miei 25 lettori (Manzoni era falso modesto, io credo di averne in realtà meno) a firmare...

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro - "Gomorra" - tradotto e letto in tutto il mondo. E' minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, "Repubblica", e di tacere.
Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. E' un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.
Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

mercoledì 15 ottobre 2008

L'apartheid è finito in Sud Africa...

...e rischia di vivere una nuova vita in Italia, grazie alla lungimiranza della Lega. Io non ho parole.

>> da Repubblica

Se Saviano dovrà andarsene dall'Italia...

Scrive oggi Repubblica:

"E' poca e inutile cosa, dico, perché, se i Casalesi ne avranno la possibilità, uccideranno Roberto Saviano. Dovesse essere l'ultimo sangue che versano. Sono ridotti a mal partito, stressati, accerchiati, incalzati, impoveriti e devono dimostrare l'inesorabilità del loro dominio. Devono poter provare alla comunità criminale e, nei loro territori, ai "sudditi" che nessuno li può sfidare impunemente senza mettere nel conto che alla sfida seguirà la morte, come il giorno segue la notte."

Io credo che se Saviano dovrà davvero andarsene sarà una sconfitta per tutti noi, così come tutti noi siamo in parte colpevoli per il fatto che Roberto - uno che ha 5 anni in meno di me! - non abbia più diritto ad una vita normale. E mi fa imbestialire leggere che c'è chi considera il clamore che la condanna a morte di ieri ha sollevato un'abile mossa di immagine. Mi fa imbestialire.

>> L'articolo di Repubblica

martedì 14 ottobre 2008

Senza parole (ma con molta ansia)

"I Casalesi prima di Natale uccideranno Saviano e la scorta".
>> da Repubblica

Dobbiamo riflettere su questo articolo. E accorgerci di cosa ci succede intorno, quotidianamente. E capire che Saviano, che ha la mia età, vive con i carabinieri, perché ha avuto il coraggio di spalancare il coperchio e farci sentire l'odore della merda.

lunedì 6 ottobre 2008

Resoconto di viaggio: Sud Africa, Botswana, Zambia

Siamo tornati. Questo è deprimente. Passiamo quindi alle buone notizie: la prima è che abbiamo pubblicato su picasa 3 album fotografici interessanti:
>> Antemprima Africa 2008 (fatto di corsa guardando al volo le foto nell'unico giorno passato a casa, ovvero il 13 agosto, prima di partire per l'Abruzzo)
>> Africa secondo Anna
>> Africa secondo Aldo (le foto di partenza sono le stesse, ognuno ha fatto la propria selezione - io che sono pazzo ho messo anche le didascalie...)
Userò queste foto come guida per raccontare un po' di questo incredibile viaggio. Il mal d'Africa ci attanaglia!

L'arrivo
Il viaggio è lunghissimo. Partiamo da Malpensa, facciamo scalo a Zurigo, poi viaggiamo verso Johannesburg. Qui incontriamo un corrispondende locale della nostra consigliatissima agenzia Southside di Milano (mitica Roberta, ci ha preparato un viaggio coi fiocchi, grazie ancora!) che ci consegna i voucher (nostro incubo per il resto della vacanza: non vanno persi!) che ci permetteranno di vivere. Primo impatto con il Sud Africa impressionante: vado a cambiare 200 euro e mi ritrovo 5 persone praticamente in braccio mentre sono allo sportello che osservano. Poi scoprirò che è Jo'burg ad essere particolarmente inquietante in tal senso. Proseguiamo per Cape Town dove arriviamo dopo 18 ore di viaggio, stravolti ma felici. Prendiamo subito possesso della nostra fantastica Polo bianca a noleggio e partiamo per la città. La guida a destra offre le sue difficoltà, ed Aldo, prescelto driver provetto, ha molti dubbi sulle precedenze. Dubbi che si scioglieranno solo a metà vacanza inoltrata (è così per tutti o sono particolarmente impedito io?)

Cape Town
La nostra sistemazione nella "Mother city" è il paradiso, ovvero la Walden House, casetta in stile coloniale in un elegante quartiere con vista sulla Table Mountain. Ce ne innamoriamo subito, appena entriamo in stanza. Il letto è coperto di petali di fiori e la cortesia africana ci stordisce. Tutto troppo bello. Ma diviene ancora meglio la mattina dopo quando esordisce la prima colazione sudafricana, con uova al bacon e altre bontà prelibate. In breve decideremo di rendere la prima colazione il pasto principale della giornata: spesso è compresa, altrimenti è economica ed èincredibilmente abbondante. Gnam gnam. Una nota di colore sul cibo sudafricano: è meraviglioso. Si mangia benissimo (w il braai, ovvero il barbecue: tutto ciò che si può grigliare viene grigliato) e si beve meglio.
Da Cape Town facciamo una gita alla Cerderberg Wilderness area, un luogo incontaminato dove la natura vince sull'uomo 4-0. Cerchiamo i graffiti dei San, che non troviamo, ma torniamo a casa felici e carichi di tè rosso e caramelle di frutta comprate in un luogo improvabile e per questo ancora più bello (foto a lato)... Troviamo anche struzzi allo stato brado e fiori da mozzare il fiato. Al ritorno la montagna è coperta dalla famosa tovaglia (una nuvola che la copre, la metafora è davvero azzeccata). Ceniamo nelle Winelands, in un luogo troppo turistico per essere bello. Il braai però è eccellente, e i sapori agrodolci della cucina malese del Capo fanno sognare Aldo (per inciso: non avevo mai mangiato lo struzzo, è ottimo!)
Sempre da Cape Town "escursioniamo" fino ad Hermanus, approfittando di una meravigliosa giornata di sole. Incontriamo per strada un enorme gruppo di babbuini che gioca, incurante delle auto. Ci faremo l'abitudine: sono ovunque, non vanno nutriti (ci sono cartelli ovunque!) e fanno molto ridere. Nella baia di Hermanus le balene australi si danno appuntamento galante, ogni anno, per accoppiarsi. In una baia tutto sommato piccola è un vero pullulare di code, pinne, schiene colossali che si inabissano. Al pensiero che lo scorso anno in Islanda avevamo pagato centinaia di euro per la gita in barca a vedere (da lontanissimo) le balene ci innervosiamo: qui gratuitamente ne vediamo (da vicinissimo) un numero inaudito. L'escursione prosegue per la spiaggia di Boulders, dove una colonia smisurata di pinguini "Jackass" ha stabilito la propria residenza. Il numero è impressionante, e fanno molto ridere, coi loro movimenti ballonzolanti. Venire via è molto difficile. La sera ceniamo da Mama Africa, un luogo turistico ma imperdibile in centro a Cape Town, dove proviamo il coccodrillo (sa di pollo: pollodrillo) ma non abbiamo il coraggio di mangiare i vermi mopane, molto amati dalla Sig.ra Ramotswe...
Il nostro ultimo giorno a Cape Town lo dedichiamo alla visita della città, con una puntatina al Waterfront, il porto-quartiere commerciale, dove ammiriamo le evoluzioni delle foche. Il mio animale preferito, a 5 metri scarsi da me! La nostra infanzia con Piero Angela pesa, e siamo visibilmente eccitati! La funicolare per la Table Mountain è chiusa, proviamo a salire a piedi ma il cartello che si vede in foto terrorizza Aldo, che si blocca e pretende di tornare alla Walden House!

Durban e lo Hluhluwe-Umfolozi Park
Ci trasferiamo con un volo interno a Durban, per una giornata di relax sull'oceano (pur terrorizzato dalla presenza di squali bianchi, molto sbandierata, ho fatto il bagno nell'Oceano Indiano, l'unico che mi mancava! Secondo Anna più che di bagno trattavasi di doccia oceanica, nel senso che io stavo fermo, ed enormi onde mi sommergevano completamente). Nonostante sia inverno si può fare il bagno: la corrente calda scalda le acque e di giorno ci sono 30 gradi. L'albergo è stupendo, e se si esclude che Anna tenta di permutarmi per un cameriere mozambicano (riconosco: molto bello) tutto procede per il meglio.
Nel frattempo abbiamo cambiato auto, e ora abbiamo una smisurata Jetta color silver (io manco sapevo esistesse tale vettura...), che il giorno dopo ci porterà a vedere i nostri primi animali "da safari": dopo una crociera nel St. Lucia Wetland Park, dove restiamo basiti ad ammirare le evoluzioni acquatiche degli ippopotami (quanto sono grossi!) e la placidità apparente dei coccodrilli (si vede a occhio nudo che sono cattivi...) arriviamo infatti nel Hluhluwe-Umfolozi Park.
Il parco, molto famoso per i suoi rinoceronti, ci riserva subito una GROSSA sorpresa: mentre guidiamo a tutta velocità (ovvero, nei parchi,a 40 km/h) per non arrivare tardi all'Hilltop Camp (il campo all'interno del parco dove alloggiamo, dove bisogna tassativamente arrivare entro le 18...) ci troviamo la strada letteralmente sbarrata da un enorme fondoschiena: un elefante ha trovato degli ottimi arbusti proprio sulla strada. Ora, noi eravamo preparati, avevamo visto le foto di Alberto e Ale (grandi nostre guide turistiche, non finiremo mai di ringraziarvi per averci attaccato la malattia dell'Africa!), lo sapevamo...ma trovarti a 10 metri da un elefante, per la prima volta, è un'emozione che ci ha lasciato senza fiato. Non riuscivamo a parlare e Anna, di solito molto prolifica con le foto, è riuscita a fare un solo scatto: era bloccata dall'emozione!
Nel parco è possibile fare sia escursioni con la propria auto, sia con i ranger: ti caricano su jeep da 10-15 posti, e ti scorrazzano in giro. Costa relativamente poco (15 euro) ed è un'esperienza davvero positiva: il ranger è un pozzo di conoscenze sugli animali, li sa trovare, segue le tracce, riconosce le feci...insomma è un vero esperto! Ovviamente però è molto emozionante anche scorazzare per il parco per i fatti tuoi, seguendo i tuoi ritmi...le due esperienze si completano a vicenda. Noi, nella nostra follia passiamo praticamente 12 ore in macchina girovagando per il parco e avvistiamo in un giorno 3 "big five": elefanti, rinoceronti, bufali, oltre ad un numero imprecisato dialtri meravigliosi animali, tra cui giraffe, ippopotami, facoceri, impala, gnu...gli altri 2 grandi (leoni e leopardi) si fanno invece attendere.
Nota di colore sull'Hilltop Camp, nostra residenza nel parco: il campo è davvero al limitare del parco, e di notte passano molto vicini alle capanne (soprattutto quelle come la nostra - confinanti con il confine elettrificato del campo) ogni sorta di animali. Momento particolarmente emozionante una notte, in cui sentiamo molto rumore e crediamo sia una scimmia che rumoreggia fuori dal capanno, mentre la mattina dopo, da inequivocabili enormi tracce (ehm...non orme, tracce...) ci accorgiamo che è passato proprio sotto le nostre finestre un rinoceronte!

Swaziland e Kruger National Park
Lasciamo lo Hluhluwe e ci dirigiamo, a bordo della nostra fidata Jetta verso lo Swaziland, piccolo regno indipendente all'interno del Sud Africa. La capitale Mbambane è sconcertante (tutto sembra fuorché una capitale di uno stato - per quanto piccolo) ma i paesaggi rurali che attraversiamo per arrivarci sono davvero gustosi. Purtroppo per me, il regno è famoso per l'artigianato: Anna si scatena, in due distinti mercati Swazi gestiti da simpaticissime signore, che ti "trascinano" dentro la loro bancarella per intraprendere estenuanti trattative. L'artigianato è bellissimo, e i prezzi sono super economici (più che in Sud Africa): acquistiamo regali e regalini per tutti, ma soprattutto per noi; emerge in particolare una maschera meravigliosa che abbellirà le pareti di casa! Il luogo dove dormiamo è in mezzo ad una foresta, e appena lo vediamo malediciamo il fatto di restare qui una sola notte: è allegro, colorato in rosso e verde e dotato di una invitante piscina, che purtroppo non proviamo poiché la sera, quando arriviamo, fa troppo freddo.
Al mattino partiamo presto per arrivare al Kruger: varchiamo il Malelane Gate verso mezzogiorno e ci gettiamo nel parco ricchi di entusiasmo. Immediatamente incrociamo il misterioso osso che si vede nella foto: non capiamo di che animale sia, né che osso precisamente possa essere, ma se - come diceva Godzilla - le dimensioni contano, il possessore di tanto osso piccolo non deve essere (per rendere l'idea, più grande di una testa umana - persino della mia!).
Raggiungiamo il nostro primo rest camp, Pretoriuskop, dove alloggeremo due notti, e prenotiamo subito l'escursione del mattino presto (le 5 che sonno!) per la mattina dopo. Il campo è bellissimo, incredibilmente pulito e lindo, abitato da una colonia di simpaticissimi impala e da molti scoiattoli, oltre alle immancabili scimmie e alle faraone selvatiche. La capanna circolare (il classico roundavel) col tetto di paglia è splendida (ogni capanna ha il suo barbecue - rimpiango di non avere carbonella e carnazza), e il campo offre tutti i servizi che si possano desiderare. La sera le stelle dell'emisfero australe sono mozzafiato, la via lattea sembra solida e la Croce del Sud sembra vegliare su di noi. Ci dedichiamo con pervicacia al safari fai-da-te fino all'ora di chiusura del campo, speranzosi di incrociare il nostro primo leone. Ci va male (in tal senso), ma ammiriamo animali di ogni sorta, in un paesaggio che muta radicalmente da zona a zona. Lo Hluhluwe è bellissimo, ma il Kruger ha un'imponenza e una ricchezza di fauna che spezza il fiato, e una varietà di zone differenti per vegetazione, popolazione, paesaggi sconcertante. Andiamo a letto prestissimo (tra l'altro dopo le 19 al campo non c'è molto da fare...) e ci troviamo alle 4,30 al luogo di ritrovo per l'escursione notturna. Fa molto freddo, ma ci scaldiamo all'udire, molto vicino al campo un suono inequivocabile: un leone che ruggisce! Il ranger che guida la jeep parte subito alla sua ricerca, ma il re della savana si fa desiderare. Verso la fine del nostro giro, però... due leoni maschi con le criniere al vento vengono incontro alla nostra jeep. L'atmosfera è elettrizzante, i leoni sembrano osservare uno ad uno gli occupanti della jeep: è quasi difficile reggere lo sguardo felino. Uno dei due decide di sedersi e di regalarci un piccolo show: sbadiglia (mostrando i dentini...), fa un ruggito, si sdraia (il gattone...), insomma, si lascia ammirare.
La giornata inizia davvero bene, e proseguirà ancora meglio più tardi: dopo colazione infatti prendiamola Jetta e girovaghiamo per il parco tutto il giorno, senza sosta, e in un solo giorno riusciamo ad ammirare tutti e 5 i grandi, compreso un leopardo che consuma serenamente un impala dalla cima di un albero, incurante della folla di macchine che lo osserva estasiata da sotto. Anna mi maledice perché non le ho ancora comprato una reflex digitale e favoleggia di obiettivi superzoom, ma mentre si lamenta fa foto meravigliose (compresa quella alla iena che si vede qui). I tre giorni nel Kruger si susseguono così, tra lunghissime giornate con la nostra macchina, emozionanti ed irripetibili, che sembrano finire sempre troppo presto, mentre si esplora palmo a palmo questo paradiso terrestre e qualche game drive con gli esperti ranger. A tal proposito è necessario ribadire che se è bellissimo poter girare per il parco in modalità fai-da-te, l'esperienza e la saggezza dei ranger rendono l'esperienza, nel suo complesso, molto interessante: sono infatti tutti molto preparati, e disponibili a spiegarti ogni piccolo particolare. Io li stressavo a morte con le mie domande, ma come si poteva evitare?
Durante il nostro soggiorno presso il secondo rest camp in cui abbiamo alloggiato, Satara, abbiamo potuto vivere anche l'incredibile esperienza del safari notturno. Di notte la vita nel parco muta radicalmente, da placida si fa frenetica: i predatori sono a caccia. Incontriamo il raro gatto-civetta, vediamo da lontano altri leopardi che ci scrutano con i loro occhi luminosi, incontriamo ippopotami in quantità che escono dall'acqua per cercare i loro 50 kg di erba quotidiana...ma soprattutto incontriamo due famiglie di leoni (2 leonesse, 2 leoni e 4 tenerissimi cuccioli) che stanno allegramente banchettando con una giraffa. La scena è bellissima e terribile: la giraffa è stata mangiata per metà, e i leoncini giocano coi ciuffi di pelo della coda, alternando poppate di latte materno e un bel morso alle costolettone di giraffa. La potenza di questa scena ci travolge, nessuno sulla jeep riesce a proferire parola.
Il Kruger è ciò che maggiormente ci segna di questo magnifico viaggio, il luogo di cui non ci stancheremmo mai, il luogo in cui - ce lo ripetiamo a vicenda - sia io sia Anna vogliamo tornare.

Dal Kruger a Jo'burg e poi verso il Botswana
Quando lasciamo il Kruger, Anna è praticamente in lacrime. Inizia a rivendicare la sua volontà di lasciare la scuola (nonché l'unico stipendio fisso di casa Torrebruno) e di iscriversi a un corso da ranger. Dobbiamo raggiungere l'aeroporto entro un giorno, e per arrivarci visitiamo un luogo da sogno, ovvero i Luke Bourke's Pothole. Il fiume, scavando nella roccia, ha creato dei crateri perfettamente circolari (a causa dei mulinelli), a breve distanza (lungo una strada che non a caso si chiama Panorama route...) ci sono panorami mozzafiato dai nomi eloquenti: God's Window, The Three Roundavel. Ma noi praticamente non li vediamo, siamo troppo depressi, e neppure lo shopping selvaggio consola la povera mogliettina. Al ritorno a casa, vedendo la foto qui a lato ci diciamo reciprocamente "ehi, ma abbiamo visto questa meraviglia e non la abbiamo quasi notata, tanto era il desiderio di non lasciare il Kruger!". Il giorno dopo un aereoplanino ci porta a Johannesburg, dove ci aspetta la nostra guida, una anziana signora slava, che per i casi della vita (che ci racconta in ogni dettaglio - senza che noi glielo avessimo chiesto, peraltro) parla italiano. Con lei l'autista, un ragazzo che abita a Soweto, decisamente il più sensato tra i due. La gita a Soweto è una specie di pellegrinaggio nei luoghi di Mandela: c'è poco da vedere (anche se non si può restare insensibili alla disuguaglianza sociale che regna non solo sulla città, ma anche all'interno della più famosa township del mondo), ma le emozioni sono violente. Vediamo anche la chiesa della Regina Mundi, con le vetrate che conservano i fori dei proiettili sparati dai poliziotti bianchi, che sapevano che i neri utilizzavano la chiesa per riunirsi e il luogo dell'assassinio spregevole del piccolo Hector Peterson. Nulla di speciale in apparenza, ma sentiamo il peso dell'apartheid mentre siamo li, e vediamo il miracolo che si è compiuto in 14 soli anni. Vediamo un popolo che si sta riprendendo (in alcuni casi purtroppo anche con mezzi poco ortodossi...) ciò che gli hanno tolto. Davvero emozionante. Molto più profana ma egualmente da sottolineare il braai serale del nostro hotel: albergo anonimo vicino all'aeroporto, braai di primissimo livello.
Il giorno dopo partiamo per il Botswana...conosceremo finalmente Mma Ramotswe?

Botswana e Zambia
L'arrivo in Zambia, con aereo-navetta dall'aeroporto del Kruger (col tetto di paglia, giuro!), è una delle cose che - nel complesso del viaggio - mi dimenticherò più volentieri. Aereo piccolo, rollio grande. Arriviamo a Livingstone e un leggendario pullmino ad aria condizionale (se apri i finestrini, scorre) ci attende. La nostra guida è di pochissime parole ma il paesaggio mozzafiato che attraversiamo per arrivare al confine tra Zambia e Botswana va gustato così, in silenzio.
Silenzio che invece è totalmente inesistente in dogana, dove la strada...finisce in un fiume! Ci dicono che qui si incontrano lo Zambesi e il Chobe, purtroppo pur essendo una dogana non c'è un ponte. La fila dei camion è lunga qualche km, e la nostra guida davanti alla mia domanda "ma uno per passare sta qui un giorno intero??" risponde serissimo "no, un giorno intero è impossibile. Una settimana, almeno". In effetti c'è un solo barcone che traghetta, novello Caronte da un capo all'altro del fiume, e non può portare più di un TIR e qualche macchina. Oppure due camion piccoli. Ma qui ce ne sono CENTINAIA! Anche per questo fiorisce ogni genere di commercio, dai generi alimentari alle trappole per turisti. La nostra guida ci abbandona su un barchino nelle mani di Sha, un improvabile Will Smith zambese, che traghetta i turisti vip in pochi minuti verso il botswana. Una volta arrivati alla rive scarica le nostre valigie e se ne va, incurante del fatto che nessuno si prenda cura di noi (e qui ci sentiamo un po' persi). Alla fine un simpatico omino carica le nostre valigie sul suo pullmino, ma ci accorgiamo fortunatamente che la scritta sul lato della macchina non corrisponde al nostro lodge, che si chiama Chobe Marina. Dopo qualche minuto di smarrimento, prima che la disperazione ci attanagli, arriva il pickup giusto, e veniamo portati nel paradiso terrestre, ovvero il Chobe Marina Lodge di Kasane.
Il lodge si appoggia direttamente nel Chobe river (abbondantemente popolato di coccodrilli e ippopotami) e confina col parco Chobe. Veniamo catapultati appena arrivati in una crociera sul fiume. L'impatto, arrivando dalla libertà del Kruger, non è piacevole: siamo stipati sulla nave, e i nostri compagni di viaggio sono per il 99% addobbati da turisti-da-safari e anziché godersi il luogo pensano a quanti gradi centigradi deve essere la lattina di birra che stanno stappando. Molto male. In compenso vediamo meraviglie di ogni genere, e una quantità spropositata di elefanti. Una elefantessa si esibisce nell'attraversamento del fiume, una scena irripetibile. Non tocca, ma non vuole nuotare (pur sapendolo fare, ci assicura la nostra fantastica guida); preferisce "rimbalzare" sul fondo del fiume, emergendo ad ogni balzo con la proboscide. Scena mozzafiato. Vediamo altri animali molto vari su una sponda e sull'altra del fiume, all'incrocio tra Botswana e Namibia. Qui ci sono delle mandrie di dimensioni bibliche: centinaia di elefanti tutti insieme, migliaia di antilopi o di bufali...scene da documentario sotto i nostri occhi!
Siamo però concordi che la gita in battello possa essere evitata: nei prossimi due giorni ci dedicheremo massicciamente ai safari, che sono previsti al mattino presto e alla sera tardi.
La soddisfazione dei safari al Chobe è notevole: iranger sono bravissimi e tutto è molto ben organizzato. La tristezza, dovuta al fatto che stiamo per lasciare l'Africa, si fa giorno per giorno palpabile. Uno degli ultimi giorni facciamo una passeggiata nella cittadina che ci ospita, Kasane. Un non-luogo incredibile. Dopo le 18 non si può aggirarsi per la città: il parco è troppo vicino e non è recintato, quindi sarebbe pericoloso. Anche di giorno ci si imbatte in facoceri che "visitano" la città...se di città si può parlare. Due supermercati, cui accorre la popolazione proveniente dalle sterminate distese rurali che circondano Kasane, un solo bancomat che serve centinaia di persone (facciamo una coda di mezz'ora per prelevare!). Però la gente è fantastica, tutti gentili e pronti ad aiutarti, a fornirti indicazioni...in città siamo davvero gli unici due bianchi, i bambini ci osservano come una rarità o una curiosità (ciò che stupisce è che nessun altro turista sia uso mettere fuori il suo naso dal lodge...). Anna trova un mercatino improvvisato e si scatena nelle penultime spese, confessando poi che si sarebbe portata volentieri a casa anche lo scultore (e me lo dice, spudorata!)...
Dopo l'ultimo safari, che si conclude gloriosamente con uno stormo di avvoltoi e alcuni sciacalli intenti a finire un teschio di bufalo, partiamo per lo Zambia: il viaggio di ritorno è cominciato. Tralasciando la consueta, avventurosa, traversata della frontiera, arriviamo vittoriosamente a Livingstone, ex capitale dello Zambia, dove alloggiamo in un albergo superlusso (dove ci sentiamo un po' fuori posto...) immerso in un piccolo parco (sovrap)popolato di scimmie. Ci sono anche alcune zebre e degli impala che scorrazzano fuori dalla stanza, molto emozionante. Le scimmie già di primo mattino "bussano" alle finestre per chiedere cibo, e alcuni camerieri sono costretti a vigilare su di loro affinché non dilaghino nelle stanze. Contravvenendo a tutti i divieti, lanciamo loro un'arancia, e la scena è meravigliosa. A colazione le ritroveremo scatenate a rubare tutto il rubabile, dalle bustine di zucchero ai toast avanzati, ai tovaglioli...
La maggiore attrazione di Livingstone sono ovviamente le Cascate Vittoria, uno spettacolo naturale che ha pochi paragoni al mondo. Ci spiegano che adesso siamo al termine della stagione secca, per cui le cascate sono quasi asciutte...non si direbbe proprio, sono maestose ed imponenti, davvero meravigliose.
Alcuni pazzi si lanciano in gommone alla base delle cascate, altri attraversano a piedi il fronte...noi ci limitiamo a restare sui ponti ad ammirarle estasiati. Concludiamo la gita in Zambia con una passeggiata a Livingstone, con lunga sosta al mercato artigianale. Qui ci raccontano delle difficoltà di trovare vestiti, e riusciamo ad acquistare una tovaglia per (pochi) dollari e una felpa del Decathlon. Per il ragazzo che ce la vende sembra essere meravigliosa, e ci svela che in Zambia sono quasi impossibili da trovare: lui baratta coi turisti l'artigianato locale coi vestiti. Difficile spiegare cosa si prova, mentre ci racconta che una sua sorella non può più andare a scuola perché le manca il materiale didattico di base: penne e quaderni. Rimpiangiamo di non avere neppure una penna, vorremmo regalargliene una cassa...se qualcuno che legge prevede di andare in Zambia, si porti un po' di matite e penne, e le doni ai ragazzi che vendono artigianato al mercato: non abbiamo idea di quanto possano servire!
Inutile dire la malinconia e la tristezza che abbiamo nel cuore lasciando l'Africa...un viaggio che vogliamo ripetere al più presto, un viaggio da sogno, da consigliare a tutti.
Qualche nota a margine:
- Il Sud Africa è un luogo meraviglioso e le strutture turistiche sono ottime. C'è tutto e non ci sono pericoli. L'agenzia SouthSide di Milano è un ottimo punto di riferimento: sanno il fatto loro e sono bravissimi.
- Per il nostro gusto, i parchi pubblici sono più entusiasmanti delle riserve private. Maggiore libertà, meno comfort, più contatto genuino con la natura. Nel Kruger è consigliabile visitare almeno 2-4 campi: sono molto diversi tra loro e meritano la visita. Satara è splendido.
- Il cibo sudafricano è meraviglioso. Uno dei pochi posti al mondo dove non si rimpiange la cucina di casa. Soprattutto i braai sono leggendari: tutto ciò che si può grigliare, che cammini, strisci, voli o nuoti viene grigliato con sapienza. I vini sono indimenticabili. E il tutto è molto economico. Un consiglio? Colazione sudafricana (è un pranzo), spuntino leggero nel pomeriggio e poi cena. Molti diffusi i buffet abbuffiferi!
- Non ci siamo mai sentiti in pericolo. Però non mi piacerebbe essere a Jo'burg senza guida! In Botswana e Zambia si può passeggiare anche di notte senza nessun pericolo. La gente è cordiale e molto simpatica. Praticamente tutti parlano e comprendono l'inglese meglio di me (non ci vuole molto). Ci è capitato più di una volta che alcuni ragazzi ci dessero un "cinque" in giro, o che ci ringraziassero esplicitamente perché stavamo visitando il loro paese. Una sensazione bellissima.
- Gli animali visti da 5 metri...non ci sono parole per descrivere la sensazione. Nulla poi ti sembra più come prima. A un mese e mezzo di distanza, a volte mi fermo a pensare e il mal d'Africa si insinua, sottile, tra le pieghe dei ricordi, e mi sembra di rivedere il sole che tramonta dietro ai baobab...un viaggio che consiglio a tutti!

Ultima riflessione, fatta rileggendo il post: ho sempre pensato di avere facilità di scrittura e proprietà di linguaggio, ma descrivere quel piccolo pezzo di Africa che abbiamo visitato, mi rendo conto, mi ha costretto a dare fondo a tutti i superlativi assoluti che conosco! Beh ciò che abbiamo visto è proprio così: superlativo ed assoluto!

Esperimenti mobili

...sto facendo un po' di prove per pubblicare via cellulare ;-)) troppo 2.0!

lunedì 29 settembre 2008

Dal blog del Monte: denuncia l'ecomostro!

Riporto molto volentieri un post invero interessante che il Monte ha inserito nel suo blog. L'iniziativa è lodevole, e soprattutto, come dice giustamente il mio brother-in-law, è quelle tipica cosa che tutti noi pensiamo "qualcuno dovrebbe farlo" e poi scopri che qualcuno lo fa! Molto bello molto bello!

>> Denuncia l'ecomostro (dal Blog del Monte)

A proposito del rapporto Facebook-blog

...anche Massimo Mantellini su Punto Informatico ne parla (e non ci eravamo messi d'accordo ;-))

>> da Punto Informatico

domenica 28 settembre 2008

Cross-posting anche sul facebook

Ho scoperto oggi che da facebook si può importare un intero blog. Se funziona, dovrei ritrovare questo posto (tradotto orribilmente con "nota") anche in facebook. Voglio proprio vedere!
Detto questo nonostante un articolo delirante che ho letto durante l'estate (eeehhhh - sospiro) su Repubblica dove si sosteneva che adesso facebook è in calo poiché Bill Gates si è disiscritto (mah), devo ammettere che è un incredibile accentratore. Le apps permettono di importare da dovunque (picasa, flickr e chissà quanti altri repository personali di foto; i blog; youtube...).
Insomma, vedendo quanto funziona (Anna sta facendo anche delle interessanti campagne di artist hunting per il Brecht) mi chiedevo: ma tra quanto se lo comprerà Google??

mercoledì 3 settembre 2008

Sto usando Google Chrome!


Subito l'Aldo-testing del nuovo browser di Google! Prima impressione: velocissimo. Seguiranno commenti più approfonditi! Speriamo arrivi a breve la versione anche per mac (anche se lottare con Safari - che a me piace molto - sarà dura...)
Faccio notare che l'immagine rende questo post un meta-post ;-)

mercoledì 16 luglio 2008

Vacanza, arrivi?!

Mancano davvero pochi giorni alla partenza. L'aria a Milano è calda e appiccicosa come solo qui sa esserlo. Io passo le giornate di lavoro diviso tra senso del dovere (se prepari bene a luglio, il tuo settembre può essere un po' meno tremendo di quanto temi) e voglia di guardare, per la centesima volta, le foto che altri hanno pubblicato su Picasa e che mostrino il Sud Africa e/o il Botswana. Del resto... i libri di Mc-Call Smith sono finiti, il programma di viaggio oramai è consumanto da tante volte l'ho letto... posso solo aspettare, sperando che questi giorni scorrano veloci!

lunedì 7 luglio 2008

ED-MEDIA 2008

Torno dalla conferenza internazionale ED-MEDIA 2008, che quest'anno si è tenuta a Vienna. Due considerazioni generali:
1) Vienna è una città incredibile, bellissima ed affascinante. La gente sa godersi la vita e sa vivere. Al museumquartier ovvero nel supercentro storico ci sono delle specie di triclini dove gli abitanti (giovani e nongiovani) si fermano, bevono una birra, chiacchierano, si svaccano a godersi il sole austriaco...incredibile. Per rendere l'idea ecco una foto:
Da ED-MEDIA 2008...

Inoltre la cucina viennese mi ha esaltato. La Wiener Schnitzel come si mangia da Zwei Liesln (grazie a Raf per la segnalazione) è indimenticabile, e i baracchini dei wurstel...beh, che dire?
2) Parte più seria. La conferenza è stata interessante, la nostra presentazione è andata molto bene (o meglio, ad alternanza, la prima sono andato molto bene io e maluccio Luisa, la seconda molto bene lei e decisamente male io). Però, ho sentito un sacco di bla bla bla, tutti che sostenevano di aver fatto l'applicazione definitiva 2.0... l'eLearning 2.0, il desktop 3.2, il word 4.0...ma alla fine l'impressione è che sotto ci fosse poca pochissima sostanza. Noi (intendo Politecnico - HOC) abbiamo molti difetti, ma per lo meno quando raccontiamo una cosa, i numeri li abbiamo. Quando abbiamo parlato di PoliCultura, abbiamo fatto vedere sperimentazioni con 500 classi, mentre in giro ho visto sedicenti killer application sperimentate da 15 bambini... senza autoincensarci, però mi sembra che manchi, in generale, un collegamento tra mondo della ricerca sulle cosiddette tecnologie didattiche e chi queste TD dovrebbe usarle, ovvero le scuole. Anche a livello internazionale: potrebbe essere un ottimo filone di ricerca!

lunedì 19 maggio 2008

Gomorra - il film

Sabato sera siamo andati in formazione tipo (io Raf e le due Anne) a vedere Gomorra. Che dire? Premetto che il film va in ogni caso visto, perché, come ben dice Andrea di Gomorra c'è bisogno, in qualsiasi forma, ed è difficile non guardare con sospetto chi non ha letto il libro (cito ancora Andrea: chi finora ha scelto di non leggere il libro). Detto questo devo confessare che, contrariamente ai critici della Croisette, non sono rimasto entusiasta dell'opera di Garrone. E per diversi motivi, riassumibili però in un unico concetto: non spiega.
Cosa intendo dire? Uno degli straordinari elementi di forza di Gomorra-libro è proprio che spiega tutto, che mostra l'intreccio affari della camorra-mondo degli affari "clean" (come dice un personaggio del film), che non ti lascia dubbi su chi siano e su dove abitino coloro i quali fanno affari con la camorra. Invece nel film tutto è molto sfumato, il contatto con l'imprenditore del nord che deve riciclare il denaro sporco è accennato, velato, quasi incomprensibile se non si ha letto il film. Oppure la storia del sarto (interpretato in maniera magistrale!): si deve indovinare, non è in alcun modo spiegata. E questo è male: Gomorra - libro in questo è didascalico.
In secondo luogo l'approccio del film (proprio nel suo non spiegare, nel sorvolare) rischia di fare apparire la camorra come un fenomeno endemico di Scampia o di Casal di Principe, un aspetto quasi-folkloristico eminentemente partenopeo. E questo, soprattutto in questi giorni post-elettorali è pericoloso. Voglio dire: la piazza di Casale (è ovvio se ci si pensa) non riesce in alcun modo ad assorbire gli affari dei casalesi, né per ciò che concerne gli appalti, né ovviamente per ciò che concerne la droga (per fare un esempio eclatante. Intendo dire che il mercato non può assorbire - in alcun modo - lo smercio di droga necessario alla camorra per fare affari ricchi. Il mercato sarebbe troppo ristretto. Ed allora - e si ritorna a quanto scrivevo sopra - con chi li fa la camorra gli affari? Chi gli permette di smaltire le quantità di droga sul mercato? Questo non ci viene raccontato.
L'ultimo appunto riguarda ancora il rapporto tra film e libro. Il film (che, lo ripeto, va visto) sotto molti aspetti si risolve in una specie di promozione per il libro: ti segna, si, ma soprattutto ti fa venire voglia di leggere (e questo potrebbe anche essere un bene). Il film si chiude con alcune scritte in sovraimpressione, che danno senso a quasi tutta la pellicola, ma che, ancora una volta, rimandano alla lettura del testo di Saviano.
Forse Garrone avrebbe potuto (provocatoriamente) scegliere di girare tutto il film lontano dalle Vele, lasciarle come un non detto, un basso continuo che con la propria assenza si facessero sentire, pesanti come i macigni. Invece, e su questo appunto chiudo, il mostrare con così tanta enfasi l'indiscusso ed indiscutibile regno dove la camorra spadroneggia ha permesso al narcisicmo dei boss (cresciuti, come ricorda Saviano, col mito di Scarface, non con quello di Totò u curtu...) di esaltarsi ed ingigantirsi (ed infatti nessuno ha disturbato le riprese del film - come ha fatto notare Anna).

Insomma: devo andare a vedere Gomorra? SI
Ti è piaciuto: uhm...

mercoledì 14 maggio 2008

Supporto tecnico e rivoluzioni tecnologiche

A didamatica 2008 ho visto, tra le altre cose, un video davvero geniale realizzato dalla tv norvegese, sul concetto di supporto tecnico...è in norvegese (alzi la mano chi ci capisce qualcosa) coi sottotitoli in inglese. Sto pensando a una versione italiana...non prometto ma ci proverò!

giovedì 1 maggio 2008

Didamatica 2008

Sono stato a Taranto per Didamatica 2008, una conferenza che dovrebbe essere il riferimento della community italiana (??) che si occupa di educazione e multimedia. Che dire? In primo luogo l'accoglienza pugliese, meravigliosa, calorosa...noi terroni ci sappiamo fare per mettere a proprio agio le persone. Nonostante Taranto sia una città non esattamente entusiasmante (eufemismo) e il quartiere dove si svolgeva la conferenza fosse probabilmente il peggiore in assoluto (quartiere Paolo VI).
Detto questo, ho conosciuto una serie di docenti straordinari, che stanno davvero "sporcandosi le mani" mettendo in pratica le idee che si inventano, ipotizzando, lavorando con coraggio. Per contro, il panorama accademico si è manifestato in tutto il suo desolante nulla. Tromboni di età dinosaurica che pontificavano sul nulla. Ovvero: grandi teorie ma MAI applicazioni pratiche. Disperante.
Un caso per tutti: dopo 2 presentazioni di docenti che FANNO podcast nelle loro scuole, arriva un docente di non mi ricordo più quale università (ma un sedicente guru) che ci racconta che "podcast è l'unione delle parole iPod e broadcating...". Sconvolgente. Ci mancava che si mettesse a spiegarci che il libro è un insieme di fogli di carta stampati grazie alla tecnologia dei caratteri mobili. Mah.
Altro aspetto sconcertante: cellulari sempre accesi. Anche da parte dei "chair" delle varie sessioni. E ovviamente, vista l'età media, suonerie a volumi degni dei miei nonni. Che aggiungere? Era poco più che evidente che i dinosauri presentavano lavori fatti dai propri schiavi (mi considero in questa categoria). Loro spesso arrivavano alla conferenza con slides che non comprendevano ("...si, dunque il feed rss praticamente è un file xml, che è una specie di html...così mi dicono i miei dottorandi") e le presentavano. W il mondo accademico. L'anno prossimo magari potrebbero chiamarla Dino-matica anziché Didamatica!

Cose interessanti viste:
>> Progetto Life (CNR-Università Tor Vergata di Roma)
>> La versione second life dell'Università di Salerno
>> I podcast del Liceo Verri di Lodi (prof.ssa Mangiavini)

martedì 15 aprile 2008

Il Cazzaniga & il Brambilla

Per metterci al riparo ed evitare di finire nelle riserve (spettro agitato dalla Lega durante la campagna elettorale - evidentemente ha funzionato) io e il mio testimone di nozze abbiamo pensato di adeguarci e di padanizzarci forzatamente. Per cui da oggi ci faremo chiamare il Cazzaniga (lui) ed il Brambilla (io). Così eliminiamo i nostri cognomi "sospetti", e siamo pronti per la nuova Italia federale che esce da queste edizioni.
Ecco qui, è fatta! E guai a chi si rivolgerà ancora a noi come il Torre e il Monte...

Il Brambilla
...
....
.....
......
Ok non resisto, l'unica vera soluzione è quella che propone Don Zauker:

Silvio c’è… ma a me me lo puppa!

Che fare?

Emigrare?

martedì 8 aprile 2008

30 maggio 2008


Beh, visto che oramai è ufficiale...matrimonial news for Aldo e Anna, 30 maggio 2008. Evento dell'anno!
Ovviamente la vignetta (e tutte le altre del sito) è realizzata dalla mia dolce quasi-metà. L'altra notizia sconcertante è che, per essere in forma smagliante, sono a dieta! Vedremo i risultati. Per ora ho famina!

>> Sito web del matrimonio! (ovviamente abbiamo fatto il sito dell'evento... ci mancherebbe altro!)

giovedì 27 marzo 2008

Io sarei qui...

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?
In effetti lo immaginavo...

Equatore - Miguel Sousa Tavares


La mamma mi ha prestato - per le vacanze di Pasqua - il libro Equatore di Miguel Sousa Tavares, uscito per i tipi di Cavallo di ferro nel 2005. Il libro è giaciuto a lungo sul tavolo, fino a lunedì sera...poi l'ho iniziato alle dieci di sera, e alle cinque del mattino era finito (è un corposo volume di quasi 500 pagine).
Che dire? Una versione maschile e coloniale di Anna Karenina in salsa portoghese - è la definizione più calzante che mi viene in mente, fermo restando che l'ottimo Leo si rivolterà nella tomba ;-)
Il libro si legge davvero tutto d'un fiato, è proprio piacevole si fa fatica a smettere, un po' per l'intreccio (un grande classico di amore, tradimenti e morte) un po' - soprattutto - per l'affresco coloniale tracciato che personalmente mi ha fatto venire una grande voglia di visitare Sao Tomé e Principe.
In definitiva lettura assolutamente consigliata! Anche se suggerisco di evitare di arrivare a notte fonda come ho fatto io (il giorno dopo ero totalmente sfatto - fortunatamente in vacanza - e mi sono piallato sul divano a vedere sky dormicchiando senza interruzione).

lunedì 17 marzo 2008

Convegno a Grottammare

Sono tornato ieri sera da un fantastico weekend a Grottammare, dove sono stato invitato a raccontare il progetto Hi-Tec ad una platea di giovani studenti locali.
La cosa è stata molto interessante, la mia ospite, la prof.ssa Pazzi, è stata fantastica. Il sistema-scuola ha al proprio interno delle perle di rara grandezza, tutte da valorizzare!
Al di la del mio intervento (che ovviamente pubblicherò qui) ho avuto il piacere di conoscere e ascoltare uno dei blogger storici italiani, Zoro. Ebbene, ho soperto di avere un fratello romano. Ci siamo fatti molte risate assieme e abbiamo scoperto più di una consonanza, da quelle più importanti (passione viscerale per Totti - lui è romanista) a quelle meno (idiosincrasia per la retorica naturalista e per i musical).
Consiglio a tutti la visione del suo blog e soprattutto la serie di video che sta realizzando: ha mostrato al convegno quello in cui chiama Veltroni al telefono e devo dire che è davvero geniale. Inoltre mi ha fatto scoprire una leggendaria puntata di Porta a Porta, dove due persone che nulla sanno di web, di blog, di Internet iniziano a pontificare con una inaudita violenza verbale. A me ha ricordato l'atteggiamento fumi una sigaretta, domani ti farai le canne, stai già passando all'eroina, ecco sei morto. Praticamente il fatto di possedere un blog mi tramuta immediatamente in un pedofilo pornografo adescatore. Wow!
Un po' di link consigliati:
>> Il blog del mio nuovo fratello Zoro
>> La puntata di cui sopra di Porta a Porta (imperdibile)
>> Le foto della splendida gitarella, direttamente dal mio album Picasa

martedì 11 marzo 2008

La scuola elementare

Stamattina sono andato a fare un laboratorio di informatica in una quarta elementare di una scuola vicina al Politecnico (dove io lavoro). Non era il primo incontro, né sarà l'ultimo. Come sempre quando esco mi chiedo: "ma come fanno gli insegnanti, ma come fa mia mamma, a passare ogni giorno 4 ore con questi diavoli?".
Però oggi sono stati talmente bravi, talmente convincenti, talmente commuoventi, che alla fine mi sono chiesto: "ma non è che io sto sbagliando tutto e forse avrei dovuto iscrivermi alla siss?".
C'è anche da dire che la mia situazione è facile. Rappresento la novità, il mago del computer, quello che li porta in laboratorio. Però però però...una cosa non la capisco. I loro insegnanti oramai ci sono venuti almeno 3 volte in laboratorio con me. All'inizio più timorosi, oramai sarebbero quasi autonomi. E allora, perché non ci provano da soli? Perché non mi dicono: non venire per un martedì, che vogliamo vedere se ce la caviamo? Io lo farei...

Detto questo la scena più gustosa con un bambino dai tratti orientali. Era in gruppo con due altri, uno era il Gassmann della 4ta elementare, leggeva in modo splendido. L'altra non era così brava, ma leggeva bene. Ebbene, il tenero cinesino tanto ha fatto tanto ha detto che li ha convinti: sarebbe stato lui a leggere nel microfono il lavoro fatto. Inizia. Non riusciva a leggere più di due parole di fila, incespicava nelle consonanti, si interrompeva, sbuffava e ripartiva. Disperante in sé e per sé, ma ammirevole per la tenacia. Gassmann diceva "no, dai, lascia che legga io". "No, ce la devo fare". Una lezione di determinazione! Alla fine gli ho detto: vai tranquillo, fermati quanto vuoi, ripeti...ma arriva in fondo. Quando ce l'ha fatta era raggiante.
...ma non tutte le storia hanno lieto fine: dopo la lezione ci ho messo mezz'ora, con Audacity, a "recuperare" un minuto e mezzo ascoltabile: ma ne valeva la pena.

sabato 8 marzo 2008

Il flagello laico


Quasi in risposta ad un intelligente post del Monte sul suo blog, e ringraziando Anna per la segnalazione, pubblico questo geniale video della Cortellesi. In effetti fa molto ridere all'inizio, poi ci pensi un po'...e fa meno ridere.
In linea generale come giustamente dice il Monte, dovrebbe aiutare a riflettere chi pensa di non andare a votare.

mercoledì 5 marzo 2008

Serata di dolore...

Ok l'Arsenal non solo ha vinto ma ha anche giocato meglio...però è serata di grande dolore...

venerdì 22 febbraio 2008

Ho comprato anche io un mac!


Antefatto. Il PC di casa dei miei (che era il mio, un tempo) ha tirato definitivamente le cuoia. Ne aveva ben donde: aveva, come dice la nonna Wanda, gli anni del cicerchione, ed aveva soprattutto subito anni ed anni di torture (compreso cambio radicale di processore e altri ammenicoli) prima da me e da mia sorella, poi dai due Torrebruno senior (in particolare papà non gli ha risparmiato nulla). Quindi 2 settimane or sono vengo incaricato, quale sommo esperto tecnologico della famiglia, di acquistare un nuovo PC. Mi viene un'illuminazione, mentre torno verso casa a Milano: perché non provare a trovare loro un mac usato? Passo da mac@work, a Milano, e la fortuna mi assiste: l'ottimo Andrea ha un Powerbook usato, a un prezzo che sembra davvero conveniente. Solo (dice) "ha una ammaccatura, per questo è un po' svalutato". Gli dico che passerò a vederlo nel pomeriggio, vado a casa, e lo comunico sia a Anna (che inizia a marcire di invidia) sia a papà (già caldo come un fagiano). Raf, unico possessore di mac in famiglia è entusiasta. Anna (sorella) molto meno. Insomma il dibattito ferve. Nel pomeriggio andiamo a vederlo: spettacolo assoluto. Un gioiello. Dopo 10 minuti che ci smanettiamo Anna piagniucola che non lo vuole cedere, che lo desidera a ogni costo, che non può vivere senza. Morale: tempo mezza altra settimana e arriva (grazie all'ottimo sito macexchenge.it - consigliatissimo) il secondo Powerbook, uguale a quello di papà, ma senza ammaccatura e con processore più rapido e più ram. Delirio totale, praticamente l'unico modo che in questa settimana mi ha permesso di comunicare con Anna è stato skype: di persona non alza più lo sguardo dal Powerbook.
E qui viene fuori il bambino Aldo: non è possibile che il guru Aldo rimanga l'unico sfigato in famiglia senza mac. Raf mi prende in giro. Papà pure. Anna mi becca una sera a toccare il suo, e mi maltratta. No, non può esistere. E siccome le occasioni capitano sempre al momento giusto il computerisky, l'orrendo PC di cui mi ha dotato il Politecnico (il nome deriva da alcune brutte esperienze che ha passato con il suo precedente proprietario...) decide di tradirmi definitivamente, prendendo un virus super letale che non mi lascia scampo: formattation party in vista.
Non aspettavo altro: torno su macexchange.it ed ecco che arriva la terza occasione: Powerbook gemello di quello di Anna, ma che per di più masterizza anche i DVD. Come non comprarlo?
Ed eccomi anche io nella snobissima famiglia mac. Un computer che funziona, che da quando schiacci il tasto di accensione a quando puoi iniziare a lavorare passano 30 secondi (no, forse meno)...per me, abituato a premere il tasto ON del computerisky, andare in bagno, tornare, e ancora dover fissare (attonito) lo schermo per 3-4 minuti in attesa che si avvii del tutto...sembra un miracolo. Siccome detesto i predicatori e gli evangelizzatori, non diventerò un fan sfegatato, di quelli che scrivono nei forum o cose del genere. Però una cosa me la chiedo. Ho comprato, o meglio, mi sono fatto comprare, il mio primo computer quando facevo le medie (c'erano ancora i dinosauri). Ne è passato di tempo...e io perché ci ho messo così tanto prima di possedere il mio primo mac????

giovedì 14 febbraio 2008

Speriamo sia vero...

Leggo su repubblica di oggi che il neonato partito della libertà (...) avrebbe selezionato, come proprio inno, questo capolavoro assoluto. Spero di cuore che sia vero, che non sia una bufala, perché è davvero geniale. Quasi quasi li voto, con un inno così...come resistere?

lunedì 4 febbraio 2008

Microyoung

Sto curando assieme a Anna un'iniziativa del Circolo Culturale Bertolt Brecht per giovani artisti emergenti che si chiama Microyoung. L'idea e' quella di realizzare piccole opere di formato 10x10 cm, a tecnica libera e con tema libero.
Ovviamente io non sono un artista...ma l'iniziativa permette di inviare anche piccole poesie o brevissimi testi...e cosi' ho ceduto alla lusinga e ho partecipato: so che e' orribile partecipare a una cosa che curi, ma non ho resistito!

>>Il link all'iniziativa Microyoung

>> Ecco il microracconto, che si intitola Leggendo e lasciamole cadere queste stelle, in formato 10x10.

domenica 27 gennaio 2008

Download di musica da Internet legale!

Da Repubblica leggo del nuovo sito qtrax che promette musica gratis legale grazie alla pubblicità. Funzionerà? C'è l'accordo con le 4 grandi major, vedremo!

>> Da Repubblica

Aggiornamento/smentita del giorno dopo: non è vero niente...scrive sempre Repubblica:

CONTRORDINE: Qtrax non parte, gli accordi con le major discografiche non sono stati firmati, il download della musica gratis non è ancora entrato nell'era della legalità. Il colpo di scena è avvenuto questa mattina, quando un comunicato ufficiale della Warner arrivava a gelare gli entusiasmi che ieri si erano accesi: "La Warner non ha autorizzato l'uso dei suoi contenuti per il servizio annunciato da Qtrax".

E dopo la Warner anche la Universal e la Emi hanno negato di avere siglato accordi con l'azienda americana, affermando che le trattative sono tutt'ora in corso.

>> continua...

Vi terrò aggiornati!

martedì 15 gennaio 2008

Dal blog donzauker.it


Non so chi di voi conosce il fumetto Don Zauker che viene pubblicato mensilmente sul Vernacoliere. Secondo me è incredibile. Meraviglioso. Geniale. Mi sposerei in chiesa solo per avere il matrimonio celebrato da Don Zauker. Ebbene, esiste un blog (per l'appunto donzauker.it) che riassume il pensiero di Don Zauker e dei suoi creatori (i PagUri - Pagani e Caluri). Oggi commenta la notizia del giorno: il Papa che cancella la sua annunciata visita alla Sapienza di Roma. Secondo me vale la pena...

>>Ecco qui

lunedì 14 gennaio 2008

Video molto divertenti...

Oggi sono a casa malato, ahimé e navigando in Internet a casaccio (proprio da malatino che non sa cosa fare) ho trovato su youtube un canale davvero simpatico. Sono giovani registi/attori che realizzano piccoli sketch molto simpatici. Ne metto qui uno di esempio, e vi invito a visitare la loro pagina: secondo me stanno facendo un ottimo lavoro e fanno molto più ridere di tutte la stupidaggini che ci mostrano in tv. Sotto questo profilo il web è davvero fenomenale (non lo scopriamo certo ora ;-))

martedì 8 gennaio 2008