giovedì 31 dicembre 2015

Vi ricordate la michetta? (ovvero il post passatista dell'anno)

Immagine da Wikipedia. Anche loro se la ricordano
Quand'ero piccolo il pane base da qualsiasi fornaio del paese dove abitavo (Saronno prima e Gerenzano poi, provincia di Varese ma più vicine culturalmente e geograficamente a Milano) era la michetta.
La michetta era un panino composto da cinque "spicchi" sormontato al centro da un "bottone". La michetta era croccante fuori, morbida nell'interno degli "spicchi" e rigorosamente vuota al centro.
Appena sfornata era deliziosa, ma anche lungo tutto l'arco della giornata lo era nonostante una tendenza a degradare in fretta: già il giorno dopo era solitamente pessima.
Perfettamente complementare al prosciutto, per dei panini monoporzione che allietavano i nostri pomeriggi.
Un modo sicuro per fare innervosire il nonno Lamberto (arrabbiare sarebbe troppo, e chi lo ha mai visto il nonno Lamberto arrabbiato?) - che ogni mattina di recava da Clerici, il fornaio sotto casa, a prenderle - era quello di decapitare tutte le michette, mangiando il "bottone" centrale e causando inevitabilmente un precoce processo di "possimento": la michetta senza la sua cupola degradava con una velocità inaudita passando subitaneamente gli stati di posso (nel caso della michetta si manifestava con consistenza gommosa) e poi inguaribilmente secco.
Ecco, ve la ricordate la michetta? Quando ero piccolo componeva il 75% più o meno del pane quotidiano di una famiglia gerenzanes-saronnese. Che fine ha fatto la michetta? Perché nessun fornaio le produce più? Dei 4 fornai che ho a portata di passeggiata da casa (e abito a Milano la terra natìa della michetta) nessuno la fa più. Al limite di trova un'imitazione pietosa, piena all'interno, senza alcun senso, totalmente non aerea, horribile visu et manducatu.
Ecco, in questo momento addentando una michetta, di quelle vere, mi sentirei come miss Swann...sto invecchiando?

domenica 20 dicembre 2015

Aldocook - 33 - Crema di crauto rosso e speck



 Crema di crauto rosso e speck

Tempo occorrente per la preparazione: 10 minuti, cottura: 35 minuti
Livello: facile
Ingredienti: 1/2 crauto rosso, 300 gr di patate, 1 spicchio d'aglio, 700 ml di acqua, olio extra vergine di oliva, sale, pepe, 2 fette di speck tagliate grosse
NB: se non si aggiunge lo speck alla fine, ricetta vegana

Dopo quasi un anno di vergognoso silenzio, ecco una nuova puntata! Un'altra ricetta ispirata dalle consegne di Cortilia: rielaborazione di una ricetta trovata nel web che esplora una delle nostre ultime passioni: le creme o vellutate che dir si voglia. Per l'Aldocook abbiamo usato il nostro amato ventennale Bimby, ma ovviamente è possibile preparare questa ricetta anche senza.
In definitiva una ricetta notevolissima: il colore è bizzarro, ma il sapore è buono...certo, deve piacere il cavolo!

lunedì 7 dicembre 2015

Vacanze canine 2015: Inghilterra e Scozia! Parte 2: Scotland

Premessa: Questa seconda parte segue il post http://aldotorrebruno.blogspot.it/2015/12/vacanze-canina-2015-inghilterra-e.html dove ho raccontato dell'Inghilterra

Premessa-2: un po' di foto sono nel post...tutte le altre sono online a questo link

Dopo avervi rallegrato ieri, cari i miei 25 lettori, con il racconto della prima parte delle vacanze estive 2015, in Inghilterra, eccoci alla seconda parte, il cuore del viaggio, uno dei luoghi più incredibilmente affascinanti che io abbia mai visto, un posto magico, inimmaginabile, difficile da descrivere, infinito: la Scozia!
La distilleria Laphroaig (vedi sotto)
La Scozia è qualcosa che ti entra dentro, che nonostante il freddo e l’acqua (ne prenderemo in abbondanza, di entrambi) ti fa innamorare. Al punto che, dopo due giorni di Scozia ci siamo resi conto che non potevamo passare solo 9 giorni in un posto così incredibile, bisognava passarci più tempo: abbiamo posticipato (pagando pochissimo, tra l’altro) la prenotazione dell’Eurotunnel, rinunciando all’ultima settimana di ferie che avevamo pianificato al mare (sole, amore, cuore), per goderci le Highlands e un paio di isole. Ottima scelta, non c’è che dire!

Riprendendo la cronistoria di ieri, siamo arrivati in Scozia, partendo dallo Yorkshire l’11 agosto.

Abbiamo trovato, pur arrivando molto tardi, un campeggio sulla baia del Firth of Forth, in una posizione bellissima sopra una collina e le luci di Edimburgo oltre la baia. Il campeggio è il solito prato gigantesco, come vicini abbiamo dei cavalli a sinistra e delle pecore dietro la nostra testa… al centro del prato campeggia una casa: ci abita Daniel e la sua famiglia. Daniel ha deciso di adibire il grande prato di casa sua a campeggio: ha messo la corrente elettrica e ha attrezzato tre container a bagni: in uno c’è il bagno per le signore, nell’altro quello per i signori e nel terzo le docce. Detta così può sembrare una cosa orribile, ma Daniel ci sa fare e i container sono sistemati davvero bene e sono dei bagni pulitissimi. E sono caldi, il che non guasta! Daniel è un signore alto e magrissimo, che tutte le sere passerà a scambiare due parole con me (mettendomi a dura prova: l’accento scozzese è veramente hard), mi darà suggerimenti su cosa visitare e mi costringerà a leggere un libro sulla cittadina che ci ospita, che si chiama Upper Largo (esiste anche Lower Largo, un po’ come Berghem de hura e Berghem de hota). Ad Upper Largo sono nati il marinaio che tutti conosciamo come Robinson Crusoe e un ammiraglio eroico di cui non ricordo il nome e Daniel ha ritenuto fondamentale che io leggessi le loro storie.
Aldo, read it, and then we discuss it...
Se volete il libro, dal titolo Largo’s untold stories si trova anche su Amazon…io ho dovuto leggerlo e poi subire una sorta di interrogazione di Daniel (tra l’altro, nonostante ovviamente mi fossi portato il kindle, è stato l’unico libro che ho letto durante la vacanza: la sera ero troppo stravolto e soprattutto faceva troppo freddo per tenere le mani fuori dal sacco a pelo a reggere il kindle!)
Ansthruter e la meravigliosa passeggiata lungo il mare

12 agosto: gita ad Ansthruter, sul mare a fare una stupenda passeggiata lungo la costa. Dal paese parte infatti un sentiero costiero, accessibile solo a piedi, di rara bellezza, che permette di vedere ogni tipo di uccellaccio marino (tra cui i cormorani). La passeggiata si svolge tra l’erba alta, costeggiando recinti in cui pascolano mucche davvero enormi e pecore, mentre dall’altro lato c’è il mare. La giornata è stupenda e fa persino quasi caldo (a tratti). La passeggiata ci distrugge (ovviamente Uran è al settimo cielo e se la gode alla grande, bevendo ad ogni pozza e correndo du e giù, accennando anche ad un timido bagnetto nel mare gelido), ma in città troviamo come ristorarci: c’è infatti uno dei più famosi fish & chips di Scozia, frequentato anche da Carlo e Camilla, come testimoniano le foto alle pareti. Questa volta il principe Carlo ha ragione: si rivela infatti il miglior fish & chips che personalmente abbia mai provato, davvero delizioso. Lo mangiamo seduti su una panchina, dove un signore scozzese resta ammirato guardando Uran che ci ruba il pesce fritto dalle mani e se lo ingurgita (scopriamo infatti che il bestio nero ama il fish inglese) e attacca bottone, raccontandoci che il genero (lì con lui) è uno sporco inglese mentre lui è fieramente scozzese. Questo è un altro punto a favore della Scozia: le persone sono socievoli al massimo grado e si mettono a parlare con te nelle situazioni più disparate. Alla fine ci mettiamo a parlare di calcio augurandoci un’annata migliore per le nostre rispettive squadre e il nostro amico ci offre un te caldo dal suo thermos. Perfetto complemento per il fish & chips! In serata visitiamo l’aristocratica ed affascinante cittadina di Saint Andrews.

La strada per arrivare a Dollar e il castello

13 agosto: altra giornata di grandi camminate! Vistiamo il castello di Dollar, accessibile solo dopo una passeggiata meravigliosa di circa 30 minuti nel bosco, di fianco ad un ruscello che forma una serie di cascate. Poi castello di Doune, che seppure in rovina ha ancora tre piani: la custode ci dice che molti cani scendono in braccio terrorizzati dalle ripide scale, mentre Uran eroico scende da solo! Non contenti ci spariamo il terzo castello di giornata: Stirling castle. Ovviamente tutto ciò perché anche in Scozia hanno una tessera che consente di visitare svariati monumenti. Purtroppo però sono meno organizzati e i beni sono divisi tra due organizzazioni: Historic Scotland e National Trust of Scotland. Inoltre la tessera dura solo tre giorni, quindi bisogna concentrare le visite! Tornando in campeggio andiamo a vedere la ruota di Falkirk, un’incredibile opera di ingegneria, che permette di spostare, consumando pochissima energia, intere navi da un canale ad un altro con un dislivello di una ventina di metri. Purtroppo - come molte cose a queste latitudini - finisce di essere operativa molto presto (alle 16…e noi arriviamo alle 19!) e quindi la ammiriamo inattiva. Il funzionamento è comunque ben spiegato ed è un oggetto meccanico di grande fascino.

La Falkirk wheel
Arrivati in campeggio, accade un nuovo episodio di lost in translation: arriva Daniel e mi dice che di notte mi dovrò svegliare, verso le 2, perché è prevista una grande pioggia. Lo ringrazio, ma poi inizio a rimuginare (e a parlarne con Anna): perché se piove, devo abbandonare il calduccio del mio sacco a pelo e uscire dalla tenda? Inoltre incontro una signora al lavaggio piatti, con cui ovviamente parlo del tempo, che mi dice che il giorno dopo il tempo si guasterà nel pomeriggio, ma fino a quell’ora sarà bello… roso dal dubbio, busso a casa di Daniel e gli chiedo “Daniel, perché mi devo alzare per la pioggia? Rischia di rovinare la tenda?”. Daniel ride e mi dice che è prevista sì pioggia, but a meteor shower: una pioggia di meteore, ovvero di stelle cadenti! Ascoltiamo (con fatica, fa un freddo polare e lasciare il sacco a pelo è durissimo) il suo suggerimento e vediamo il più incredibile numero di stelle cadenti della nostra vita. Era davvero una pioggia, cadevano una dietro l’altra, in 10 minuti ne avremo viste un centinaio: una scena pazzesca, indimenticabile.

Edimburgo: stupenda!

14 agosto: Edimburgo day sotto la pioggia (la signora aveva torto, inizia a piovere da subito al mattino!). Sarà l’unico giorno di tutta la vacanza in cui piove per 24 ore, senza praticamente mai smettere. Per fortuna Edimburgo è talmente bella che quasi non ti accorgi del fatto che sta piovendo: visitiamo il castello e poi gironzoliamo in città. Edimbra, come la chiamano i suoi abitanti, è una città la cui atmosfera ti mette allegria, ed il Royal mile è uno spettacolo nello spettacolo. Ad agosto poi c’è un grande festival e quindi la città è un tripudio di suoni, colori e casino (per nostra fortuna abbiamo lasciato il piccolo cane nero in macchina, in un parcheggio sotterraneo: costerà come il pil del Portogallo, ma ci consente di muoverci in maniera più libera e senza preoccuparci del fatto che qualcuno gli pesti la coda, nella confusione gioiosa. Facciamo anche in tempo a preoccuparci, perché Anna si convince di aver smarrito il cellulare: ovviamente è in ansia per le foto della vacanza! Fortunatamente in realtà il telefono è in macchina, custodito da Urello…
15 agosto: Edimburgo ci è piaciuta talmente tanto che decidiamo di dedicarle un altro giorno, stavolta con un timido sole, per vedere il parlamento scozzese e percorrere tutto il Royal mile. Tornando in campeggio ci fermiamo a vedere la Cappella di Roslin, che si rivela una mezza delusione: bella sì, ma non vale assolutamente l’esorbitante prezzo del biglietto (alla fine è una chiesetta gotica…).

Scala dei salmoni e mucca delle Highlands in pieno relax (notare la frangia)

16 agosto: go north! Si parte per le highlands. Andando verso il nord ci fermiamo a visitare un oggetto molto particolare: una scala dei salmoni, a Pilotchry. In pratica, dopo la costruzione di alcune dighe, gli scozzesi si sono accorti che per i famosi e deliziosi salmoni scozzesi era diventato impossibile risalire i fiumi, così hanno iniziato a costruire queste “scale”: vasche di pietra a fianco della diga che il salmone può risalire controcorrente. Una telecamera subacquea permette di monitorare il loro passaggio, contandoli: geniale! A Blair atholl conosciamo da vicino le nostre prime mucche delle highlands: animali stupendi, con le loro frangette di pelo sulla fronte e le lunghe corna. Brucano pacifiche l’erba e si lasciano ammirare, sono davvero affascinanti.
In un negozietto trovo il mitico Smidge, repellente contro i terribili moscerini delle highlands, i midges. A tal proposito è necessario un excursus erodoteo.


Excursus erodoteo sui midges.
Uno dei pochi motivi che mi facevano dubitare della nostra vacanza in Scozia sono i leggendari midges: piccolissimi moscerini (una variante dei pappataci) che si muovono in branchi e che possono rovinare letteralmente la vacanza: la loro puntura è molto dolorosa e riescono a passare dalle maglie delle zanzariere. Praticamente ogni sito Internet consultato, così come le due guide che avevo letto (Lonely planet e Routard, che sarà poi la nostra affidabile compagna di viaggio) mettevano in guardia da questa sciagura. In Scozia il problema è talmente sentito che esiste un sito che si occupa di midges forecasting, previsioni di dove saranno i midges (http://midgeforecast.co.uk/). Per proteggersi pare che nulla sia efficace, l’Autan se lo bevono a colazione. Sacro Graal è lo smidges, un repellente locale concentratissimo che pare sia efficace. Ovviamente appena lo vedo in vetrina, me ne impossesso e inizio un trattamento massiccio. A consuntivo devo dire che o noi siamo stati molto fortunati (e previdenti: consultavamo la mappa del midges forecasting ed evitavamo i posti segnalati da 3 in su nella scala da 1 a 5) o il problema è sovrastimato: siamo stati punti ma con moderazione e in definitiva le zanzare al lago nel mese di giugno sono infinitamente più aggressive. Unico problema si è verificato nella zona dei pedali della macchina, dove i midges, evidentemente amanti degli aromi penetranti amavano sostare e massacrarti le caviglie durante la guida. Nulla che una potente razione di smidges non potesse risolvere…

In serata arriviamo a Inverness, un campeggio simpaticissimo in riva alla laguna, coi pannelli solari che forniscono elettricità. La sera un camioncino gira per il campeggio diffondendo nell’aria una musichetta insopportabile e vendendo gelato piazzola per piazzola. Vi assicuro che alle 20, a Inverness, l’ultima cosa che desiderate è il gelato. Magari della cioccolata bollente…

Elgin cathedral e castello di Urquart. Sullo sfondo Nessie non si fa vedere...

17 agosto: rischiamo seriamente di portare a casa un altro cane, un affascinante Labrador femmina nera che Anna ritiene abbandonata e che nella notte ha fatto impazzire Uran, mangiandosi la nostra spazzatura davanti alla tenda. Mentre Anna la insegue per il campeggio, seguendo le tracce dei disastri che ha combinato (mangiando praticamente in tutte le piazzole) scopriamo che è del proprietario del campeggio! Tiro un sospiro di sollievo: divorzio scongiurato!!
Visitiamo la Elgin cathedral (ah una cosa: ogni volta che parlo di cattedrali e abbazie intendo dire rovine di cattedrali e abbazie: quando il governo inglese nel XVI secolo sopprime abbazie e chiese lascia solo meravigliose rovine, solitamente senza più il tetto e magnifici pavimenti a prato…all’inglese!) e il castello, vediamo la Stele di Forres e la nostra prima distilleria (non più operativa): la storica Dallas Dhu. Concludiamo con due castelli, di cui uno ancora in uso: Fort George, una vera città-fortezza.
La serata riserva la sorpresa più bella: Urquart Castle sul lago di Loch Ness. Non vediamo però il mostro e constatiamo che l’abilità scozzese nel marketing è davvero scarsa: Nessie è una leggenda assolutamente mal sfruttata, con il negozio di souvenir che vende solo cinesate di rara bruttezza. Invece il castello di Urquhart, a strapiombo sul lago, è davvero una meraviglia…

Anna accede al cairn sotto lo sguardo di una sua amica...

18 agosto: si viaggia in macchina nelle Highlands sotto la pioggia, per raggiungere due Cairn dell’età del ferro stupendi, i Gray Cairns of Camster. Per arrivarci, percorriamo km e km su strada single track (molto diffuse nelle Highlands): una sola corsia, ma con due sensi di marcia. Ogni tot c’è uno slargo dove ci si può fermare quando si incrocia una vettura proveniente in senso opposto, cosa che per fortuna avviene di rado, ma comunque viaggiare su una single track è un’esperienza piuttosto estenuante! Il paesaggio intorno è lunare e al nostro arrivo troviamo due enormi cairns circondati da pecore. Siamo gli unici visitatori, piove, e intorno a noi non c’è nulla se non la foresta e i prati: una sensazione di infinito che tocca il cuore.
Arriviamo a sera stravolti, ma non soddisfatti: facciamo così una passeggiata notturna per Inverness, che ci permette di vedere una foca nuotare nel fiume Ness: che emozione!

Ne resterà solo unooooooo gridava Christopher Lambert su questo ponte...

19 agosto: pariamo per l’Isola di Skye! Arrivando facciamo tappa in un posto che per me, piccolo nerd cresciuto negli anni ’80 è un luogo mitico: il Castello di Eilean Donan, dove è stato girato il film Highlander. Scenograficamente è di una bellezza che lascia senza fiato ed è impossibile vedere il ponte che lo collega alla terraferma senza urlare “Ne resterà solo uno!”. Gli interni sono invece di rara bruttezza: negli anni '10 il castello è stato infatti abitato ed è rimasto come allora. Troviamo un campeggio a Skye in riva al mare, affascinante ma molto ventoso, il che desta molte preoccupazioni notturne per la tenda. Il vento soffia feroce, infatti, e temiamo che non regga, così dormiamo poco e male, svegliandoci di continuo a sentire il vento che urla. Unica eccezione, il bestiolino nero, che dorme come un pascià nel suo lettino, senza preoccuparsi di nulla…

Le fairy pools lasciano senza fiato

20 agosto: Skye alla sua massima potenza, facciamo una passeggiata che lascia senza parole alle Fairy pools. Si tratta di una serie di piscine naturali che due fiumiciattoli disegnano scendendo dai monti Cullins. I monti hanno un colore viola incredibile, il cielo è nero squarciato da attimi di sole e le piscine naturali si susseguono. La camminata è lunga ma agile e molto frequentata. Uran beve da tutte le pozze e se la gode alla grande, facendo anche svariati bagni nelle pools. In lontananza si vede il mare, è davvero un paradiso! Anche una signora scozzese toglie le scarpe e puccia i piedini urlando “only the braves!!” e ha ragione: io non lo avrei proprio fatto! Visitiamo l’unica distilleria dell’isola, la Talisker distillery, dove scopro dell’esistenza del whisky “cask strenght” ovvero imbottigliato alla gradazione originaria, senza aggiunta di acqua: oscilla tra i 54 e i 57 gradi ed è una specie di concentrato di whisky e torba. Per chi, come me, ama il genere, un sapore indimenticabile e praticamente introvabile in Italia!

La coral beach a Skye e il nostro pod a Glencoe

21 agosto: Smontiamo la tenda, perché anche stanotte il vento ha soffiato con vigore. Prima di lasciare l’isola di Skye però facciamo una passeggiata alla Coral beach, una spiaggia in cui le correnti hanno portato frammenti di conchiglie che luccicano al sole, rendendola bianca e rosa. Muoviamo verso le montagne di Glencoe, dove troviamo un campeggio fornito di Pod ovvero microscopiche casette di legno aventi una forma stupenda. Non resistiamo alla tentazione e per due notti rinunciamo alla tenda e investiamo 40 sterline per noleggiare il pod: saranno due notti meravigliosamente calde, in cui ci scopriremo speranzosi che piova, per ascoltare il rumore della pioggia sul tetto del pod… Tra l’altro in questa zona i midges spopolano, ed il pod si rivela una vera manna!

L'erba è bagnata per le nobili zampine di Uran... e il viadotto di Glenfinnan

22 agosto: a colazione Uran ci regala un momento esilarante: davanti ad ogni pod c’è infatti un tavolo di legno su cui mangiare…e lui, scocciato per l’erba bagnata (cane nobile…) sale su questo tavolo per sopraelevarsi e si rifiuta di scendere! Giornata “Harry Poter” a Glencoe (dove nei film è collocato, usando la computergrafica, il castello di Hogwarts: sembra di vederlo!) e a Glenfinnan, dove c’è il famosissimo viadotto ferroviario che l’Hogwarts express percorre in ogni film. Aldo è ovviamente eccitato! In serata prenotiamo il traghetto: l’isola di Islay ci aspetta. A tal proposito è importante sapere che Islay è uno dei motivi che ci hanno portato in Scozia: grazie a mio suocero che me lo ha fatto scoprire, io sono infatti un amante del whisky Laphroaig e sono anche membro del club “Friends of Laphroaig”, ovvero gli amanti di questo nettare torbato. Ogni membro del club può presentarsi in distilleria, nella remota isola di Islay e reclamare il possesso di un piede quadrato di torba, che è di sua proprietà in quanto membro del club. Si può andare a visitarlo, piantare la propria bandierina e bersi una dram (un bicchierino) di Laphroaig. Da quando ho letto tutto ciò sul sito, il mio desiderio di andare alla distilleria Laphroaig è aumentato esponenzialmente, quindi parto per Islay decisamente carico di eccitazione…e ad Islay, oltre a Laphroaig sono attive altre 7 distillerie, tutte famosissime: chi non ha mai sentito il nome di Bowmore, o Lagavulin??

Rotta su Islay, capitano!

23 agosto: traghetto per Islay. Anna dice che sui traghetti Uran è sempre teso… infatti ronfa come un porcellino tutto il tempo! Non facciamo in tempo a sbarcare sull’isola che ne restiamo incantati e… di corsa alla Laphroaig! Andiamo subito a fare il “claim my plot”, che merita un racconto a parte.

Aldo and Uran: friends of Laphroaig

La distilleria Laphroaig e il “claim my plot”
La visita alla distilleria Laphroaig era uno degli eventi su cui avevo più attese, quindi uno di quelli che avrebbe potuto regalarmi la più grande delusione. E invece…che meraviglia! Tutte le persone che abbiamo incontrato sono state di una cortesia, di una gentilezza, di un entusiasmo che lascia senza parola. Fieri di lavorare a Laphroaig, contenti di condividere il loro lavoro con gli appassionati. Ho bevuto in maniera invereconda e ci siamo divertiti tantissimo (credo ci sia un collegamento tra i due fenomeni). Appena entrato, dico all’omino della reception che sono un friend of Laphroaig from Italy e lui immediatamente mi dice “hai fatto un lungo viaggio, meriti una dram!” e ne versa due: una per me e una per sé! Poi mi da le coordinate del mio plot, una piantina della torbiera, la bandierina italiana e mi spiega come arrivare al mio plot. Inseriamo le coordinate nell’iPad e affrontiamo il campo di torba. Uran è al settimo cielo e si ribalta nell’erba altissima che cresce nella torbiera, noi incontriamo altri matti come noi che cercano il proprio piede quadrato. Arriviamo (dicono che la scena di me che avanzo nella torbiera, con sguardo fisso sull'iPad e cane al seguito fosse esilarante, ma non credete a queste dicerie), piantiamo la bandierina (nel punto preciso, non come fanno certi comodosi che la mettono a casaccio in un punto facilmente raggiungibile…) e Uran organizza subito un balletto nell’erba. A questo punto torniamo in distilleria, dove veniamo festeggiati con un’altra dram! La distilleria è bellissima, in riva al mare, in un ambiente paradisiaco. Facciamo il tour guidato, con una guida di nome David, competente, entusiasta: troppo bravo. Ci spiega tutto in maniera fantastica, introducendoci ai segreti del maltaggio e a tutto il processo di produzione. Ci fa assaggiare il malto affumicato dalla torba, ci fa provare il low wine (uno dei passaggi di produzione) e conclude la visita abbandonandoci in una saletta in compagnia delle bottiglie che Laphroaig produce, dicendo “please help yourself, I'll come back later”. Io e un signore tedesco non ce lo facciamo ripetere due volte, ed è mezzogiorno e siamo a stomaco vuoto…usciamo piuttosto felici. Prima però lascio il corrispettivo di mezzo stipendio al negozio, ma come puoi resistere? Ci sono varietà che in Italia non arrivano, come il Cask strenght a 57 gradi, il Triple wood, che fa tre legni (botti) diversi o il Quarter cask, che viene prodotto in botti piccole perché abbia più aroma…bello, bello, bello!

Campeggiamo a Port Charlotte nell’unico campeggio di Islay: affascinante, a strapiombo sul mare, autosufficiente energeticamente grazie a una pala eolica (chiamata da Anna "porcellino del vento") e ai pannelli solari! Purtroppo anche qui il vento è robusto (il che è bene per la pala eolica), e vediamo più di una tenda subirne le conseguenze. Ci lasciamo impaurire e decidiamo di passare solo una notte a Islay…anche se siamo tristi! Inizia anche ad avvicinarsi il momento del ritorno, e abbiamo circa 1000 km di UK + 1000 km di Francia da attraversare…
24 agosto: ripartiamo da Islay, scendiamo verso le Lowlands e arriviamo nel Galloway, dove c’è una famosa e meravigliosa foresta. Troviamo, per il rotto della cuffia, mentre oramai disperavamo e temevamo di dormire in macchina, un campeggio molto bello. Unici vicini di tenda: due asini, un cavallo e un pony!
Sacro e profano: allineamenti e salmone scozzese!

25 agosto: siti megalitici a tutto andare, con cairns e cerchi di pietre. Visitiamo anche un affumicatoio del salmone dove ci fermiamo a pranzo: libidine delle libidini. Lo scottish salmon merita la sua fama! Poi gironzoliamo nella foresta di Galloway e cerchiamo di visitare un ultimo sito megalitico, che però si rivela  impossibile da visitare causa pecore: il cerchio di pietre è in un recinto chiuso al pubblico... lo possiamo ammirare solo da lontano!
26 agosto: colazione col salmone affumicato comprato il giorno prima (la colazione dei campioni!), si smonta tutto tra le lacrime e si parte per The South. Rotta su Canterbury, dove ci fermeremo per l’ultimo giorno in Inghilterra.
Cattedrale di Canterbury: chiostro e interno

27 agosto: Canterbury con la sua famosissima Cattedrale, le rovine della Chiesa di Sant’Agostino e una colazione inglese di rara bontà in un posto dall’apparenza orrenda che però ci fa sognare. Decidiamo per una gita alle scogliere di Dover, che sono davvero meravigliose e offrono la sesazione del sublime romantico. Si possono percorrere per tutta la loro lunghezza, godendo dello strapiombo sul mare (io, che soffro di vertigini, finisco la passeggiata (passeggiata…tre ore di cammino in un continuo saliscendi) sudato fradicio nonostante il freddo, per il terrore! Dalle scogliere salutiamo il Regno Unito, felici di aver passato una vacanza molto più affascinante di quanto pensassimo prima di partire. Il 28 prendiamo l’Eurotunnel da Folkstone e rientriamo in Europa (piccolo scompenso, dopo un mese, tornare alla guida dal lato giusto!)
We look forward to visiting you again, UK!

In conclusione, un paio di riflessioni: l’Inghilterra è bellissima, ma la Scozia è sconvolgente. Una terra di cui è impossibile non innamorarsi, un popolo fiero e di grande ospitalità. I problemi sono essenzialmente legati al clima (con un clima diverso staremmo parlando del paradiso terrestre): fa freddo, anche d’estate (in tenda abbiamo dormito con la tuta e il pile e io anche col berretto per non surgelarmi il cervello) e piove praticamente tutti i giorni. Per fortuna, però, c’è anche il sole praticamente tutti i giorni: il clima cambia in continuazione, il che spiega perché inglesi e scozzesi ne abbiano fatto l’argomento di conversazione principe. Altro serio problema: tutto è molto caro, il nostro simpatico euro ha un potere d’acquisto basso rispetto alla malefica sterlina. Certo, non dappertutto in UK si spende come a Londra, ma comunque tutto costa nettamente di più rispetto alle medie italiane ed europee. Un altro aspetto fin troppo noto riguarda il cibo: tutto ciò di male che si dice sulla cucina anglosassone è vero. Certo, il fish & chips è libidinoso, ma non di solo fish & chips vive l’uomo (e soprattutto il suo fegato). Per ovviare al problema, però, basta tenere presente che i supermercati inglesi (su tutti: Tesco e Morrisons) sono fornitissimi di materie prime di alta qualità (soprattutto la carne da fare alla griglia è stupenda!) e hanno prezzi accettabili. Il campeggiatore dotato di fornellino, di pasta portata da casa e di griglia troverà modo di sfamarsi con soddisfazione contenendo le spese. Discorso a parte meritano i beni culturali: abbiamo parecchio da imparare! Tutti i beni sono conservati meravigliosamente e valorizzati alla grande. Le famiglie passano le giornate facendo picnic nelle abbey o nei castelli, approfittando dei prati all’inglese. All’inizio fa strano vedere la gente che stende il plaid all’interno di una abbazia medievale ed estrai i panini, ma poi ti rendi conto di quanto ciò renda vivo e vitale il bene culturale, di come la gente se ne impossessi grazie alle giornate passando esplorando le mura, correndo nel prato davanti al castello, facendosi un pisolino o ancora scorrazzando col proprio cane nei giardini. Certo, quando la famigliola inglese se ne va, non lascia alcuna traccia del proprio passaggio, neppure una carta di chewing-gum. Vi immaginate cosa accadrebbe in analoga situazione in Italia?
Insomma, in definitiva: Scozia e Inghilterra una vacanza davvero indimenticabile. E in Scozia sicuramente prima poi torneremo…molte altre isole aspettano la nostra visita!!!



domenica 6 dicembre 2015

Vacanze canine 2015: Inghilterra e Scozia! Parte 1: England

Premessa: un po' di foto sono nel post...tutte le altre sono online a questo link

Ed eccoci finalmente, mentre quasi arrivano le vacanze natalizie, che procedo alla scrittura dell'abituale post sulle vacanze estive. Immagino il fermento tra i miei 25 lettori...
Quest'anno siamo andati nella perfida Albione, dedicandoci a Inghilterra e Scozia. Siccome la vicenda è complessa, dedicherò un post a ciascuna di queste due nazioni.
Partiamo dall'Inghilterra, anzi partiamo da come ci siamo arrivati, che già contiene la prima emozione: il tunnel sotto la manica.

Excursus erodoteo: perché siamo andati in UK.
Quest'anno, dopo due anni di fila nel freddo (Normandia e Bretagna; Germania) volevo assolutamente andare al mare e al caldo. Eravamo orientati su Croazia o Grecia, quando chiacchierando (durante le vacanze di Pasqua) Anna ha iniziato a lamentarsi del fatto che non avesse mai visto Stonehenge. Ed io ribattevo: "è impossibile andarci caninamente parlando, c'è la quarantena, scordatelo". Mentre lo dicevo, per dare più forza alle mie parole, faccio una ricerca su Google e - meraviglia delle meraviglie! - scopro che non c'è più la quarantena, ma una serie di misure molto più blande (cane vaccinato e tatuato, ovviamente + antirabbica in corso di validità + sverminatura nei 5 giorni antecedenti la partenza, certificata da un veterinario - dettagli alla chiarissima pagina https://www.gov.uk/take-pet-abroad che ti segue passo passo). In cinque minuti avevamo comprato il biglietto dell'eurotunnel e già ci immaginavamo bere un tè con la Regina!

Dopo esserci preparati di tutto punto, siamo partiti in piena notte (1 agosto) alla volta della Francia.
Urello ammira il Cap du nez blanc

L'idea era quella di arrivare fino al Cap du nez blanc, passare lì un giorno di relax e poi attraversare la Manica. Il progetto è riuscito perfettamente, a parte il fatto che - arrivati al capo un venerdì sera abbiamo scoperto che tutti i campeggi della zona erano pieni all'inverosimile. Solo allontanandoci un po' dalla costa siamo riusciti a trovare un posto per dormire (ringraziando il fatto che le giornate sono lunghissime a quelle latitudini). Piantiamo la tenda, cuciniamo la nostra prima pasta di campeggio e andiamo a letto (formazione dell'anno: Aldo su materassino gonfiabile, Anna per terra con un semplice materassino di quelli da palestra che si arrotolano e Uran su brandina pieghevole con vecchio sacco a pelo umano trasformato in canino e mio nuovissimo pile che "volontariamente" gli ho ceduto) scoprendo tragicamente che di notte fa un freddo che neppure lontanamente ci immaginavamo, un freddo totale, globale, temibile! Fatichiamo a immaginare cosa possa essere andando in su di altri 1000 km...fortunatamente scopriremo poi che la notte più gelida è stata proprio quella in Francia!
La Yaris prende il trenino

Di buon mattino, dopo un giorno di relax in terra di Francia, partiamo per prendere l'Eurotunnel. Tutto è incredibilmente ben organizzato, se si ha un pet, come nel nostro caso, basta seguire le indicazioni con il logo della zampa: Urello sostiene qui l'esame d'inglese, lo passa brillantemente mostrando il suo codice microchippato, salvo poi emozionarsi e vomitare in macchina in attesa di entrare nel tunnel...non bello!
Il tunnel si attraversa a bordo di un treno, che carica tutte le macchine in vagoni chiusi sigillati a due piani, poi basta spegnere il motore, abbassare i finestrini e la traversata scorre in tutta gioia seduti in macchina: Uran non ha alcun problema e se la dorme per tutto il tempo (dura 35 minuti e - grazie al fuso orario - si arriva mezz'ora prima di essere partiti!). Arrivati in UK, primo scontro con la guida a sinistra... non semplicissima, soprattutto all'inizio, ma il tunnel ti scarica direttamente in autostrada, il che semplifica la vita. Anna, che ha un cervello diverso, sostiene di trovarsi meglio a guidare a sinistra piuttosto che a destra: oramai l'ho sposata e che devo fare?
La prima avventura rilevante, mentre muoviamo alla volta di Stonehenge avviene all'area di servizio, dove vigono alcune regole folli, ad esempio non si può sostare in area di servizio per più di due ore, se no si paga (???!!!) ma sopratutto al posto della colazione servono il vasino da notte: Aldino - che fa il figo con il suo C1 appena conseguito - si lancia in un'ordinazione bizzarra, prendendo il breakfast POT (questa parte non l'avevo capita, ma mi sono fidato), ottenendo un vaso di carta contente: patate lesse, bacon (molle), uova strapazzate, fagioli e salsiccia, il tutto indegnamente stratificato. Anna con l'inglese della terza media opta per un coffee (ugualmente orrendo) e un dolce commestibile. Da subito è chiaro che non sarà una vacanza all'insegna della gastronomia! Benedette siano le Anna-box portate da casa: scatole di salvataggio contenenti un numero uguale di pacchi di pasta e relativi sughi pronti sì, ma di lusso! Un altro oggetto che si rivelerà vincente è la nostra nuova griglia elettrica: siccome piove un giorno sì e l'altro pure, ed avevo già avuto esperienze negative in Islanda in tal senso, anziché pretendere di fare il bbq con legna fradicia, godiamo della comodità dell'elettricità...e della bontà leggendaria della carne inglese: i tagli da griglia che troviamo nei supermercati sono tutto sommato a buon prezzo e di rara bontà.
Beef, eggs and bacon in the campsite. What else?

I primi giorni li passiamo nel Wiltshire, in un bel campeggino vicino a Stonehenge. Il concetto di campeggio per gli inglesi è: un enorme prato, in cui ogni piazzola non è segnata, ma occupa circa 30 metri quadri... in Italia, ci ricaverebbero 5 piazzole! I nostri vicini, in questa occasione sono un'allegra famigliola che ha sei (6!!!) figli, tutti molto carini tranne il mitico Enrichetto, che si rivela una specie di sciagura biblica, cordialmente detestato anche dalle sue sorelle!
Nel Wiltshire Aldo scopre un oggetto che cambierà radicalmente la vacanza: la tessera Overseas pass di English Heritage. Questa tessera, per 60 sterline garantisce ingresso illimitato per due persone per 16 giorni in tutte le proprietà dei monumenti statali, si tratta di oltre 300 siti!!! A tal proposito, con l'acquisto della tessera ci hanno consegnato una magnifica cartina con segnalati tutti i siti e un libretto con le descrizioni di ogni attrazione turistica, i dettagli organizzativi, la presenza del parcheggio, gli orari di apertura e soprattutto...la possibilità di visita col cane! Ebbene sì, in Inghilterra Sir Uran è gradito in quasi tutti i castelli, le abbey, i siti megalitici (escluso Stonehenge) e via dicendo: basta tenerlo al guinzaglio, raccogliere ciò che natura produce e comportarsi civilmente. Tutti i cani inglesi (ne incontriamo migliaia: lo sport nazionale pare essere andare al monumento col proprio dog e family e passarci l'intera giornata) sono dei veri lord: portamento elegante e fiero, non un abbaio, puzza sotto il naso, tutti di razza, nessuno che abbia voluto litigare con lo scugnizzo siculo Urello, nessuna che abbia voluto accettare le sue avances, poor little dog!
Grazie alla piantina dell'Eritage parte la follia di Aldo, che pretende di visitare in 10 giorni tutti e trecento i siti segnalati, proponendo deviazioni su deviazioni...di conseguenza Anna non fa altro che lagnarsi, sostenendo che non siamo alle marce forzate, salvo poi passare 3 ore a Stonehenge, fotografando ogni singolo sasso.

Stonehenge ti lascia semplicemente senza fiato...


Breve (più o meno) cronaca day-by-day:
4 agosto: visitiamo The New Forest, grandi passeggiate canine nel bosco. Ci sono i cavalli selvatici, un posto di grande pace! Anna scopre che in UK esistono sacchetti di patatine grandi quanto lei... Poi visitiamo Old Sarum, l'antica Salisbury. In serata andiamo a Salisbury (quella nuova!) e riusciamo a entrare nella cattedrale grazie a una funzione, ci lascia davvero colpiti. Abbiamo anche visto un prete donna vestita Disegual!
Salisbury cathedral

5 agosto: gran megalite tour: Woodhenge, Avebury e siti associati. Cena alle 5 (molto british) al pub di Amesbury mangiando due fish and chips giganti e due birrozze per 12 pounds, poi la meraviglia assoluta di Stonehenge. Non si può descrivere, va visto. E rivisto e visto ancora. Ultima visita di giornata al castello in rovina di Old Wardur (chiuso, ma visto da fuori, strada per arrivarci allucinante a due corsie - teoriche - ma ci passava a malapena la Yaris... in Scozia ci faremo l'abitudine!)
6 agosto: gran medioevo tour, nel Somerset e Dorset. Visto il castello dell'età del bronzo Maiden Castle (Anna fa ironia, perché dopo una considerevole rampegata del castello non si vede nulla, se non il cerchio d'erbetta dove una volta c'erano le mura. Il C1 prende una seconda bidonata: si chiama Castle, ma non c'è castello!). Uran fa il suo primo incontro con un grande gregge di pecore che di mestiere bruca l'erba del monumento inesistente. Bravissimo e un po' terrorizzato non abbaia, nonostante Anna sia paralizzata dal terrore che una pecora possa mangiarsi il suo cane... A seguire Sherborn old castle, rovine bellissime, Muchelney abbey e soprattutto Cleeve Abbey, stupenda! Rischiamo però di non visitarla, perché aldo stanchissimo dalla guida a sinistra non aveva visto l'ingresso!
Uran ama le rovine dei castelli...
7 agosto: Preparazione e partenza per lo Yorkshire, visita a Farleigh Hungerford Castle, castello in rovina affascinante e alle Terme romane a Bath. Questo complesso termale a cui fluisce ancora oggi acqua calda è in ottimo stato di conservazione ed il museo è efficientissimo: allestimento ottimo, barriere architettoniche abbattute, didascalie molto chiare e audioguida (anche in italiano) gratuita. La capacità di promuovere i monumenti inglesi ci continua a lasciare stupiti! Ovviamente arriviamo in campeggio a notte fonda e montiamo nel buio assoluto, senza esserci registrati: scopriremo che è abbastanza usuale, se si arriva tardi, pitch your tent and tomorrow go to the reception! Come poteva chiamarsi un campeggio simile, se non Robin Hood campsite?

Terme romane di Bath

8 agosto: dando credito al nome del campeggio facciamo gli italiani all'estero: alla reception ci dicono che non ci sono più piazzole con la corrente elettrica, ma noi ne vediamo almeno una decina libere... perché un'altra regola dei campeggi inglesi è che quando sono al 30% circa di capienza, si dichiarano completi!!! Quindi, dato che vogliamo farci un caffé con la nostra macchinetta a cialde da viaggio vip, ci spostiamo col tavolino in una delle piazzole vuote e OKKUPIAMO! la torretta dell'elettricità. Visita all'Abbazia di Rievaulx, che si rivela meravigliosa e a seguire la città marittima e il castello di Scarborough. Impossibile fermare Aldo che canta a squarciagola Simon and Garfunkel: Are you going To scarborough Fair!
Urello ama anche le Abbey!
9 agosto: Abbazia e parco acquatico di Fountains, stupendo, grande passeggiata ripiena di godimento tra le rovine dell'abbazia e dei teorici giochi d'acqua (che non c'erano). Non possiamo farci mancare il nostro castello quotidiano: le rovine di Brougham e un cerchio di megaliti a Keswick. Qui Anna si ricorda di essere una temibile prof. in vacanza e sgrida dei ragazzini che spaventano le pecore ivi brucanti. Optiamo per una cena al pub, in un posto molto carino che si chiama Bee hive, dove Aldo scopre la birra Black sheep, una ale di tutto rispetto.
Cheers!
10 agosto: visita alla città di York, con Castello, Villaggio vichingo e Cattedrale. A proposito del villaggio vichingo di Jorvik, Anna accusa il C1 di non capire l'idioma locale e aver preso la certificazione con l'inganno: mi lascio infatti convincere dai toni entusiastici delle brochure e andiamo a visitare, spendendo un capitale (10.25 sterline a cranio: 15 euro a testa, 30mila lire del vecchio conio...) un'attrazione turistica nettamente per bambini (forse...) con ricostruzioni in pupazzotti dei vichinghi che abitavano il villaggio di Jorvik ed un tristissimo giro del villaggio a bordo di una specie di seggiolino da luna park semovente...
Il villaggio di Jorvik. Ci sono dei dubbi...
Eccoci tutti e tre a Whitby!

Per fortuna ci consoliamo con la Cattedrale di Whitby, uno dei rovinassi più belli visti in questa vacanza, che domina una collina in vista dell'oceano. Mette pace e tranquillità, e offre un senso di infinito. Tornando in campeggio, troviamo una fattoria che "vende" patate, nel senso che i sacchi di patate sono a bordo strada e basta mettere una sterlina in una cassetta di metallo incustodita lì vicino, per potersene assicurare un sacco. Immagino come il povero contadino troverebbe la cassettina piena a fine giornata in Italia...
Uran ama anche le rovine romane...eccolo al Vallo di Adriano

11 agosto: finisce la nostra gita in Inghilterra, è tempo di muoverci verso la Scozia! Visitiamo durante il viaggio verso Edimburgo, che sarà la nostra prima tappa lassù, il Mount Grace Priory ed alcuni dei siti dove è visibile il confine tra le antiche terre di Britannia e Caledonia: il Vallo di Adriano. Qui, Uran scopre di essere oggetto di amorose attenzioni da parte delle pecore testa nera dello Yorkshire, che quando lo vedono se ne innamorano e corrono verso di lui belando: terrore nei suoi occhi!