giovedì 31 dicembre 2015

Vi ricordate la michetta? (ovvero il post passatista dell'anno)

Immagine da Wikipedia. Anche loro se la ricordano
Quand'ero piccolo il pane base da qualsiasi fornaio del paese dove abitavo (Saronno prima e Gerenzano poi, provincia di Varese ma più vicine culturalmente e geograficamente a Milano) era la michetta.
La michetta era un panino composto da cinque "spicchi" sormontato al centro da un "bottone". La michetta era croccante fuori, morbida nell'interno degli "spicchi" e rigorosamente vuota al centro.
Appena sfornata era deliziosa, ma anche lungo tutto l'arco della giornata lo era nonostante una tendenza a degradare in fretta: già il giorno dopo era solitamente pessima.
Perfettamente complementare al prosciutto, per dei panini monoporzione che allietavano i nostri pomeriggi.
Un modo sicuro per fare innervosire il nonno Lamberto (arrabbiare sarebbe troppo, e chi lo ha mai visto il nonno Lamberto arrabbiato?) - che ogni mattina di recava da Clerici, il fornaio sotto casa, a prenderle - era quello di decapitare tutte le michette, mangiando il "bottone" centrale e causando inevitabilmente un precoce processo di "possimento": la michetta senza la sua cupola degradava con una velocità inaudita passando subitaneamente gli stati di posso (nel caso della michetta si manifestava con consistenza gommosa) e poi inguaribilmente secco.
Ecco, ve la ricordate la michetta? Quando ero piccolo componeva il 75% più o meno del pane quotidiano di una famiglia gerenzanes-saronnese. Che fine ha fatto la michetta? Perché nessun fornaio le produce più? Dei 4 fornai che ho a portata di passeggiata da casa (e abito a Milano la terra natìa della michetta) nessuno la fa più. Al limite di trova un'imitazione pietosa, piena all'interno, senza alcun senso, totalmente non aerea, horribile visu et manducatu.
Ecco, in questo momento addentando una michetta, di quelle vere, mi sentirei come miss Swann...sto invecchiando?

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