domenica 8 marzo 2015

Quinta e ultima puntata: dal puntare al Casinò ad una puntatina a NewYork!

Ed eccoci arrivati, adorati 25 lettori all'ultimo episodio di questo viaggio di lavoro per la conferenza SITE2015, che ho cercato di raccontarvi usando queste pagine (o questi post?).
La conclusione dell'avventura si preannuncia cerebralmente precaria: sono ad una bancone di un bar all'aeroporto JFK di New York, mentre sorseggio l'ennesimo caffé-beverone nella speranza di stare sveglio fino all'imbarco del mio volo. Non dormo in un letto da circa 36 ore, quindi portate pazienza!

Dunque come sapete ho abbandonato la folle città di Las Vegas e sono arrivato stamattina alle 5,30 (dopo aver dormicchiato in volo, per fortuna, ma in posizione piuttosto scomoda e precaria avendo di fianco una signora che condivideva con me un aspetto fisico diciamo cicciottello). Ho recuperato la mia valigia, l'ho portata al deposito bagagli - se vi dovesse servire se ne trovano uno al terminal 1 e un altro al terminal 4 - dove per 11 dollari si sono occupati di custodirla e mi sono lanciato verso la grande mela. Prima però di consegnare la valigia c'è stato il prestigioso momento "interrail": nel bagno dell'aeroporto ho provveduto a cambiarmi maglietta (da maniche corte a lunghe), maglione (da cotone a lana), calze (da corte a lunghe) e - udite, udite - pantaloni, da leggerini a vellutino, per finire con il passaggio da una giacchettina leggera antivento ad un giaccone bello imbottito - sempre sia lodato, perché mi ha salvato. Ho lavato i denti, la faccia...insomma, sembravo un po' un homeless, ma la cosa è stata persino divertente. 
Per fortuna La mattina era meravigliosa e tersa, ma la temperatura proibitiva: un simpatico -10, grazie giaccone perché mi proteggi, grazie santa e saggia moglie per avermi ficcato in valigia guanti e berretto di lana/pile! 
Primo suggerimento furbo: dal jfk un meraviglioso trenino (airtrain) conduce il viaggiatore alle stazioni della metro Howard beach sulla linea A oppure Jamaica station sulle linee E, J, Z. Comodo, no? Si, ma lunghissimo... e allora il trucco del giorno è, una volta arrivati a Jamaica station, quello di prendere il treno LIRR fino alla Penn Station, in pieno centro di New York. Ci mette solo mezz'ora (contro l'ora e mezza circa della metro, ho fatto il confronto al ritorno).
Ah un'altra cosa: questi cornuti della MTA (che sarebbe l'ATM-like di New York, giusto con qualche linea e un filino di efficienza in più...) hanno eliminato il biglietto giornaliero. Per cui se si sta un giorno solo a New York conviene fare la Metrocard pay-per-ride da 10 $, che a me è abbondantemente risultata sufficiente. Ciò detto, dalla Penn Station non sono neppure uscito (anche se fremevo...) e mi sono diretto con la metro 1 verso il World Trade Center, ero davvero curioso di vedere il nuovo grattacielo più alto della città, che sorge dove una volta erano le Twin Towers. L'impatto, appena uscito dalla metro a Canal street (per gli appassionati di cinema: da qui in giù è il quartiere di TriBeCa, ovvero Triangle Below Canal, famoso anche per il festival del cinema omonimo) è semplicemente mozzafiato. Un po' per il freddo, un po' perché gil da Canall street One World Trade Center è colossale. Sembra non finire mai. Inizio a camminare per avvicinarmi, e mi ricordo che le distanze in questa città sono ingannevoli...sembrava lì a un passo, e invece si deve camminare un po'. Arrivato sotto ho modo di notare che la piazza è ancora parecchio sottosopra (stanno ultimando il memoriale e un paio dei nuovi grattacieli del complesso, quindi c'è decisamente casino), ma non riesco quasi a notarlo, perchè da sotto il nuovo grattacielo ruba lo sguardo.
Non finisce mai!

Sembra stagliarsi nel cielo come una freccia, che si appuntisce verso l'alto (effetto ottico notevolissimo, che si ripete su tutti i lati) e soprattutto lo sguardo fatica ad abbracciarlo. Non è imponente come l'Empire State Building, perché è più slanciato, ma non puoi non accorgerti del fatto che sia più alto. Bellissimo. La neve rende la visita a Ground Zero (che avevo visto nel 2005 e che trovo molto diverso da allora) poetica e commuovente. Mentre sei qui ti viene voglia di prendere a testate i complottisti che sostengono che l'11/9 sia una montatura. Poi lo so, ogni giorno muoiono milioni di persone nel mondo, molti di più di quanti ne siano morti quel giorno, ma questa città - che ci piaccia o meno - rappresenta qualcosa di unico nella nostra cultura (anche a causa della colonizzazione culturale che gli USA hanno di fatto operato): ogni angolo ti sembra già visto, perché ti ricorda decine di film, telefilm, ecc... Ciò detto, il memoriale è molto sobrio e piuttosto toccante, con due piscine di onice in cui l'acqua cade verso il centro della terra. 
Memoriale

Arrivo fino a Battery park per fare ciao ciao con la manina (da lontano) alla Statua della Libertà, ma il freddo sullo Hudson è seriamente improponibile, torno verso il vetro e il cemento di lower Manhattan!

Riprendo la metro e scendo tra Broadway e la 23, ossia nell'angolo in cui troneggia, nel suo fascino inarrivabile uno dei primi grattacieli newyorkesi: il Flatiron building, con la sua forma a ferro da stiro. 

Vogliamo parlare del Flatiron?

La luce luminosa e tersa lo rende ancora più bello, e fa luccicare i suoi vicini. Mi giro verso la Quinta strada, e la mole massiccia dell'Empire State Building mi si para davanti. 
Impossibile non riconoscerlo!

Mi incammino sulla Quinta, dopo aver capito con estrema chiarezza la assoluta necessità, in una giornata come oggi, dell'orrendo beverone bollente che è il caffè americano e che tutti stringono nella mano mentre passeggiano. Questo sarà il primo dei 5-6 che mi accompagneranno - scaldandomi e pompando caffeina nelle mie vene - lungo la giornata. Risalgo tutta la quinta strada godendomi, col naso all'insù la meraviglia verticale di questa città. In 10 anni, molto è cambiato, ma molte sagome continuano ad essere al loro posto: quando ti giri e vedi il Chrysler Building, coi suoi doccioni inquietanti e la sua cupola meravigliosa, ti immagini che l'uomo ragno possa passare da un momento all'altro...

Arrivo fino a Central Park (e sento nelle orecchie l'inizio famoso "ladies and gentlemen, Simon and Garfunkel", prima che attacchino Mrs Robinson), faccio tappa per riposarmi un po' al più famoso Apple Store del mondo, poi mi sposto sulla Sesta per ammirare qualche altro grattacielo. Ero in dubbio se passeggiare un po' a caso come sto facendo o fare piuttosto una visita al MoMa, ma la giornata di sole e questa città senza eguali al mondo mi trasforma immediatamente in un flâneur. Arrivo a Times Square e ai suoi cartelloni luminosi. La fame si fa sentire, come resistere all'insegna "Dallas BBQ", che campeggia sulla 42ma? Era il mio posto preferito quando ero venuto 10 anni fa, e si conferma di livello mondiale, con le ribs di porcello letteralmente immerse nella salsa BBQ ed un cono mostruoso di onion loaf (non sono riuscito a finirli, ed era la porzione small...)
Una TORRE di cipolla fritta! Gosh!

Ho tempo per un po' di shopping ancora, mentre percorro tutta Broadway (per digerire quel popò di pranzo, mi costringo a farla a piedi dalla 42ma alla 14ma, il che vuol dire davvero TANTO) per andare a prendere la linea L che mi porterà, dopo incrocio con la J, a Jamaica beach (mettendoci una novantina di minuti, come dicevo prima, facendomi passare tra le casette tutte uguali tra Brooklyn e il Queens).

Ora ho un sonno pazzesco e sono davvero stravolto (e non credo che il mio vicino di aereo sarà felice di accorgersi che l'ultima doccia risale a 30 ore fa...ho cercato, ma al JFK non ci sono docce, come faceva Tom Hanks in quel film in cui rimane confinato per una vita in aeroporto?). Ma letteralmente al settimo cielo. Dopo una settimana nella città più assurda del pianeta (Las Vegas) queste 10 ore a New York sono state meravigliose. Come questa città, pazzesca, indimenticabile, dove voglio tornare al più presto. 
In ogni angolo c'é qualcosa che ti lascia a bocca aperta!

Con questo saluto i miei affezionati lettori e mi accingo a tornare nella madre patria: ci sentiamo da lì! Prima però apriamo lo spazio del dubbio del giorno, che mi torna ogni volta che vengo negli States: perché diavolo nella tazza del water c'è l'acqua alta come a Venezia? Non è bello, soprattutto quando si fa il numero 2, non è bello per nulla!

Ma alla fine, meglio 5 giorni a Las Vegas o 10 ore a New York? Meglio sarebbe 5 giorni e 10 ore a New York!

Un abbraccio caloroso a chi ha letto questi cinque deliranti post. Spero di avervi dato un po' di impressioni che ho vissuto!

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