mercoledì 10 settembre 2014

Un nuovo giochino sui libri [extended version]

Circola su Facebook in questo periodo un giochino sui libri. Ed essendo sui libri, ovviamente non ho potuto resistere e l'ho fatto. Ma Facebook non è luogo per riflessioni, ed ecco così - sul blog - la mia extended version. In pratica, mentre sul popolare social network mi sono limitato alla lista, qui ho l'occasione di rompere le scatole ai miei 25 poveri lettori con le motivazioni che mi hanno portato a questa lista. Elenco che, è bene ricordarlo, doveva essere stilato in fretta, il che ha comportato la colpevole esclusione di libri fondamentali (per esempio Finzioni di Borges, Tu, mio di Erri De Luca, ma anche La storia infinita, che mi ha segnato profondamente o ancora La casa degli spiriti o La donna abitata e qualche altro centinaio di titoli.)

Il giochino, inviatomi dalla mia amica Manu, che ringrazio, diceva:

Nel tuo status elenca 10 libri che sono rimasti con te. Non metterci più di una manciata di minuti e non pensarci troppo. Non devono essere libri "giusti" ma solo libri che ti hanno colpito. Poi tagga dieci amici, includendo me, così posso vedere la tua lista

Ed ecco la mia lista, versione extended:

1- Il nome della rosa (Eco): beh questo per me è semplicemente IL libro. L'ho letto un numero di volte che mi vergogno a dire, in momenti diversi della mia vita ed ogni volta ho capito qualcosa in più e mi ha affascinato per un motivo diverso.
2- Infinite Jest (Wallace): recente lettura, faticosa quanto soddisfacente. Che io abbia una passione smodata, da groupie, per DFW è cosa nota. Questo è un libro che ho letto una sola volta (per ora) ma che già so di voler rileggere prima o poi. Un libro che contiene una quantità incredibile di piani di lettura ed un intreccio che si fa fatica ad immagina che qualcuno possa aver immaginato. La mia recensione è qui: http://aldotorrebruno.blogspot.it/2013/11/ho-finito-infinite-jest.html  
3- Favole al telefono (Rodari): la passione per la lettura ha per me radici antiche. Questo libro mi è stato letto, riletto, straletto, poi ho iniziato a leggerlo da solo fino praticamente a consumarlo. Ricordo alla perfezione la sua copertina ed i disegni che lo corredavano.
4- I Buddenbrook (Mann): un libro particolare, che sono stato costretto a leggere per l'esame di Filosofia morale all'Università. Ero molto scettico ed anche terrorizzato dalla mole, prima di iniziarlo. Poi mi ha preso completamente. Ed è stato un libro letto in un momento particolare, uno di quelli che mi ha fatto accorgere che iniziavo anche per altre questioni a ragionare da studente di filosofia (non oso scrivere da filosofo, visto che Rocco Buttiglione si definisce così) e ad interpretare il mondo con occhiali filosofici. Non so spiegare il motivo, ma moltissimi episodi di quel libro (anche banalissimi, tipo il fatto che il piccione veniva considerato alimento prelibato ed adatta ai malati) non riesco a scordarmeli.
5- Le braci (Marai): libro che mi ha fatto scoprire Marai, un autore che poi ho letto quasi integralmente e che colloco senza dubbio nel mio personale pantheon. Credo che sia la descrizione del rapporto tra due persone tra le più profonde che io abbia mai letto, lo reputo un capolavoro assoluto.
6- Le notti bianche (Dostoevskij): altro libro con una storia particolare, l'ho letto solo perché era breve e perché tenevo molto alla persona che me lo ha regalato, ed invece si è rivelato la mia personale porta d'accesso a Dostoevskij!
7- I dolori del giovane Werther (Goethe): anche qui, come nel caso del Nome della rosa, erigo una statua immaginaria per la mia professoressa di Lettere del liceo. La quale ci ha fatto leggere e confrontare l'Ortis con il capolavoro di Goethe. Inutile dire che la stucchevole melodrammaticità di Jacopo non regge il confronto con la titanica sofferenza di Werther. Quando lo lessi avrei voluto cercarmi una fidanzata di nome Carlotta solo per poter soffrire come lui!
8- La gaia scienza (Nietzsche): ancora un episodio universitario, questo è il libro che è alla base di una delle mie convinzioni più profonde, del più grande insegnamento che Nietzsche mi ha (e ci ha) lasciato. La non esistenza dei fatti, l'idea che la scienza (in cui nutro grandissima fede, perché funziona!) non sia vera. L'idea che la verità non esista, il ruolo dell'interpretazione. Il suo dire in tre righe quello che altri filosofi non dicono in libri interi.
9- Mucho mojo (Lansdale): ho scoperto Lansdale per caso, perché di Mucho mojo mi è piaciuta la copertina, perché mi fidavo degli Einaudi stile libero, perché la descrizione della quarta di copertina mi sembrava divertente. Oggi è l'autore più presente nella mia libreria su anobii (36, ho detto tutto!)
10- Il bar sotto al mare (Benni): se c'è un libro che nella mia mente rappresenta il Benni che adoro è questo. Certo, ci sono anche Baol, Comici spaventati guerrieri, ecc... ma il Bar sotto al mare ha una capacità di farmi ridere e al contempo pensare e poi ancora ridere che è rimasta insuperata.

1 commento:

  1. Che figata l'inserto di Focus sui robot! Sapevate che il primo ha 2000 anni e fu inventato dai Greci?

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