sabato 22 febbraio 2014

Il vegetariano matto


Il Vegetariano matto (nella foto) è un sugo pronto realizzato da un'azienda abruzzese, Ursini (http://www.ursini.com) scoperta da me e Anna un po' per caso, un po' perché siamo viziosi, un paio di anni fa, quando ci imbattemmo nei suoi prodotti durante una gita sul Gran Sasso.
Ora, ovviamente aldocook è tendenzialmente contrario ai piatti, sughi, ecc. pronti, ma quando la qualità è elevata e la libidine è somma (e magari il tempo è poco, come accade nei giorni lavorativi) si può anche fare uno strappo alle regole.  Anche perché Ursini (che è fisicamente a Fossacesia, uno dei miei luoghi prediletti abruzzesi, con la sua splendida basilica di San Giovanni in Venere che guarda dall'altro l'Adriatico, verde come i pascoli dei monti) fa tutto in maniera artigianale e utilizzando le leggendarie olive della zona, che garantiscono ai suoi prodotti un sapore davvero unico. 
Il vegetariano matto fa parte dei 5 sughi della vita, una linea di 5 sughi pronti uno più delizioso dell'altro ed è tra questi il nostro preferito. Ci sono principalmente olive, carciofi, noci e pomodori verdi. Una sinfonia di sapore da leccarsi i baffi! Purtroppo Ursini non fa e-commerce diretto, ma di recente abbiamo trovato i suoi sughi a Milano da Eataly: se non avete occasione di andare a Fossacesia, e siete in zona Milano, potete recuperarlo così!
Con un vasetto si condisce mezzo kg di pasta e il prezzo si aggira su poco meno di 5 euro. La qualità costa, non è un mistero, ma fidatevi, ne vale la pena. Sta benissimo con le penne rigate o con le caserecce (per esempio quelle di Libera della foto, così mangiate una pasta buonissima e coltivata su terre liberate dalla mafie!) accompagnate da un buon vino bianco per esempio, per restare in zona, da un Pecorino "Giocheremo con i fiori" di Torre dei Beati.

giovedì 20 febbraio 2014

Life is too short to read bad books

Più riguardo a Parenti lontani Life is too short to read bad (and so long) books.
Questa è la sensazione che mi pervadeva dopo aver finito il libro: qualche buona idea, si, ma talmente allungata da pagine e pagine inutili, da farti sentire l'urgenza di leggere qualcosa di più denso, in cui ogni pagina valga la pena di essere letta.
Questo (troppo lungo) romanzo di formazione in salsa lucano-niuiorchese vive invece di sprazzi: qualche personaggio è ben tratteggiato e strappa più di un sorriso, altri sono prevedibili o eccessivamente macchiettistici.
Avevo letto anche un altro libro di Cappelli e ne avevo ricavato la medesima sensazione: che mancasse sempre quel qualcosa in più di genialità che lo renderebbe notevole. Diagnosi confermata, direi che può bastare così :)

Ultima considerazione: l'ebook a volte ti frega, capire che un libro è un mattone, non esperendone la fisicità ingombrate risulta complicato

domenica 9 febbraio 2014

Il medioevo

Stiamo facendo i lavori in casa, so di averlo già raccontato e di essere noioso, ma la faccenda è una vera tortura, quindi in pratica non parlo d'altro in questo periodo. La nota positiva è che piano piano si inizia a vedere la fine dell'incubo (nel frattempo la casa si è trasformata nella casa di Eliot quando le mettono in quarantena nel film ET, tutta coperta di teli di plastica) e il nuovo bagno sembra che stia venendo uno spettacolo assoluto.
Ma ciò che vi volevo raccontare è la situazione di connettività medievale nella cui miseria siamo immersi da 20 giorni. Fortunatamente (grazie a una pianificazione strategica di inaudita complessità), dovendo abbandonare la casa per i lavori, abbiamo potuto trasferirci nel monolocale in cui abbiamo abitato fino a 7 anni fa, senza dover andare a fare i parassiti dai genitori. La casetta è meravigliosa: 25 mq di un rigore e una compattezza esagerata, affascinanti e meravigliosamente organizzati. Poi è la casa in cui siamo venuti ad abitare all'inizio della nostra storia e dove abbiamo vissuto per due anni... insomma, è bellissimo esserci tornati, anche se ovviamente non avendo portato molti oggetti siamo sempre un po' baraccati.
Ma il dramma vero ha uno e un solo nome: connettività medioevale. La casa infatti, è cablata sì con fibra ottica, ma ovviamente non abbiamo attivato un contratto per 20 giorni. E così ce la caviamo con il tethering della connessione 3G del telefono e con una pennetta sempre 3G gentilmente prestataci da mio suocero (sempre sia lodato). L'UMTS ci prova, sia chiaro, ma prende poco e male perché i muri sono spessi e siamo all'interno di un cortile (è una casa di ringhiera). Ecco, voi non avete idea, cari i miei 25 lettori, di quanto io mi senta Troisi e Benigni (vista la mia mole tutti e due insieme) in Non ci resta che piangere: pieno medioevo! Arridatece i 10 megabit, viva la fibra (che dio la benedibra) e abbasso il digital divide!