sabato 19 ottobre 2019

#iviaggidivanesio vol. 8: Oktoberfest in van

Da qualche anno covavo il sogno di andare all‘ Oktoberfest: la classica attività che bisognerebbe aver fatto da ventenne, ma che per qualche motivo non hai fatto e rimane li a roderti. Anna invece c’era già stata - poco più che ventenne, lei - e mi diceva che una volta nella vita può essere una cosa divertente. Aggiungiamo che sarebbe stata l’occasione per rivedere il suo amico Jürgen, che non vedevamo dal nostro matrimonio (2008...) e che Vanesio sembra essere fatto apposta per questa gita, e il gioco è fatto!

Ci accordiamo con Jürgen per incontrarci direttamente al campeggio che viene allestito apposta per l’Oktoberfest: si tratta del parcheggio (immenso) della fiera di Monaco, che per tre settimane diventa una gigantesca area camper.



Luogo impressionante: 1500 piazzole per camper o roulotte, di cui 800 con allacciamento elettrico, più una serie incredibile di tende già montate pronte per essere affittate, delle vere e proprie tende a schiera! Un inaudito non-luogo, che vive le sue tre settimane di gloria durante il periodo della festa (https://www.oktoberfest-camping.com/it/home-it/), unica soluzione a prezzo accettabile a Monaco di Baviera in quelle tre settimane.


Jürgen si lamenta da subito, per la nostra scelta (più o meno obbligata per questioni lavorative) per il weekend centrale, 27-29 settembre, soprannominato “il weekend degli italiani”. Il vero tedesco infatti predilige il primo weekend, quello inaugurale con balli tradizionali e il sindaco di Monaco che spilla dalla prima botte esclamando “o’ zapft ist!”, ma tant’è. In effetti gli italiani sono tantissimi, sia in campeggio (dove ovviamente sono i più caciaroni) sia alla festa, dove però la competizione per chi è più bevuto è serrata.

 


Partiamo il venerdì pomeriggio e con un po’ di traffico arriviamo in serata al campeggio. La prima impressione è quella di avere l’occasione di ammirare i tedeschi all’opera nella loro specialità nazionale: l’organizzazione. Tenere in ordine e pulito un campeggio (che in realtà però è un parcheggio) con 4-5000 persone, più o meno piene di birra, quindi spesso un po’ brille e comunque - visto che ciò che entra poi deve anche uscire - tutti bisognosi del wc con discreta costanza - appare un’impresa destinata al fallimento a priori. E invece tutto funziona piuttosto bene, i bagni, che sono in realtà dei container, vengono puliti a ritmi indiavolati e sono quasi sempre in ottime condizioni (esperimento mentale: figurarsi come sarebbero dopo 2 ore se il tutto si svolgesse in Italia, inorridire) e i flussi di gente sono perfettamente incanalati e gestiti. Notevole! Il campeggio-parcheggio è impreziosito anche da una delle tipiche tende dell’Oktoberfest in miniatura, dove si può bere birra a profusione nel classico boccale da litro, il Maß  e mangiare la cucina da birra (stinchi, hamburger, würstel, ecc.), da uno shop coi generi di prima necessità (e birra, ovviamente) e soprattutto dalla fermata della metro a due passi, per andare in centro, dove si svolge la festa, ovvero a Theresienwiese (ancora una volta un parcheggio!). 




Appena arrivati testiamo la birra in campeggio, sotto un simpatico diluvio. L’atmosfera è festosa e convivale, rivedere Jürgen- rimasto uguale identico a 11 anni fa - altrettanto piacevole.
Il sabato ci svegliamo con calma e decidiamo di andare alla festa dopo pranzo: invitiamo Jürgen e Daniela nella nostra piazzola per un pranzo italiano, con pici senesi e sugo di pallottine abruzzesi, w l’intercultura!




Arriviamo all’Oktoberfest con la metro nel primissimo pomeriggio, c’è un delirio assoluto e quasi tutti i tendoni sono al completo e perciò non lasciano entrare ulteriori ospiti. Ci mettiamo in coda un paio di volte, ma la situazione è scoraggiante. Alla fine troviamo un accesso laterale al tendone dell’HB - forse la birra più nota di Monaco, ma entriamo solo grazie alla presenza di Daniela, che ha il look perfettamente tedesco (bionda, alta, chiara e pure vestita in abito tradizionale) e viene letteralmente trascinata all’interno da una gentile cameriera - trainando a sua volta noialtri dal look più mediterraneo!




Dentro è uno spettacolo: boccali di birra ovunque, orchestrina che suona, migliaia di persone più o meno allegre. Beviamo, chiacchieriamo, cantano (loro) e ridiamo. La tradizione vorrebbe che si restasse più a lungo a bere nel medesimo tendone, ma noi abbiamo un solo giorno e siamo curiosi, soprattutto della zona “old Oktoberfest”, un’area particolare ad accesso a pagamento (poco, 3 euro, e se riesci a non strappare il braccialetto di carta che significa che hai pagato l’ingresso, puoi entrare anche nei giorni seguenti!) in cui giostre, tendoni, attrazioni sono quelle del passato. Riusciamo ad entrare nel tendone dell’Augustiner, la birra di Monaco preferita da Anna, assistiamo a diversi spettacoli, tra cui un concerto di corni alpini e campanacci da mucca, dei giochi di frusta, ma non riusciamo a bere né mangiare nulla a causa della ressa, con mio enorme dolore, che osservo sbavando enormi stinchi che vengono serviti ai tavoli circostanti.


 


Un paio di giri sulle giostre più agée e sullo scivolo e siamo pronti a tornare in campeggio, dove il povero Uran era rimasto ad attenderci, ronfando clamorosamente, nel van.
Ultima birra e cena nel piccolo tendone del campeggio, ancora canti e chiacchiere in libertà, anche con vicini sconosciuti e piuttosto bizzarri e purtroppo anche il sabato finisce e il giorno dopo si torna a casa.




In definitiva l’esperienza è assolutamente da fare almeno una volta nella vita, magari più in giovane età. Se si ha l’occasione, molto meglio i giorni infrasettimanali rispetto al weekend, in cui il rischio di non entrare nei tendoni è elevato. In compagnia di amici tedeschi - se si ha la fortuna di averne - si gode della festa al suo meglio, perché ovviamente è davvero scritta nel loro DNA, noi proviamo a godercela ma non la potremo mai vivere come la vivono loro. Un altro aspetto davvero bello, in proposito, è l’orgoglio con cui ragazzi e ragazze, ma anche persone più adulte, sfoggiano gli abiti caratteristici: girare per Monaco e vedere tutti coi calzoncini di pelle bavaresi e gli splendidi abiti femminili è uno spettacolo nello spettacolo.

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