domenica 6 gennaio 2019

#iviaggidivanesio vol. 2: post-Natale a Madrid

Il primo viaggio serio di Vanesio è di quelli veramente impegnativi: rotta verso Madrid! Alcuni anni or sono, in epoca pre-Uran avevamo acquistato biglietti aerei e prenotato un albergo per la capitale spagnola per un ponte del 7-8 dicembre ma poi (quando si dice la fortuna...) c’era stato un mostruoso sciopero dei controllori di volo, piloti, personale aeroportuale e compagnia cantante e il nostro viaggio era saltato. Da allora abbiamo conservato il desiderio di andare a vedere dal vivo Guernica e tutto Goya (i miei 25 lettori possono per loro fortuna solo immaginare la mia imitazione del Mayo desnudo...) e così eccoci pronti alla partenza!

27 dicembre
Dopo i due giorni della pappa (25 e 26 dai rispettivi genitori in una maratona mangereccia di grande soddisfazione, che peraltro ha lasciato in eredità al nostro frigo a pozzetto scorte alimentari che ci consentiranno di sopravvivere...anche a un inverno nucleare!), ci mettiamo in marcia il 27 dicembre nel tardo pomeriggio. I km previsti sono 1600, ne facciamo poco più di 600 arrivando a Montpellier nella notte. L’autogrill francese (sempre molto belli e attrezzati, in generale, con bagni abbastanza pessimi nel caso specifico) ci accoglie ma soprattutto ci ristora con un oggetto che non avevo mai avuto il piacere (?) di vedere: la zuppa da macchinetta del caffè. Avete presente i distributori automatici di caffè? Ecco nell’autogrill di Montpellier potete trovarne uno che anziché erogare caffè...eroga zuppe! Potete qui ammirare la foto di una fantastica potage aux poireaux e una aux 8 legumes in atmosfera natalizia!

In realtà il sapore era meno peggio di quanto temessimo, e ci ha mandato a dormire con qualcosa di caldo nello stomaco, considerati i 2 gradi esterni...ma noi non temiamo nulla: non alzando il tetto e accendendo la fiammatina su 18 gradi si dorme come infanti!

28 dicembre
Al mattino, dopo la giusta dose di pain au chocolat (minimo 3) e un ottimo caffè non dell’autogrill francese, notoriamente da evitare come le peste, ma della nostra bialetti, si riparte. Road to Madrid! Il viaggio è lungo, e la tentazione di fermarci in Catalogna, dove troviamo 18 gradi è forte, ma alternandoci alla guida riusciamo ad arrivare in serata al camping Alpha, un luogo molto particolare, uscito direttamente dagli anni ‘40, ma tutto sommato pulito e comodo (c’è un autobus, il 447, che porta direttamente in città alla fermata della metro di Legazpi, lo sperimenteremo massicciamente nei giorni successivi). L’unico difetto sono i bagni non riscaldati, il che rende le soste tecniche ai box molto rapide. Inoltre manca l’acqua calda per i piatti, ma ovvieremo col vecchio trucco Jedi di lavare i piatti sotto la doccia, che è invece caldissima.

29 dicembre
Iniziamo il nostro tour di Madrid abbandonano il povero Uran su Vanesio (non si lamenta, invecchiando dorme parecchio...) e prendendo il mitico bus 447 che porta dal campeggio a Legazpi, quindi a una fermata della metro. Gli orari - che ci hanno consegnato gentilmente in campeggio - sono affidabili come le previsioni meteo a 15 giorni: praticamente andando alla fermata a caso si ha la stessa probabilità di beccare un autobus che si ha guardando gli orari. Facciamo la tessera turistica della metro, con 35 euro abbiamo la possibilità di prendere qualsiasi mezzo pubblico per 7 giorni. Tra l’altro la metro a Madrid funziona molto bene: va ovunque, è molto affidabile e ne arriva una dietro l’altra. Molto consigliata!
La prima tappa, approfittando di una giornata di sole stupenda e di un clima decisamente più mite di quello milanese (poi dice che gli spagnoli vivono molto la città, grazie, con 14 gradi a fine dicembre...) è il Parque del Retiro, che è stracolmo di persone che passeggiano, discutono, prendono il sole vicino allo stagno, o fanno un giretto in barca. Noi vogliamo vedere il Palacio de Cristal, un’incredibile struttura vittoriana in vetro e metallo, realizzata a fine 800. Oggi ospita mostre temporanee del Reina Sofia, ma la mostra che vediamo è dimenticabile, mentre la struttura in sé vale la visita. Giochi di luce e trasparenze, affascinante. Cercando di entrare scopriamo quello che sarà un leitmotiv di tutta la vacanza: Madrid è piena di gente, quindi la coda è all’ordine del giorno, in alcuni casi di proporzioni bibliche...
 
Attraversiamo il parco e andiamo a vedere il Caixa forum, una ex centrale elettrica che gli architetti Herzog & De Meuron hanno trasformato in uno spazio espositivo. Il rapporto tra l’architettura precedente, quella attuale e del complesso con la zona (ad altissima densità artistica) lascia a bocca aperta.



Ci spostiamo poi verso la Puerta del Sol, una delle piazze iconiche di Madrid, dove però siamo ancora vittime della folla: la statua dell’orso e del corbezzolo, uno dei simboli della città, si vede a malapena, nascosta dal delirio di gente. Tentiamo di spostarci verso la storica Chocolateria San Gines, ma anche qui è letteralmente impossibile entrare...ci consoliamo molto degnamente assaggiando i nostri primi churros con chocolate alla churreria Las Farolas, poco distante. Molto buono, soprattutto la cioccolata, che è molto densa, come la faceva la nonna Santina...Anna prende invece un gigantesco churro ripieno di crema de leche, golosissimo!


Mentre scende la sera (e la temperatura, c’è una notevole escursione termica), proviamo a vedere se sia possibile entrare gratuitamente al Reina Sofia, che ogni sera, dalle 19 alle 21 offre l’ingresso a tutti i visitatori. La coda alle 18,30 fa il giro della piazza, ci sembra senza senso fare una fila mostruosa per poi poter stare dentro 10 minuti (se va bene, perché non saremmo entrati prima delle 20,30 ad occhio...)
Ovvieremo facendo la tessera Paseo del Arte, che per 27 euro permette di visitare i tre grandi musei di Madrid: Prado, Reina Sofia e Thyssen-Bornemisza.



Per non concludere la giornata senza una nuova dose di bellezza, andiamo a vedere il Temple de Debod, un meraviglioso e conservatissimo tempio egizio che è stato donato alla Spagna per evitare che venisse distrutto durante la costruzione della diga di Assuan. Ora fa bella mostra di sé nel Parque del Oeste, purtroppo la visita dell’interno non era possibile in questo periodo causa lavori. Ma già vederlo da fuori fa venire voglia (eccome!) di andare in Egitto. Prima di tornare in campeggio, passeggiamo nella Gran Via e facciamo un po’ di spese (anche entrando nel girone infernale di Primark, nel delirio più assoluto) e scopriamo la nostra nuova droga ufficiale, la bottiglia di Gazpacho fresco che vende El Corte Ingles. Se all’andata il 447 non ha pesato, al ritorno, dopo 15 km di passeggiata appare come un incubo e così ci imborghesiamo e prendiamo un comodo taxi da Legazpi. Uran ci aspettava bello e dormiente, ci festeggia, passeggiatina e cena in camper. Che giornata, che città!

30 dicembre
Una delle cose imparate ieri è che le distanze a Madrid sono mostruose: la città soffre di monumentalità e anche tre fermate di metro possono corrispondere a mezzora di cammino...così la passeggiata in giro per la città risulta sempre piacevole ma abbastanza massacrante. Oggi giornata dedicata ai musei: passeggiamo verso il Thyssen-Bornemisza e ci dedichiamo alla visita di questa notevole collezione. Non ci sono capolavori, è vero, ma l’intero museo è molto piacevole: per ogni artista c’è un quasi-capolavoro. E la collezione è molto ben organizzata, il che non guasta, soprattutto se lo si confronta col museo che visitiamo subito dopo ovvero il Reina Sofia. Iniziamo col dire che l’edificio è stato restaurato in maniera meravigliosa, con grandi ascensori di vetro in facciata che lo valorizzano. Continuiamo col dire che è un museo che di fatto regge su un unico capolavoro (e che capolavoro!): Guernica. Per il resto...diciamo che non è esattamente indimenticabile. Infine la disorganizzazione regna sovrana: alla domenica l’ingresso è gratuito, il che significa code sesquipedali. Immaginavo che, avendo il biglietto del Paseo del Arte (pagato) tale coda si potesse evitare. Non è cosi e solo la nostra capacità di rompere le scatole e la disponibilità di uno dei ragazzi all’ingresso (dopo che due ci avevano già detto di no) ci fa evitare la coda per entrare. Il museo è organizzato per collezioni e non con un criterio cronologico o per autore, il che lo rende di difficile fruizione...ma Guernica è da sindrome di Stoccolma, incredibile, iconico, commuovente. Uno spettacolo indimenticabile!

 
Due musei in una mezza giornata stroncherebbero chiunque: usciamo con una fame da lupi e per fortuna ci imbattiamo in una vera e propria istituzione spagnola, che già avevamo sperimentato a Barcellona (e che ha aperto anche a Milano, ma non l’ho mai provato “a casa”): 100 montaditos. Il montadito è un microscopico panino imbottito, e come dice il nome ne hanno 100 tipi diversi. Costo bassissimo (la domenica tra l’altro ogni montadito costa solo un euro) e grande soddisfazione perché i paninetti sono ottimi e ben riempiti (per sfamarsi ne occorrono da 4 a 6 a testa, a seconda di quanta fame si ha). Li accompagniamo, anche se è inverno, con una tipica bevanda estiva, il tinto de verano, cugino povero della sangria, piacevole da bere in una giornata d’estate (verano, in spagnolo)...ma che ha il suo perché anche in una giornata invernale da 16 gradi!
 
Per concludere la giornata visitiamo (da fuori, non siamo pronti per più di 2000 stanze...) il Palacio Real e la Cattedrale di Almudena che lo affianca. Cattedrale deludente, con l’esclusione della cripta, piuttosto curiosa, con tantissime colonne (ma è una cripta recente, non un sotterraneo medievale!). Nota interessante: per la prima volta in vita mia vedo due messe in contemporanea su due piani (una nella Cattedrale e l’altra nella cripta, nello stesso momento!) e l’utilizzo delle slide durante la messa! Nella navata sono disposti alcuni schermi che proiettano immagini durante la funzione. Mah...

31 dicembre
Non sapendo come sia la situazione botti di capodanno in Spagna, decidiamo per un‘escursione mattutina che si concluda nel primo pomeriggio, in maniera da tornare prima di sera in campeggio e fare sostegno psicologico al povero cane nero Uran in caso di effetto “festa di piedigrotta” (in realtà Uran non ha nessun timore dei fuochi d’artificio e il campeggio è in un non-luogo a Getafe in mezzo a enormi capannoni industriali, quindi senza persone che possano sparare petardi, ma non si sa mai e soprattutto Anna ha invece molta paura dei botti e ama usare la scusa di Uran...).

 
Vincendo la mia paura dell’altezza o meglio assecondando il mio rapporto ambivalente odi-et-amo per il genere, sperimentiamo il Teleferico, una funivia che va dal Parque del Oeste a Casa de Campo, una piccola altura che sorge su questo enorme parco cittadino. Si tratta di una gita simpatica che permette di vedere una zona di Madrid dall’alto, in particolare la zona del Palacio Real. Una volta arrivati in cima si possono fare delle passeggiate, c’è uno zoo e un gigantesco parco di divertimenti, ma noi vista la lunga coda che osserviamo dal Teferico optiamo per una soluzione un po’ folle: restiamo in cabina e torniamo immediatamente!
Ci rechiamo poi nella zona più moderna di Madrid, ovvero il Paseo de la Castellana, dove sono concentrati alcuni interessanti grattacieli moderni, molto belli e fotogenici. I più particolari sono le Torri di Kio, due grattacieli fortemente inclinati (di ben 14 gradi!) che convergono verso il centro della strada. Impressionanti! Prima di fare ritorno in campeggio, per il cenone su Vanesio, tappa obbligata al Corte Ingles per il gazpacho, da cui siamo oramai totalmente dipendenti.
La giornata di sole è piacevole, Getafe ha lunghe strade diritte...decido di farmi i miei bravi 5 km di corsa, che risultano particolarmente complessi dopo tre giorni in cui camminiamo in media più di 10 km al giorno...ma che soddisfazione!
La serata è molto tranquilla, con fatica arriviamo alla mezzanotte, un vero capodanno degli eccessi!

1 gennaio
Approfittando della giornata in cui tutte le attrazioni di Madrid sono chiuse, decidiamo per una gita fuori porta: Toledo!
 
Parcheggiamo in un comodo parcheggio gratuito ai piedi della città, per poi salire utilizzando le scale mobili. Toledo è un gioiello, in cui architetture e luoghi di culto delle tre religioni monoteiste convivono fianco a fianco, perfettamente integrate. Purtroppo chiese, moschee e sinagoghe sono chiuse per il capodanno, ma vale comunque la pena di ammirarle dall’esterno. La cittadina è piccola e tutta in salita, con dettagli architettonici tutti da ammirare, gironzolando a piedi, anche grazie alla giornata di sole caldo. La scoperta gastronomica di oggi è la tortilla magra, ovvero una tortilla (frittata) con patate e pezzi di prosciutto, con cui viene farcito un panino clamoroso (bocadillo): delizioso!
Siccome il giorno seguente pianifichiamo di visitare Aranjuez, decidiamo di dormire direttamente là, scoprendo una campeggio (International camping de Aranjuez) che fa schizzare molto in alto l’isolinometro, ovvero il nostro misuratore di qualità dei campeggi, che usa come benchmark il camping Isolino di Verbania. Passare dal camping Alpha di Getafe a questo è una grande gioia, in particolare per i bagni con riscaldamento che va a manetta e la presenza, vezzosissima, di musica in bagno e ai lavapiatti che consente di fare i propri bisogni al ritmo di Macarena e lavare le stoviglie canticchiando gli Aerosmith (cose realmente accadute!)

2 gennaio
Se Madrid è enorme perché monumentale, Aranjuez non è da meno: le distanze da colmare a piedi sono...significative! Il campeggio sorge sulla riva del fiume Tago, seguendo il quale si può arrivare al Palacio Real, la principale attrattiva della zona, in circa 15-20 minuti. A meno che si decida di seguire il Tago nella direzione sbagliata, ovvero verso la casa del Labrador, una sorta di dependance del palazzo reale che sorge in mezzo al giardino del Principe, accorgendosene dopo 20 minuiti di passeggiata (mea culpa, lo confesso!).
 
Arrivati (già stravolti) al Palazzo lo visitiamo: sicuramente molto piacevole per un appassionato di sette-ottocento e di monarchia spagnola...molto meno per noi, che completiamo la visita in maniera rapida, ben felici di essere scampati a quello di Madrid, che è 10 volte tanto! A questo punto mancano 40 minuti alla visita prenotata alla casa del Labrador (solo visite guidate, da prenotare in anticipo, noi avevamo preso i biglietti via Internet la sera prima): la passeggiatina nei giardini per arrivare dura poco meno. La guida che ci conduce è una signora molto severa e chiaramente ultra-monarchica che ci spiega con dovizia di particolari (peraltro solo in spagnolo, meno male che tra noi latini ci capiamo, non oso immaginare un olandese o un tedesco...) ogni singola stanza di questa casupola, dove si entra solo dopo aver indossato soprascarpe usa e getta come quelle che fanno indossare in reparti sensibili degli ospedali. La casa serviva ai reali per stare più rilassati rispetto all’etichetta che vigeva a corte ed è un susseguirsi di stanzette dove chiacchierare, giocare (c’è un biliardo) e mangiare. Non sono previste stanze da letto, perché veniva usata solo in giornata. Un altro posto bizzarro...con oggetti stravaganti (un tavolo di malachite, tantissimi orologi, carillon o macchine musicali, pezzi di mosaico depredati da ville romane e inseriti nei pavimenti, restauri dubbi, ecc...)
Noi e gli altri 4 ragazzi che hanno fatto la visita assieme a noi restiamo incuriositi da un orologio meccanico alto quanto una persona, che appare complicato e affascinante di cui la nostra lady di ferro ci dice meraviglie e chiediamo se sia funzionante. “Ovviamente”, ci risponde, ma è altrettanto ovviamente spento. “Ma c’è un video che lo mostra in funzione?” chiede uno dei nostri compagni di visita, ricevendo come risposta un seccatissimo “No! Non si possono fare foto o video qui dentro”. Guai a dubitare dei reali di Spagna!
Tornati in campeggio, decidiamo che il sole che splende ci obbliga a pranzare all’aperto: montiamo il nostro tavolino e ci facciamo una bella pasta asciutta da mangiare en plein air! A questo punto succede il dramma: il campeggio è molto popolato di gatti e Uran inizia a dare di matto (forse anche un po’ stanco di aspettarci in camper durante il giorno?). E siccome quando Anna e Uran litigano, quello che ci rimette è sempre il vostro adorato cronista, decido di stroncare per benino il nostro canide costringendolo a una bella passeggiatina di 10 km nel parco reale (notare la foto in cui lo si vede dimenarsi in una real aiuola)



L’effetto è quello sperato, torniamo a casa ben stravolti (io a fine giornata avrò percorso 22 km!), ma soprattutto carichi di empanadillas al tonno, recuperate in una panetteria in centro, che allietano la nostra serata! Invece per Uran oltre al danno la beffa: la sua pappa è sparita, causa ospiti non previsti, invitati da Anna in nostra assenza, quando il cane non c’è i gatti ballano!




Decidiamo di restare ancora ad Aranjuez: a mezz’ora a piedi dal campeggio c’è la stazione dei treni, con la linea c-3 che prevede corse molto frequenti (una ogni 15-20 minuti) che arrivano in mezz’ora direttamente a Puerta del Sol.
Eccoci quindi al prezioso consiglio se si vuole andare a Madrid in inverno e campeggiare (in camper, roulotte o per i più coraggiosi in tenda - occhio che di giorno fa caldo, ma la notte va sotto zero): mi sento di consigliare il campeggio ad Aranjuez. Si arriva in città in poco più tempo che da Getafe, ma con un unico mezzo, e il campeggio è infinitamente più confortevole e piacevole.

3 gennaio
Manca un solo museo dei tre compresi nel Paseo del Arte...e che museo! Il Prado ci attende, con le sue meraviglie! La linea c-3 ci lascia ad Atocha e da lì si passeggia fino al Prado. Come altri megamusei la sola struttura fa impressione, con questo palazzo enorme e il suo contenuto impressionante di opere d’arte. La piantina poi, con tutte le sale, toglie il fiato...ma la bellezza chiama e il suo richiamo è irresistibile: lo visitiamo da capo a piedi, godendoci i capolavori di cui è ricolmo. Io finalmente vedo dal vivo la Maya desnuda, che da tantissimo tempo desideravo ammirare, Anna resta affascinata da Las Meninas, che dal vivo ha una potenza espressiva inattesa. A mio avviso però la massima vetta si tocca con 3 maggio 1808: le fucilazioni alla Montaña del Principe Pio di Goya, che mi lascia davvero a bocca spalancata.
Se si ama questo autore, il Prado è un vero paradiso, perché permette di comprenderlo nel suo complesso (purtroppo sempre ordinato per collezioni e non cronologicamente), dalle opere giovanili a quelle ufficiali, da quelle private fino alla sua pittura negra. Inoltre anche la collezione di arte fiamminga è di livello altissimo, ricca e completa.
 
Detto questo, la visita nel suo complesso ci lascia con la lingua penzoloni: meraviglioso sì, ma anche un vero tour de force! Per riprenderci seguiamo un consiglio della guida del Touring e andiamo a pranzo in uno dei luoghi prediletti da Hemingway: la Cerveceria Alemana dove un buon bicchiere di rioja, qualche tapas e un bocadillo ci danno conforto. Per salutare Madrid, prima di iniziare il lungo viaggio di rientro che durerà i giorni seguenti, rifacciamo visita alla Puerta del Sol e facciamo ciao-ciao alla statua dell’orso e del corbezzolo.

Qualche considerazione conclusiva
In definitiva la scelta di venire a Madrid nelle vacanze di Natale si è rivelata vincente: il clima è molto più mite che a Milano, nonostante la forte escursione termica tra giorno e notte, la città è meravigliosa e vivace e i giorni a disposizione non possono essere, per una visita degna di questo nome, meno di 5-6, anche a causa delle grandi distanze. Con Vanesio è stato grande godimento, il nostro riscaldatore Eberspracher ci ha garantito notti al calduccio e piano piano iniziamo a capire come funziona la vacanza in van, prendendoci la mano. La scoperta pratica vincente della vacanza è stata la piastra a induzione Ikea che Anna mi ha regalato (https://www.ikea.com/it/it/catalog/products/00331627/), una vera bomba per abbreviare al massimo i tempi di cottura e per risparmiare sulla bombola del gas (grazie, sorella, anche per le pentole adatte!). Ovviamente funziona solo quando si va in campeggio e si utilizza la corrente elettrica, ma è davvero rivoluzionaria e fa molto glamping, campeggio di lusso e glamorous verso cui, invecchiando e imborghesendoci, viriamo sempre di più!
Il viaggio è molto lungo, ovviamente, ma col van quando si è stanchi si può sostare e dormire in maniera molto rapida, inoltre rispetto alla macchina, che quando è stracarica (ovvero sempre, in vacanza) rende complesso fare il cambio guida, con Vanesio è sempre possibile scambiarsi di posto evitando che uno dei due si debba sobbarcare troppe ore di guida. Ah, una scoperta non piacevole è che il van è molto sensibile al vento: in Francia abbiamo incontrato zone di vento forte e si è ballato parecchio; credo che col tempo prenderemo la mano, ma in ogni caso andando pianino si può ovviare al problema, ovviamente.
Mentre scrivo queste righe stiamo tornando a casa...e il mio unico pensiero è: dove e quando sarà il prossimo viaggio di Vanesio?
Per ora godiamoci questo e...
¡Hala Madrid!

Qualche foto del tour qui:




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