martedì 26 settembre 2017

Pulvis et umbra - Antonio Manzini

Sempre eccezionale!

Oramai Rocco Schiavone è diventato un personaggio complesso e completo, così come i colleghi che lo circondano. La sua sta diventando una saga in piena regola, e noi fan andiamo in crisi d'astinenza un minuto dopo aver finito (divorandolo) ogni nuovo capitolo. Aggiungiamo che Manzini sembra migliorare nella sua scrittura ad ogni nuovo libro - in particolare le prime 100-150 pagine di Pulvis et umbra sono estremamente curate sotto questo profilo - e il quadro è completo. Rocco! Rocco! Rocco!!!
5 stelle, senza se e senza ma e una notte di lettura (ogni notte d'amore, eccetera eccetera...)

giovedì 21 settembre 2017

Erasmus tardivo a Stoccolma: Day 5

Un'altra giornata di duro lavoro in quel di Stoccolma per il vostro manager didattico preferito: oggi ho incontrato tre persone davvero super appassionate del proprio lavoro di docenti e convinte di potere e dovere fare qualcosa per migliorare ulteriormente. La cosa comica, in un certo senso, è che sono persone che fanno già didattica in maniera nuova e straordinario quelli convinti che si possa fare meglio, ma tant'è, sappiamo tutti che convincere i dinosauri ad evolvere è un problema insormontabile...
Il primo docente con cui ho parlato è un prof. di structural mechanics, che mi ha portato a visitare il suo laboratorio, in cui convivono ricerca su oggetti di ferro giganteschi con quelli sulla carta o - ancora più pazzesco - sulle strutture biologiche. Ad esempio fanno esperimenti per capire quanto sia possibile per un'arteria contorcersi o stirarsi prima di rompersi. Pazzesco. Il nostro interpreta il suo lavoro di docente in maniera molto flipped e ogni anno sciocca i suoi studenti dicendo che se non parteciperanno in maniera attiva, lui avrà pochissimo da insegnare loro. Poi li stimola a proporre problemi complessi che si traducono poi in prototipi (che vengono poi proposti a aziende!) o in modelli matematici ottimizzati. Ovviamente il problema è la scalabilità: il corso funziona con 20-25 studenti, ma quest'anno ne avrà 45 ed è un po' preoccupato. Mi ha promesso che mi fa sapere.
Ho poi parlato con una prof. di matematica che mi ha descritto un'idea pazzesca che si chiama OpenEntrance. In pratica la sua idea è che quando uno studente delle superiori arriva all'università non sa quasi nulla delle materie che studierà, quindi non è pronto a fare una scelta consapevole sul tipo di ingegneria che vorrà studiare. OpenEntrance permette di avere un primo anno molto di base, che pospone la scelta al secondo anno. Un'idea pazzesca nella sua semplicità ma secondo me geniale. Devo raccontarla bene anche da noi, perché secondo me ha davvero molto potenziale.
Infine, dopo un pranzo in una vecchia stazione adattata a ristorante che sembrava arrivare direttamente dagli anni 40 senza aver subito la modernità (dove ho mangiato una zuppa di piselli e purscell che è un piatto tradizionale, che i nonni svedesi mangiano una volta alla settimana (al giovedì! Come giovedì gnocchi da noi!) davvero molto buona) ho incontrato un uomo davvero straordinario, che si occupa di Education engineering.

Un incontro illuminante! In pratica lui si occupa da un lato di formazione allo staff di docenti (n.d.A. per diventare associato devi spararti 15 cfu di education da queste parti, non so se rendo l'idea) e dall'altro di lavorare direttamente con gli studenti per trovare strategie più efficienti di insegnamento/apprendimento. Abbiamo disegnato assieme alla lavagna e discusso per un'ora e mezza, è stato davvero super. Qui sotto il risultato della discussione...

Poi le colleghe del KTH (eccezionali, non le ringrazierò mai a sufficienza per l'incredibile ospitalità che mi hanno riservato) mi hanno fatto la sorpresa di organizzare una cena tutti assieme per me... in un ristorante italiano. Ho così provato la pizza di Stoccolma. Sorvoliamo (una sola parola: finocchi), però il locale era stupendo, vicinissimo alla City Hall, proprio a bordo acqua, con una vista spettacolare.

Ah un'altra cosa importante. Ieri sera ho cenato da Herman's che è un buffet vegetariano a Sodermalm. Ecco, se sei finito per caso su queste pagine e stai cercando un posto dove andare a mangiare a Stoccolma senza farti derubare e mangiando davvero bene segnati questo indirizzo: Herman's. Di solito non amo (non più) gli all-you-can-eat, ma il vegetariano in questione ha fatto eccezione. Qualitativamente delizioso, collocato splendidamente a picco sul mare, staff gentilissimo e cibo a volontà. Davvero buono: metà delle cose che ho mangiato non ho capito cosa fossero, ma erano eccellenti. Per la modica cifra di 20 euro + 6 euro per una birretta. Cifra che a Stoccolma è davvero estremamente bassa. Segnatevelo!



mercoledì 20 settembre 2017

Erasmus tardivo a Stoccolma: Days 3 and 4

Ed eccoci alle note di giornata del terzo giorno e del quarto a Stoccolma. In questi due giorni il lavoro coi colleghi del KTH è entrato nel vivo, motivo per cui stasera sono letteralmente sfinito. Giornate lunghe, impiegate a discutere con varie persone in inglese e devo confessare che la faccenda mi stanca molto, arrivo a sera sfinito. Contento, ma sfinito!
Ieri mattina tour del campus: l'area che occupa è grande quanto Gamla Stan, la città vecchia di Stoccolma. Quindi molto grande! Grazie ai miei ospiti sono potuto anche salire sulla torre dell’orologio che accoglie gli studenti all’ingresso (che che suona ogni ora per i cambi di lezione), vista dall’alto incredibile su tutta la città!

Poi ho incontrato il coordinatore di un corso di studi, un docente super innovatore che sta cercando di flippare un’intera scuola di ingegneria, il team che si occupa degli studenti con disabilità e una docente che si occupa di laboratori didattici di acustica e controllo delle vibrazioni. Ho visitato una stanza senza eco (incredibile, faticavo a sentire la voce di una persona a due metri da me!) e chiacchierato, chiacchierato, chiacchierato!

Oggi ho conosciuto la persona che si occupa di studenti in scambio internazionale, un docente che ha conosciuto personalmente Eric Mazour (idea super interessante: mandare docenti interessati a Stanford, o al MIT a conoscere alcuni guru della didattica innovativa: al KTH lo fanno, e chi visita questi luoghi torna con un entusiasmo senza uguali!), un ex astronauta (vero davvero! uno che è stato due volte nello spazio, e adesso insegna life support systems per space engineering ed è autore del primo mooc realizzato dal KTH) e un docente di robotica, che oltre ad avermi fatto visitare il suo laboratorio e presentarmi i suoi robot, mi ha raccontato alcune cose incredibili su un suo progetto di didattica progettuale.

Cose che ho imparato (in ordine sparso):
- la flipped classroom non ha bisogno per forza di video e di tecnologia. Come ben sa chi ha studiato in facoltà umanistiche, funziona ottimamente coi libri
- Ho visto un sistema di elearning basato sui video con un bellissimo pulsante “i’m confused”, che traccia il momento del video in cui uno studente lo preme e permette perciò - su base statistica (quanti studenti lo hanno premuto durante un certo argomento) - di capire quali parti delle video-lezioni siano chiare e quali no
- le nostre MSc sono molto teoriche, mentre quelle USA e estremo-orientali sono più con un taglio pratico e di ricerca. Questo significa che i nostri laureati sono sì più preparati, ma meno pronti al lavoro di ricerca. Questo perché noi pensiamo al 3+2 = 5 + eventualmente un dottorato, mentre altrove pensano al 3 e poi a un 2+3 per chi è interessato alla ricerca. Un punto di vista che mi ha molto colpito e affascinato
- nello spazio è molto facile perdere l’udito o comunque subire una drastica riduzione dello stesso
- gli astronauti hanno il telefono che squilla in continuazione (e chi ti chiama può essere per esempio il console russo in Svezia, giuro, mica zio Paperino)
- quando sei in una situazione come quella dell’Erasmus STT e qualcuno bada a te, è una cosa commuovente
- Eduroam è davvero una delle invenzioni più meravigliose che l’uomo abbia realizzato. Home is where the wi-fi is, e con Eduroam ciò significa ovunque ci sia un’università, un’ente di ricerca, una scuola evoluta…

Altre cose buffe accadute in questi giorni, di cui vi voglio parlare:
- vi confermo che Stoccolma è stupenda, ha alcuni scorci davvero sconcertanti per bellezza, però è freddissima (grazie maglione nuovo comprato appositamente!) e davvero il posto più caro della terra.
- oggi a colazione ho assaggiato, all’età di 42 anni, le uova bénedict. Se ami i peanuts capisci perché la cosa mi abbia emozionato così tanto. Ciò detto, due uova bénedict col salmone e un caffè 15 euro. Roba da chiamare i vigili!
- le polpettine svedesi che si mangiano all'Ikea (che lì sono orribili, diciamoci la verità) nella versione da ristorante un po' à la page di Stoccolma sono decisamente meglio. Buone sarebbe una parola grossa, ma decisamente meglio sì.

- in 4 giorni che sono qui, non ho ancora visto una corona svedese. Nessuno usa il denaro contante, si paga solo con carta di credito. CI sono un sacco di posti cashless, dove è vietato pagare in contanti. Sconcertante, comodissimo, ma pensate che caos se va via la corrente o ti si smagnetizza la carta! Le colleghe mi dicevano che anche le banche sono cashless e se per qualche motivo hai bisogno di contanti, lo devi ordinare in anticipo!

lunedì 18 settembre 2017

Erasmus tardivo a Stoccolma: Day 2

Eccoci di ritorno dalla gelida Stoccolma per il secondo giorno da queste parti, il primo di lavoro. Iniziamo dal clima: mi sono fidato delle app di meteo che davano una temperatura oscillante attorno ai 12-15 gradi e mi sono portato vestiti di conseguenza (maglioncini di cotone, felpe...). Mal me ne incolse: forse la temperatura sarà anche quella, ma quando inizia a tirare vento (spesso) sembra di morire surgelati. Oggi ho approfittato per acquistare un meraviglioso maglione svedese in supersconto (chissà perché, è stupendo).

Ciò detto, stamattina mi sono svegliato all'alba, in tempo per una bella corsetta cittadina (dove ho battuto tutti i miei record, sarà per il gelo che mi spingeva a correre forte?), la colazione del mio Generator Hostel (di cui poi vi parlerò) e via verso il KTH.
La struttura del KTH è notevolissima, con l'Entré tutta di design, moderna e insieme antica (il campus ha 100 anni, funzionale). I colleghi e le colleghe che ho incontrato oggi sono stati gentilissimi e super ospitali e mi hanno portato in giro per il campus per tutto il giorno e parlato, parlato, parlato (in inglese, ovvio: che fatica!).
Appena entri, il bar!

Esperienze come queste ti fanno capire quanto è meravigliosa l'unione europea e quanto sia incredibile il programma Erasmus, anche nella sua versione per tardivi. Alla fine è innegabile che i problemi che abbiamo sono gli stessi, fatta la tara alle specificità nazionali, e il mercato in cui ci troviamo a competere è sempre più lo stesso (anche se non invidio un eventuale studente del KTH: i prezzi svedesi per qualsiasi cosa sono un vero incubo).
Domani entreremo più nel dettaglio delle faccende che mi interessano (didattica innovativa), oggi è stata più una giornata introduttiva. Ah, nota interessante: alle 16 qualsiasi cosa succeda, l'università si svuota. La gente se ne va a casa ed è sempre così. Ho chiesto, mi hanno raccontato che loro magari guardano la mail anche da casa, ma il tempo libero è per loro sacro e non accettano di farselo ridurre. Alla fine i lavori (così dicono loro) sono calibrati per occuparti il giusto tempo e non per sovraccaricarti. Mi brillavano gli occhi mentre me lo raccontavano...
A quel punto ho fatto un po' di turismo, andando a Gamla Stan, la città vecchia, a vedere un po' di negozietti di design svedese (guardate il divano della foto, che ora abita nei miei sogni) e a comprare qualche souvenir. Così anche oggi siamo arrivati a quasi 20 km di passeggiata!



Ah dimenticavo! A pranzo ho mangiato una zuppa di pesce talmente buona che mi ha riconciliato con la cucina svedese. Mi sono segnato il posto: se venite a Stoccolma, si chiama Kajsas Fisk (http://kajsasfisk.se/), è aperto solo fino alle 18 ma è assolutamente da visitare!

Prima di salutare i miei 25 lettori, una nota di merito sul Generator Hostel. E' un ostello di nome, ma di fatto non lo è, rispetto alla nostra concezione di ostello, per lo meno: pulitissimo, bellissimo, curato, tutto di design...l'unica cosa la camera è condivisa. Io ho preso quella da 4, con il bagno privato (riservato a noi 4). Al momento siamo 3, quindi ancora meglio. La camera è molto bella e i letti a castello (io ho vinto quello di sopra...) solidi e comodissimi. Gli spazi comuni sono vivaci e colorati, c'è anche la cucina che inizia con la colazione (non a buffet, ma coi piatti preparati e sono piuttosto buoni) e poi fa anche pranzo e cena per prezzi super popolari (cioè, da noi sarebbero da ristorante di fascia media, ma qui sembrano miracolosi. Vi ho già detto che è tutto carissimo?).
Insomma, per una visita a Stoccolma, un indirizzo da non perdere. Ci sono anche camere doppie (un po' più care, è ovvio!)


domenica 17 settembre 2017

Erasmus tardivo a Stoccolma: Day 1

Come ho scritto stamattina dall'aereo, eccomi a Stoccolma per la mia settimana di Erasmus Staff Training. Arrivo al mattino all'alba, ovviamente essendo partito alle 6, al mio Generator Hostel (ebbene sì, sono in ostello e pure in camera condivisa - la borsa è piccola e la gente mormora!). C'è da dire che per essere un ostello il Generator è di una classe impressionante, tutto design, pareti colorate, poltrone comodissime... insomma, pezzente ma con stile.


Prima di arrivare scopro la magia dell'Arlanda express. Avete presente il Malpensa express? Ecco, non c'entra niente. L'Arlanda Express è un trenino giallo che collega l'aeroporto di Arlanda al centro cittadino, ma è veloce come un Frecciarossa. E infinitamente più comodo. E il wi-fi a bordo funziona anche a 300 all'ora (avevo il sospetto fosse il wi-fi frecciarossa a fare orrore di suo e non dipendesse dalla velocità del treno). Siccome le cose belle si pagano, costa uno sproposito, 28 euro one way, 56 A/R. Così capisci da subito come sono i prezzi locali, e non resti sorpreso all'arrivo in città. Ma torniamo al Generator. Bellissimo, tutti molto simpatici e supergiovani, ma ovviamente non disponibili a accogliermi nella mia stanza alle 9 del mattino. In compenso mi hanno fatto depositare la valigia in un comodo armadietto e ciò mi ha consentito di lanciarmi nella visita culturale della città.
Stoccolma è bellissima, lo sapevamo, ma quando arrivi ai canali (che sono giganteschi, dei veri e propri fiumi cittadini) ti stupisce. La domenica mattina non c'è in giro nessuno e mi sono potuto godere gli ampi spazi in santissima pace. A parte il dramma del freddo: nonostante i suggerimenti di Anna (santa donna!) ho fatto di testa mia vestendomi appena-più-pesante che a casa. Temo che nei prossimi giorni la stupidità di tale scelta verrà ulteriormente esplorata dal vostro eroe, male che vada avrò una scusa per fare shopping...



Mi dirigo verso la zona dei musei, passando solo per un attimo da Gamla Stan, la città vecchia. Voglio approfittare del mio giorno da turista al meglio. Prima tappa il Moderna museet, museo di arte moderna e contemporanea. All'ingresso un giardino delle sculture dove ti accolgie Calder, ma soprattutto una delle creazioni divertenti e allucinate di Niki de Saint-Phalle e Tinguely. Dentro la collezione, gratuita, ha poche opere ma di grande spessore, con Picasso, Magritte, Dalì, De Chirico, Balla, Matisse, Pollock...insomma, vale la visita - anche in considerazione del fatto che è totalmente gratuito, salvo le mostre temporanee.



Uscendo, sono oramai le 13, odo un languorino e un profumo non malvagio, decido così di provare il brunch del ristorante del museo. Tra l'altro il prezzo è invitante, per gli standard locali (24 euro per un buffet, ci può stare. A casa griderei allo scandalo). Iniziamo dalle cose positive: il salmone è ottimo sia nella versione tartare a cubettoni giganti sia nella versione alla griglia. Fine delle buone notizie, il resto è tanto bello quanto pessimo. Roba da denuncia per tortura. Ci sono verdure che ancora ancora si salvano ma sulla carne è meglio sorvolare. Anche il dolce, una specie di mousse au chocolat ci fa capire perché nessuno venga in Svezia alla ricerca delle meraviglie della gastronomia.


Ciò detto, con la panza piena di salmone, si ragiona meglio, al punto da decidere di andare al Vasa museet. E qui il nuovo psicodramma: il museo è a circa 70-100 metri in linea d'aria da me, lo vedo...ma c'è in mezzo un enorme corso d'acqua, poiché trovasi a Djurgården, mentre io sono a Skeppsholmen, ovvero un'altra isola. Chiedo a Google (che meraviglia il roaming europeo!) e scopro che dovrò fare un giro dell'oca per evitare l'acqua (o nuotare) mettendoci circa 35 minuti! E vabbé, gambe in spalla e via verso il Vasa!



La storia di questa incredibile nave da guerra, costruita nel 1628 è notevole nella sua sfiga e somiglia un po' a quella del Titanic: doveva essere la nave più spettacolare e potente della sua epoca, aveva a bordo 64 cannoni, era tutta istoriata, insomma doveva essere la punta di diamante della marina svedese, solo che il suo viaggio inaugurale è durato poco meno di un km, dopodiché si è inclinata e inabissata in pochissimi minuti. Le malelingue sostengono che la causa sia stata la volontà del Re Gustavo II Adolfo Vasa di ritoccare il progetto del galeone, interferendo continuamente nella sua costruzione (scopro che a chi chiedeva come mai fosse afondata un notabile di corte rispose "solo Dio...e il Re possono saperlo!"). Insomma, in ogni caso il Vasa cola a picco, e lì rimane per 300 anni e passa, fino a quando negli anni 60 viene ripescato con un sistema di carrucole e cavi di acciaio e portato alla luce: è uno spettacolo! Il museo a lui dedicato è ottimamente congegnato e permette di godersi l'esperienza al meglio, vedendo il Vasa da vicinissimo su più livelli, dalla chiglia alla bellissima parte posteriore istoriata di statue lignee..
A questo punto però il vostro reporter svedese - che ricordiamolo, è sveglio dalle 3,30 - inizia ad essere stanchino...e così sempre grazie a Google, scopre che l'ostello è mooooolto vicino, a soli tre km e mezzo. Arrivo stremato e decido di consegnare ai poteri queste breve righe, svenendo su un divanetto della hall. Domani inizia la parte lavorativa dell'Erasmus, sarà meglio riposare un po'! Per il primo giorno 15 km di passeggiatina possono essere sufficienti, che ne dite?

Erasmus tardivo a Stoccolma

Per la seconda volta nella mia vita, in un impeto di giovanilismo, ho deciso di partecipare a un bando della mia università per un Erasmus Staff Training, per gli amici Erasmus tardivo. Feci già una esperienza consimile nel 2013 andando a scoprire la UCL a Londra (il racconto di quell'esperienza si trova qui: http://aldotorrebruno.blogspot.se/2013/09/london-calling-ovvero-erasmus-tardivo.html), stavolta scrivo questa nota su un aereo che mi porta a Stoccolma: passerò la prossima settimana al KTH, che è l'università svedese più simile al moltearti di Milano. La scelta è caduta sul KTH per una serie di motivi, che vanno dal molto serio al casuale. Partiamo da quelli molto seri: l'obiettivo era quello di verificare come realizzino didattica innovativa (uno degli obiettivi attuali del moltearti cui sto alacremente lavorando) in altre università - e il KTH, da una mia indagine è risultata una delle realtà più all'avanguardia. Sarà vero? Lo scopriremo in settimana! I motivi di opportunità risiedono invece nel fatto che lo scorso anno tre simpatiche sciure provenienti dal KTH sono venute a fare il loro Erasmus tardivo da noi e e avevo intrattenute per un paio di pomeriggi, mostrando loro l'eccitante vita professionale di un manager didattico e soprattutto prodigandomi in consigli su dove andare a godere della cucina italiana. E così quando cercavo qualcuno che potesse accogliermi  (non è banale: nel delirio lavorativo che caratterizza le nostre vite a tutte le latitudini, lasciare da parte il proprio tran tran per badare a un rompiscatole che vuole sapere tutto del tuo lavoro può facimente essere visto come una clamorosa perdita di tempo, anche perché - lo so per esperienza personale - le cose che devi fare restano lì ad accumularsi e a minacciarti dalla tua scrivania fisica o virtuale che sia...) e stato  facile proporre di ricambiare la visita.
Ed ecco quindi come nasce questo piccolo diario: nelle mie intenzioni (se ci riuscirò!) vuole essere un racconto di questa esperienza che sarà sicuramente emozionante e formativa.

Il primo giorno è domenica e sarà dedicato al turismo: ho deciso di prendere un aereo follemente antelucano alle 6.20 da Malpensa - il che significa sveglia alle 3.30 - per avere un'intera giornata da dedicare alla visita della città. Se non mi addormenterò provandoci causa levataccia, nel qual caso la mia idea furbissima potrebbe rivelarsi il più classico dei boomerang reso anche più periglioso dal fatto che Stoccolma è una delle cinque-sei "Venezia del nord" ricca di canali in cui cascare.
Per adesso scrivo questa prima nota dall'aereo dopo un'ora e quaranta di sonno (o di tentativo di sonno visto che il mio vicino di posto sembra Mike Tyson per dimensioni e faccia cattiva, verificate voi stessi dalla foto, motivo per il quale non ho contestato il fatto che abbia occupato con le sue braccione il bracciolo che teoricamente avremmo dovuto condividere), sperando che sia sufficiente per non crollare camminando per Gamla Stan!