venerdì 30 ottobre 2015

Dance dance dance - Haruki Murakami

Un libro bellissimo di un autore mostruosamente bravo

Oramai il rapporto d'amorosi sensi tra me e Murakami è consolidato: non ci sono dubbi, quest'uomo è un genio e la sua scrittura (per quanto sicuramente distorta dalla traduzione da una lingua così lontana - anzi, complimenti vivissimi a chi traduce!) una gioia per gli occhi.
Il libro si snoda tutto nella zona liminale, come spesso accade con Murakami, tra realtà e non-realtà, dove con questo termine intendo una sorta di realtà spostata di poco rispetto alla realtà, come in un montaggio fatto col jump cut, capace di inquietarti proprio per il suo essere sottilissimamente differente dall'originale.
Il personaggio si muove tra questi piani e al lettore non resta che seguirlo, danzando con lui, senza fermare i propri passi, accettando che le cose vadano come devono andare e ci sia poco da fare per opporsi alla danza.
La capacità di creare collegamenti all'interno dei diversi piani di (ir)realtà rappresentano il viaggio del protagonista, ma anche un po' il nostro viaggio. La morte incombe in tutto il libro, la sua presenza generata dal fatto stesso che siamo vivi, ineluttabile ma non per questo più comprensibile.
Credo che di HM leggerò l'opera completa...
5 stelle, inutile dirlo!