giovedì 16 settembre 2010

Serata allo stadio

Posso essere nazionalpopolare, per una volta? Sono in autobus tornando dallo stadio, reduce da milan-auxerre 2-0.
Mentre ero li a tifare come faccio sin da bambino per il milan, ho capito - in tutt'altro ambito, è chiaro, e con tutt'altra ludicità - il tormento di vito mancuso.
Mi spiego: dopo la faraonica campagna acquisti - elettorale e le assurdità dette sulla partita di cesena (gli arbitri di sinistra...), ero in sincero imbarazzo a tifare col cuore. Perché comunque mentre io gioivo non potevo non pensare alla bieca mossa pre-elezioni di comprare ibra e robinho, ai proclami trionfalistici (nota dell'autore, che di calcio si picca di capirci qualcosa: l'auxerre visto stasera è a livello della squadra dell'oratorio di turate, chiunque altro avrebbe fatto 3 gol su altrettanti errori suicidi della difesa rossonera) sulla squadra all'attacco sempre e comunque, alle 4 punte schierate eccetera eccetera eccetera...
Beh, berlusconi passerà e il milan resterà. Però seppur in questo ambito giocoso e divertente, ho davvero sentito anche io - lacerante - la tensione tra cuore e intelletto.
Ah per concludere (parla il cuore): dopo 66 minuti in cui avrei voluto picchiare ibra con un martello, 2 gol in 3 minuti...che godimento pensando agli amici interisti!

mercoledì 8 settembre 2010

Nuova riflessione da tram (oggi: nazionalpopolare)

Sulla fiancata del 9 che prendo stamattina (come tutte le mattine a dire il vero) campeggia la pubblicità di sky che mostra il giocatore del milan Pato (sempre sia lodato, ma non certo un adone) e un suo alter ego, coi difetti accentuati, la maglia scolorita, un po' di pancia, i denti in fuori...insomma un tipico esemplare da campetto del mercoledì sera (da anni sera consacrata da me e un folto gruppo di controfigure di Pato - degli sfigati secondo la retorica pubblicitaria - al calcio giocato in prima persona).
Esistono altre versioni di questa pubblicità (una con Cambiasso, altro esempio non proprio di bellezza indimenticabile...) e il payoff recita qualcosa sul calcio più bello che è solo su sky.
Ora. Chi e malato di calcio come lo sono io, sa benissimo che tra una partita in tv e una partita al "santiago bernabeu" di origgio con gli amici non ci sono dubbi. Il calcio più bello, più vero non è certo quello di sky! È invece proprio quello dove degli sfigati quarantenni panzuti e senza capelli si divertono come bambini, litigano per un rigore (ovviamente non esiste arbitro, già si fatica a trovare i portieri!), si sfidano a chi la racconta più grossa ("a 20 anni me ne andavo sulla fascia con 4 difensori attaccati alla maglietta" è la mia preferita, grande Nicola).
Se a questa riflessione si aggiunge la notizia - che ho letto ieri su alcuni quotidiani - che il treviso (ok, serie b, ma sempre calcio professionistico e patinato) ha messo sui propri spalti deserti dei finti tifosi di calcio, è quasi naturale chiedersi quando inizieranno a mettere il rumore del tifo simulato come fanno in certi programmi tv in cui inseriscono finte risate di un pubblico finto. E allora in questo calcio sempre più entertainement, qual è il vero Pato? Quello che gioca a san siro (o meglio su sky) o quello con la maglia scolorita del campetto?

mercoledì 1 settembre 2010

Riflessione fatta sulla metro mentre torno a casa

Mentre torno a casa dopo il mio devastante secondo giorno di lavoro, sbircio come spesso faccio il giornale della vicina. È un magazine (ma non riesco a vederne il titolo) e lei sta leggendo con passione un articolo su una signora che pensava di non poter avere figli e invece ne ha 5. Era avvocato ed ora fa - così recita l'articolo - la supermamma. E la supermamma in questione afferma "meglio la mia tribù della carriera".
Fine del caso concreto, inizio della riflessione di aldo.
Mi è venuto in mente che questo genere di formule, abusato a non finire sui media, è sempre mendace. Voglio dire, pensate al film sliding doors. Solo noi spettatori vediamo la vita1 e la vita2 (che ovviamente è non-vita1 per il principio di non contraddizione) della protagonista. Così la supermamma in questione può dire "non rimpiango di non aver fatto carriera perché sono felice così", ma non ha senso che invece dice, come se le avesse sperimentate entrambe, "meglio la vita1 che la vita2" perché lei in realtà ha fatto esperienza solo della vita1. Si può dare un giudizio di valore sulla propria vita confrontando quella reale con una ipotetica? Secondo me no, si può fare su molte altre cose (per esempio, come dicevo a mia sorella Anna al mare, non ho bisogno di leggere la mazzantini per sapere che non la voglio leggere) ma sulla viva che stiamo vivendo no.

Sono tornato! E il seguito della e-bici

Eh già, le vacanze sono belle, ma purtroppo finiscono. Quante volte, in questi due primi giorni avrò ripetuto questa frase? Molte, ma il dolore rimane vivo ogni volta che la pronuncio!
Quest'anno temevo vacanze micidiali: i miei genitori sono in Brasile e io e Anna, già attesi alla prova della prima vacanza canina con Uran, ci siamo ritrovati con anche la Susi (sorellina di Uran, cane dei miei, nella foto qui sotto fanno il bagno nelle gelide acque del fiume Verde a Fara San Martino, tappa obbligata per l'acquisto massiccio di pasta Del Verde).

Io ero terrorizzato: in primo luogo temevo che avremmo litigato quotidianamente per cause canine, in secondo luogo paventavo la vacanza cane-dipendente. Fortunatamente le cose sono invece andate molto bene: ci siamo stravolti fisicamente (reggere il ritmo di due bestie indiavolate di un anno che adorano fare il bagno nel mare e vorrebbero essere portate in acqua dalle 10 alle 15 volte al giorno non è facilissimo) ma molto divertiti. Anche in campeggio le cose sono andate bene: loro stavano legati davanti alla roulotte, e non hanno mai dato fastidio (tranne per un periodo tremendo in cui Uran, giovane cane adolescente ha scoperto dell'esistenza del calore delle femmine e lì furono pianti e stridore di denti...) ai vicini. Molto bene. Per il resto, ovviamente mi è mancata la vacanza avventurosa, lo scoprire cose nuove, ma mi sono goduto (da vecchietto quale sono) il mare, il sole, la lettura (ottima e abbondante), la cucina abruzzese (sempre meravigliosa) e mi sono fatto un paio di gite in cantine davvero interessanti. A tal proposito: imperdibile Il feuduccio, dove abbiamo visitato le cantine, i vigneti, degustato vini incantevoli - tra cui un montepulciano passito di una bontà non descrivibile a parole - e speso una cospicua quota del budget estivo! Mi sono poi goduto la compagnia degli amici, ovviamente, e grandi partite a tennis con Roberto l'aquilano (novità dell'estate 2010: l'ho sempre battuto!). E sono stato un mese totalmente tagliato fuori, niente internet, niente computer (lo abbiamo portato, ma solo per vedere i film la sera - attività che peraltro abbiamo fatto solo un paio di volte, per il resto eravamo troppo stravolti!), niente lavoro, che meraviglia lo switch off!
Insomma, il ritorno a casa... un disastro.

Unica piccola consolazione: ovviamente la nostra e-bici. L'ho portata dal ciclista per stringere viti e vitine, e ho iniziato il test massiccio, come si evince dalla spettacolare foto realizzata ieri sera in soggettiva sul cavalcavia di via Carlo Troya. Confermo che è un mezzo straordinario, e sono convinto di aver fatto un ottimo affare. Sono soprattutto convinto che con l'inizio dell'anno scolastico (anche Anna oggi ha iniziato il lavoro, nella nuova scuola) ce la litigheremo tutti i giorni. Tra l'altro una cosa notevolissima è che il motore elettrico (l'ho letto nell'Internet) rende disponibile immediatamente tutta la potenza, non è graduale come il motore a scoppio. Così, quando il motore entra in funzione sembra di essere nel film Spaceballs quando inseriscono la velocità smodata! Ci si consola così, via...