giovedì 29 luglio 2010

Che cosa vuol dire morire

La filosofia è una sirena che non può non attrarmi...e così mi sono comprato questo libro. Ecco la mia recensione, tratta dalla mia libreria anobii:
Ottimo libro, leggerlo mi ha emozionato e fatto riflettere. In primo luogo perché la riflessione è serrata, i punti di vista variati, e da ognuno si può prendere ciò che più ci sembra consonare con noi. Ma soprattutto perché è indubbiamente vero che la morte - negazione che dà sostanza alla vita, e da sempre centrale nella riflessione filosofica - è stata "dismessa" dalla filosofia, che ha lasciato che fossero altri punti di vista a proporre le proprie riflessioni in materia. E invece il filosofo non può ritirarsi, davanti a un tema così centrale, deve far sentire la propria voce, deve scendere dalla turris eburnea e parlare al mondo di un tema così scottante, così fondante, deve comprendere cosa dicono gli altri, ma ricordare che c'è sempre una prospettiva di senso in cui inserire le loro parole, deve in ultima analisi interpretare anche la scienza e il dogma.
Tra l'altro leggere il saggio di Severino è stato molto interessante: avevo provato ad affrontare il suo pensiero, uscendone sconfitto in un paio di occasioni. Stavolta mi ha colpito, sono riuscito a entrare in dialogo con lui. Non mi ha convinto, anzi è forse il saggio che mi ha meno interessato dei sei che compongono il volume, ma ho riconosciuto la grandezza (anche se molto ermetica e da specialisti - ma servirà a qualcosa la laurea, no?) del suo pensiero. Da approfondire.
Un libro non consolante, ma molto lucido, adatto a chiunque voglia affrontare il tema della morte, e anche ai non specialisti (con l’eccezione del saggio di Severino, davvero un po’ troppo complicato). Un libro che non da risposte ma che amplia il campo dell’indagine, che pone domande, che invita alla riflessione.

mercoledì 21 luglio 2010

Visita all'università

E fu così che il nostro amato premier decise di visitare una della Università italiane.
Lavorando al Poli da 10 anni ho avuto occasione di conoscere abbastanza bene molte università italiane. Beh, se vuoi visitare da politico un'università in Italia - per fortuna e non so fino a quanto - hai l'imbarazzo della scelta. Ci sono davvero delle punte di eccellenza interessanti ovunque. In Lombardia poi, sei davvero fortunato: il Poli, la Statale, la Bocconi, la Cattolica... insomma è difficile scegliere. E il buffone invece dove va? All'Università telematica di CEPU! E' una cosa che - se non fosse che fa piangere - fa ridere i polli!
E va beh, è andato li. Allora ti aspetti che ponga l'accento sulla qualità didattica? Sulle mirabolanti pubblicazioni scientifiche che i dipartimenti dell'ateneo sfornano? Sulla spendibilità della laurea? No, ha sottolineato che le laureate sono fighe (non come la Bindi, ha detto. Ma cosa gli avrà fatto la Bindi? Capisco che una donna che pensa possa turbare il suo sistema di valori, ma lui è davvero ossessionato dalla Bindi!). Ah si, la nostra Università è competitiva nel mondo, le nostre laureate sono fighe! Mica i cessi del MIT e di Cambridge!
Beh, che aggiungere? Solo che questa è la conferma di una mia vecchia teoria: questo è ciò che lui pensa della Scuola e dell'Università. Non altro. La Gelmini ministro - questa è la mia teoria - è una provocazione. Lui lo sa che è indifendibile. Io sono convinto che lui creda per esempio che Tremonti sia un genio, o che Bondi abbia letto un paio di libri in vita sua. Ma la Gelmini (e la Carfagna) sono totalmente indifendibili e lui lo sa. Ma le ha messe li apposta, per dare il messaggio "questo è ciò che si merita la Scuola e l'Università pubblica, questo è ciò che io davvero penso di queste istituzioni" (analogo discorso vale per le pari opportunità).

martedì 20 luglio 2010

Consegna diplomi DOL: un mio articolo su Tribù

Tribù è un mensile interno del Politecnico di Milano, con tiratura di 2500 copie, e distribuito a tutti i dipendenti del Poli. Qualche mese fa la caporedattrice mi ha chiesto se volevo scrivere un articolo, proposta da me accolta con grande gioia. Sull'onda dell'entusiasmo per la consegna dei diplomi DOL, avvenuta il 9 maggio e di grande impatto emotivo, ho pensato di scrivere proprio di loro: dei fantastici docenti che, da anni, animano il nostro Diploma On Line (http://www.dol.polimi.it), creatura che ho contribuito a far nascere e di cui ancora mi occupo seppure dall'esterno, avendola lasciata nelle amorevoli e sagge mani di Luisa, Barbara e Anna.
Il DOL è un corso di perfezionamento biennale, dedicato agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, che accettano la sfida che le tecnologie pongono alla scuola, e la vogliono affrontare da protagonisti, senza paure e padroneggiando la tecnologie in maniera critica.
Oggi, con mia grande emozione, è arrivata la copia stampata della rivista con il mio articolo: è bellissima! Ne vado molto fiero: l'ho messo online, affinché chiunque lo desideri lo possa leggere, a questo indirizzo: http://dl.dropbox.com/u/2118161/articolo_tribu_colori.pdf

mercoledì 7 luglio 2010

La foto "globale" dell'universo del satellite Planck


La foto è impressionante, così come la spiegazione di come funziona il satellite Planck, che ha realizzato questa immagine. Affascinante è dire poco!
La radiazione cosmica di fondo e la Via Lattea: sono le due protagoniste indiscusse della mappa a tutto cielo ottenuta da Planck—il satellite dell’ESA per lo studio dell’origine dell’Universo—nel corso della sua prima survey, completata di recente. «Questo è il momento per il quale Planck è stato concepito», dichiara il direttore della sezione ESA di Scienza ed Esplorazione Robotica, David Southwood. «Non stiamo offrendo risposte. Stiamo aprendo le porte di un Eldorado in cui gli scienziati potranno andare a caccia di pepite d’oro, che li porteranno ad approfondire la nostra comprensione su come l’Universo è nato e su come funziona. L’eccezionale qualità di quest’immagine è un tributo agli ingegneri che hanno costruito e gestito Planck. Ora è il momento di dare il via al raccolto scientifico»

giovedì 1 luglio 2010

Commento al post precedente...

C'è un commento in ideogrammi nel post precendete (Ergonomia). Secondo google translator è giapponese (Silvia, B...aiuto!) e significa:
Hi there! Come siete tutti facendo?
Ti piace il cibo giapponese?
Un giorno voglio andare in Guatemala
Dire che è meraviglioso è dire poco...

Ergonomia

Per ritoccare un mio modulo per il corso online DOL, ho iniziato ieri (su suggerimento della mia psicosorella) a leggere un testo di ergonomia. Mi ha affascinato il passaggio tra ergonomia correttiva ed ergonomia preventiva. Mi ha affascinato perché, mentre questo passaggio si può dare per avvenuto o assodato nel settore produttivo, ho la sensazione che nel settore tecnologico sia invece ancora tutto da venire. I casi in cui un prodotto (sia esso un device, o un software) viene modificato a posteriori e non progettato secondo criteri ergonomici sono davvero tanti. Ieri riflettevo per esempio sulle lavagne interattive multimediali, le famigerate LIM che hanno invaso le aule delle scuole italiane (e che personalmente non mi fanno impazzire). Quello è un caso classico: sembra quasi che sia l'utente a doversi adattare alla LIM e non il contrario. In Laboratorio per esempio abbiamo una delle prime versioni di smartboard ed è inevitabile (anche per chi ha stazza non da balenottero come me) "impallare" l'immagine mentre la si usa. Nelle versioni successive hanno adottato (ergonomia correttiva) degli accorgimenti per risolvere il problema. Il mio dubbio è: che gli early adopters tendano a testare l'ergonomia degli artefatti tecnologici?

Interessante articolo su Dropbox

>> Di R. Casati. E' apparso sul Sole 24 ore, e sul suo blog. L'idea  che con Dropbox ogni istanza sia la cosa in sé è interessante. In effetti si potrebbe dire che Dropbox e una wireless fanno l'iperuranio. E come sostiene Platone nel Fedro
chi pensa d’affidare l’arte ad uno scritto (una chiavetta USB), e chi a sua volta vi attinge nella lusinga di apprendere qualcosa di chiaro e solido, è, se non m’inganno, d’una ingenuità senza pari e ignora l’oracolo di Ammon