giovedì 29 luglio 2010

Che cosa vuol dire morire

La filosofia è una sirena che non può non attrarmi...e così mi sono comprato questo libro. Ecco la mia recensione, tratta dalla mia libreria anobii:
Ottimo libro, leggerlo mi ha emozionato e fatto riflettere. In primo luogo perché la riflessione è serrata, i punti di vista variati, e da ognuno si può prendere ciò che più ci sembra consonare con noi. Ma soprattutto perché è indubbiamente vero che la morte - negazione che dà sostanza alla vita, e da sempre centrale nella riflessione filosofica - è stata "dismessa" dalla filosofia, che ha lasciato che fossero altri punti di vista a proporre le proprie riflessioni in materia. E invece il filosofo non può ritirarsi, davanti a un tema così centrale, deve far sentire la propria voce, deve scendere dalla turris eburnea e parlare al mondo di un tema così scottante, così fondante, deve comprendere cosa dicono gli altri, ma ricordare che c'è sempre una prospettiva di senso in cui inserire le loro parole, deve in ultima analisi interpretare anche la scienza e il dogma.
Tra l'altro leggere il saggio di Severino è stato molto interessante: avevo provato ad affrontare il suo pensiero, uscendone sconfitto in un paio di occasioni. Stavolta mi ha colpito, sono riuscito a entrare in dialogo con lui. Non mi ha convinto, anzi è forse il saggio che mi ha meno interessato dei sei che compongono il volume, ma ho riconosciuto la grandezza (anche se molto ermetica e da specialisti - ma servirà a qualcosa la laurea, no?) del suo pensiero. Da approfondire.
Un libro non consolante, ma molto lucido, adatto a chiunque voglia affrontare il tema della morte, e anche ai non specialisti (con l’eccezione del saggio di Severino, davvero un po’ troppo complicato). Un libro che non da risposte ma che amplia il campo dell’indagine, che pone domande, che invita alla riflessione.

1 commento: