mercoledì 24 marzo 2010

Inaugurazione 147 anno accademico al Politecnico di Milano (aggiornato)

Lunedì sono stato, per la prima volta in vita mia, all'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Milano. A parte l'assurdità della data (è iniziato il secondo semestre...) sono stato contento di avervi partecipato. Questo per il Poli è un anno importante, dopo due mandati (ovvero 8 anni) dobbiamo rinnovare il Rettore, e il periodo elettorale è a dir poco caldo. Poco prima della scadenza, infatti, si è deciso di approvare il nuovo statuto che recepisce - in anticipo sulla legge! - alcune temibili norme che la disgraziatissima Ministra Gelmini sta per calare come una mannaia sull'Università.
La logica sulla cui base è stata compiuta questa operazione è tutto sommato condivisibile: anticipiamo alcuni cambiamenti, per non doverli subire passivamente, e diamo una "scossa" alla situazione. Certo, il modo, invece, non è tanto condivisibile: appare un po' scorretto consegnare al prossimo Rettore un Ateneo fortemente modificato, "blindando" la politica a venire a causa del nuovo statuto.
In questo clima si è aperto l'anno accademico. Sono state presentate 5 relazioni: abbiamo ascoltato nell'ordine il rappresentante degli studenti Brivio, il direttore amministrativo Molinari, il Rettore Ballio, la presidente dei giovani imprenditori Guidi, il fondatore di Emergency Gino Strada e per finire il professor Ranci Ortigosa.
Che dire? Ovviamente le cose migliori sono arrivate da Gino Strada (che non avevo mai ascoltato dal vivo, e mi ha fatto venire la pelle d'oca) e dal rappresentante degli studenti (che ha messo in luce la paura, cifra distintiva della generazione successiva alla mia - e, devo dire con tristezza, forse anche della mia. Paura di non trovare un lavoro decente dopo anni di studi, di dover fuggire all'estero, di non riuscire a costruirsi una famiglia, di non poter accedere a un mutuo...)
A fronte di questo condivisibile ed appassionato discorso, ci è toccato sentire, dalla dott.ssa Guidi che (udite, udite!) la crisi è finita, ne stiamo uscendo fuori... chissà perché non me ne sono accorto, anzi, ho l'impressione che tutte le persone che a causa della crisi hanno visto peggiorare la propria condizione occupazionale non solo non abbiano trovato un nuovo lavoro, ma si siano dovute rassegnare ad "accontentarsi" di altro, e di tirare a campare. Si è normalizzata l'emergenza, non è finita la crisi! La crisi sarà finita quando il sentimento dominante nei nostri giovani laureati sarà la speranza, anche un po' di sana, giovanile spavalderia, non la paura!
Subito dopo di lei ha parlato Strada. E non è stato gentile. Non si è fatto alcuno scrupolo a dire alla imprenditrice che il mondo di cui parla lei, che lei conosce non è il mondo nella sua globalità (ovviamente la nostra eroina aveva appena finito di parlare di sfide globali). Ha detto che ogni giorno si spendono 4 miliardi di dollari nel mondo in armi. Con la stessa cifra 2 miliardi di persone ogni giorno mangiano. Non so se rendo l'idea: se per un giorno si fermasse - in tutto il mondo - il commercio in armi, si potrebbero sfamare, quel giorno 2 miliardi di persone; è un numero che non riesco neppure a concepire.
A questo punto è intervenuto Ranci Ortigosa, per la sua prolusione finale. Dire che mi ha lasciato attonito è dire poco: la sua teoria è che il posporre il momento dell'uscita da casa - tipico dei giovani italiani (bamboccioni?) - causi inadeguatezza quando ci si immette nel mondo del lavoro. Sembra che i giovani smanino per restare a casa da mammà e proseguire gli studi fino al 18mo master post-laurea, non perché il lavoro non c'è - e i master sono uno dei modi per cercare di trovarlo, ma perché gli piace così. Ha clamorosamente confuso l'effetto con la causa - a mio modesto parere!
Chiudo con le relazioni del Rettore e del Direttore Amministrativo: ovviamente molto istituzionali, molto sobrie e in definitiva condivisibili (a parte che il direttore amministrativo ha sbandierato i risparmi compiuti dal Politecnico - e dal mio punto di vista di lavoratore del Poli più che di risparmi ho l'impressione si tratti di tagli, ma questo è un altro discorso).
Su slideshare qualcuno ha reso disponibili (scansionando la cartella stampa) il testo della relazione del Rettore e quella del professor Ranci Ortigosa.

P.S. cinque minuti dopo aver finito di scrivere questo post, leggo su Repubblica quanto è finita la crisi...
>> Persi 380mila posti di lavoro (da Repubblica)

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